Il presidente dell'Aia ha fatto riferimento anche al caso Clattenburg, 'fischietto' inglese accusato di razzismo e poi scagionato
SERIE A ARBITRI DICHIARAZIONI NICCHI / ROMA – Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, è stato intervistato su 'SkyTg24'. Queste le sue dichiarazioni:
CASO CLATTENBURG – “In Italia c'è una concezione culturale del calcio diversa. In Inghilterra le polemiche si spengono sul nascere. Quello che è successo lì è capitato anche da noi in passato. Quel che è certo è che, in caso di parole fuori luogo da parte degli arbitri in campo, questi verrebbero sicuramente sanzionati”.
PAROLA AGLI ARBITRI – “Bisogna fare un passo culturale. Gli arbitri dopo le partite non parlano perché c'è un regolamento e perché l'adrenalina farebbe dire delle 'sciocchezze'. Mi farebbe piacere sentir dire, come ha fatto ad esempio Buffon in passato, 'Abbiamo perso perchè gli avversari erano più forti'. Visto che sono in molti a dire delle sciocchezze nel post-partita non vedo perchè aggiungere anche quelle degli arbitri”.
TECNOLOGIA – “Che venga introdotta o meno, ci saranno sempre errori: l'unico scopo è limitarli al massimo. Inoltre si toglierebbe il pepe dell'imprevedibilità al calcio, rendendolo meno affascinante. E poi la mentalità internazionale fa sì che la tecnologia totale non arriverà mai… si può insistere sul 'gol-non gol', ma non risolverebbe i problemi, dato che l'occhio di falco non dà certezza matematica, mentre all'arbitro di porta non è mai sfuggito un 'gol-non gol'”.




















