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Lo riconoscete?

Nuovo viaggio alla scoperta di calciatori dimenticati dal grande pubblico

 

LO RICONOSCETE CALCIATORI DIMENTICATI / ROMA – La nuova rubrica di Calciomercato.it si propone di raccontare la storia di alcuni calciatori che, pur avendo lasciato un segno più o meno profondo nella storia del calcio, per un motivo o per l'altro sono finiti nel dimenticatoio, lontano dai riflettori degli stadi e dalle luci della ribalta.

 

Oggi parliamo di un portiere che ha difeso pali illustri in Serie A, dall'Inter alla Roma. In nerazzurro non è mai riuscito ad imporsi, nonostante fosse un prodotto del settore giovanile, e dopo alcuni prestiti (Sangiovannese, Prato, Piacenza) ha trovato la sua dimensione a Torino nel 1986: è Fabrizio Lorieri.

 

La carriera di Lorieri, come detto, è decollata solo in maglia granata, a 22 anni. Qui fino al 1989 ha vissuto la coesistenza con Luca Marchegiani, e la retrocessione della squadra lo ha convinto a trasferirsi all'Ascoli, dove diventerà un pilastro fino al 1993 (con due stagioni in Serie A e due in serie cadetta). La Roma lo acquista, vuole tornare al grande calcio: dopo una prima stagione tra luci e ombre, però, Lorieri finisce in panchina nel 1994-95, e decide di cambiare ancora squadra.

 

E' l'anno del suo trasferimento al Lecce. Qui trova la sua dimensione ideale, tanto che ancora oggi allena i portieri della squadra salentina. Per quattro anni difende la porta giallorossa, ritrovando l'ex compagno romanista Giuseppe Giannini. Nonostante l'età il suo nome fa ancora gola sul mercato: nel 1999 si trasferisce alla Salernitana, dove è titolare; quindi al Genoa l'anno dopo, ancora prima scelta. Appende i guanti al chiodo dopo un'esperienza nello Spezia nel 2002-03 e qualche partita nel CuoioCappiano nel 2004.

 

E oggi? E' stato il vice di Gigi Cagni prima a Catanzaro, quindi a Empoli e Parma. Dal 2010 ha scelto di tornare alle origini, preparando gli estremi difensori del Lecce. Vanta il merito di aver puntato su Antonio Rosati e Massimiliano Benassi. Fabrizio Lorieri è stato (ed è a tutt'oggi) un onesto mestierante del pallone. Una di quelle figure che non possono mancare nel nostro calcio. E nella nostra rubrica.

 

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