Consueto appuntamento con il giornalista di 'Sky Sport' e nostro editorialista
EDITORIALE SUGONI GUARDIOLA AUSILIO DE ROSSI / MILANO – Pere Guardiola porta in giro per l'Europa il fantasma del suo fratello più famoso. Lo ricorda incredibilmente nell'aspetto – se non fosse per qualche chilo in più – ne cura gli interessi, ma soprattutto vederlo, fa ricordare a tutti – se ce ne fosse veramente bisogno – che il miglior allenatore al mondo è libero. E pericoloso. Per Allegri, per Ancelotti, per Mancini, per Di Matteo. Perché non c'è grande squadra a cui non sia stato accostato. Martedì Pere lo abbiamo visto tutti: a Milano, addirittura a 'San Siro'. Ma nel suo viaggio italiano non ha incontrato Adriano Galliani. Non serve nemmeno un incontro per sapere comunque quanto suo fratello Pep piaccia al presidente Berlusconi. Non solo a lui, ovviamente. Perché in Inghilterra ogni passo falso di Mancini è l'occasione per parlare del futuro di Pep al City. E l'arrivo del nuovo direttore sportivo Begiristain, molto legato a Pep, viene considerato un indizio in più. Di Matteo poi – visti i continui accostamenti della sua panchina con lo spagnolo – ha voluto precisare in conferenza stampa di avere il destino nelle sue mani. Insomma tutti aspettano il ritorno di Guardiola in panchina. Tutti tranne – al momento – lui. Che continua il suo anno sabbatico a New York. Pensa, studia, aspetta. E valuta tutte le possibilità. Convincerlo non sarà una questione di soldi, ma di progetto (anche se poi le due cose di solito vanno di pari passo). Di certo da qui a marzo – mese in cui si pensano le squadre – Guardiola sarà il vero oggetto dei desideri di mercato di tanti.
Rientrerà con qualche nuovo oggetto del desiderio anche il ds interista Piero Ausilio dal suo viaggio in Inghilterra. Ha visto Manchester City-Ajax e Chelsea-Shakhtar. Un'occasione per mantenere i rapporti istituzionali. Ma anche quella per dare uno sguardo tutt'altro che distratto a qualche gioiello in campo. Ha ammirato la doppietta di Willian, la regia di Fernandinho. Come Stramaccioni ammira il gioco bello e sfrontato della squadra di Mircea Lucescu. Peccato che i suoi giocatori partano tutti da valutazioni intorno ai 30 milioni. Troppo alte per tutti, in Italia. Altissima a Roma comincia ad essere la passione – più che febbre – da derby. Una partita che, come spesso capita a Roma, può cambiare i destini di molti. Chissà se pure quello di Daniele De Rossi. A Parigi lo chiamano più o meno esplicitamente, in Inghilterra (e magari anche in Spagna) lo prenderebbero di corsa, la Roma ascolterebbe eventuali super-offerte, per Zeman non è un intoccabile. Tutti indizi che non piacciono ai tifosi. Hanno espresso il loro parere chiaro in uno striscione: DDR non si tocca. Eppure se non dovesse giocare domenica, il futuro di De Rossi a Roma sarebbe un po' più in bilico.




















