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Roma, Zeman: “Mi piace allenare i giocatori sgarbati. Il talento non basta”

Il tecnico ha parlato del suo modo di gestire i rapporti all'interno dello spogliatoio e di molto altro

NOTIZIE ROMA DICHIARAZIONI ZEMAN / ROMA – Zdenek Zeman – allenatore della Roma – è stato ospite del 'Festival dell'intelligenza collettiva', in occasione del quale ha avuto modo di parlare anche della sua esperienza sulla panchina giallorossa e di molto altro. Queste le sue dichiarazioni, riportate da 'Romanews':

LEADERSHIP – “Come allenatore ho la responsabilità per quello che si fa in campo e fuori, per questo motivo cerco di conquistarmi la leadership. Si dice che io incuta timore, ma per imporsi non ci sono spartiti precisi. Bisogna cercare di farsi seguire, attraverso il comportamento personale ed il buon esempio. Il calcio è un gioco collettivo ma col tempo è diventato molto individuale, si pensa prima alle cose proprie che ai bisogni della squadra.  E' normale che si vorrebbero sempre ragazzi bravi, belli, forti, ma non sempre ci si riesce. A me piace allenare giocatori sgarbati: alcuni hanno delle fissazioni ma quando gliele togli e ottieni un risultato sei contento. I litigi con i giocatori? Nel calcio c'è molta armonia e questi episodi durano poco”.

FILOSOFIA DI GIOCO – “Nel calcio, bisogna raggiungere risultati numerici, ma anche ludici perchè dobbiamo divertire la gente che viene a vederci. Il talento nel calcio conta tantissimo, ma anche senza si riesce ad andare avanti. Chi tratta meglio il pallone si chiama artista, ma non è detto che 11 artisti battano 11 artigiani. Bisogna formare una miscela tra queste due categorie. Chi ha talento non deve accontentarsi, ma lavorare ogni giorno per migliorarsi. Il calcio è un gioco collettivo, di squadra, e i più bravi devono essere in grado anche di aiutare quelli meno bravi”.

CALCIO E POLITICA – Cosa porterei dal mondo del calcio a quello della politica? Comincerei col portare le regole, noi in campo le abbiamo e le dobbiamo rispettare. Bisognerebbe trovare persone che non dicono 'vorrei ma non posso', ma che invece dicono 'io voglio e lo faccio'. In Italia la situazione è drammatica ma tanta gente non se ne rende conto, non si interessa. Spero che si muoverà quando se ne renderà conto. Serve agire, non dire 'non posso'. Ai giovani dico: svegliatevi, andiamo avanti!”

 

Il tecnico giallorosso, in questo inizio di stagione, è stato protagonista di alcuni vibranti 'scambi di vedute' con alcuni suoi giocatori: Osvaldo e De Rossi in testa.

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