Il calcio e' pieno di scontri giocatore-allenatore: a volte si continua insieme, altre no
ROMA ZEMAN DE ROSSI LITE RONALDO CUPER / ROMA – A Roma non si parla d'altro. La partita con l'Atalanta, che è valsa tre importantissimi punti per i giallorossi, non ha calmato le acque agitate del club capitolino. Anzi le scelte tattiche (o forse punitive?) del tecnico della Roma Zeman hanno dato il la ad illazioni e supposizioni di ogni tipo. La domanda che i tifosi si fanno è: perché il boemo ha lasciato in panchina nella gara contro i bergamaschi De Rossi ed Osvaldo? A quanto pare l'ex allenatore del Pescara non considera i due giocatori buoni interpreti del suo modulo di gioco tanto che quest'estate aveva perfino dato il via libera alla loro cessione. Inoltre Zeman ha avuto più di un battibecco con il centrocampista, in particolar modo dopo la debacle di Torino con la Juventus della scorsa settimana. Addirittura i rapporti fra i due sarebbero talmente tesi che si parla con insistenza di un addio di De Rossi il prossimo gennaio. Insomma si starebbe figurando una di quelle situazioni degne del far west: 'questa squadra è troppa piccola per tutti e due'.
Ma De Rossi e Zeman non sono certo i primi, nè saranno gli ultimi, a guardarsi in cagnesco e a mettere con le spalle al muro la società obbligandola ad una scelta. Di liti furibonde fra giocatori ed allenatori ci si può scrivere un'enciclopedia, alcune di queste liti sono poi sfociate in un pesante aut aut per il club.
Quello che successe fra Ronaldo e Cuper è il paradigma di questo tipo di situazioni. Fra i due non scattò mai il feeling: all'inizio ci furono le solite parole di circostanza per mantenere nel privato dello spogliatoio una situazione incandescente, ma poi con il passare dei mesi non fu più possibile evitare i rumors e le dichiarazioni bollenti. E tutto si concluse quel 5 maggio 2002 con le lacrime di Ronaldo sostituito da Cuper e con uno scudetto sfumato. Allora l'Inter 'scelse' Cuper e il Fenomeno fu spedito a Madrid.
Nei testa a testa fra giocatori e allenatori non si può non ricordare Antonio Cassano e Gigi Delneri. I due si incrociarono a Roma ed ebbero modo di scontrarsi, poi si ritrovarono a Genova, sponda Sampdoria, dove la situazione divento ancora più grave, con il barese mandato per punizione in panchina, con reazioni violente ed allenamenti saltati. Il tecnico friulano lo mise fuori rosa per un periodo, ufficialmente per un infortunio, ufficiosamente per punizione. Alla fine del campionato Delneri lasciò la Samp per la Juventus. Cassano restò a Genova, ma ad inizio stagione non avendo più un nemico in panchina, il barese litigò direttamente con il presidente Garrone. E a gennaio lasciò i blucerchiati per il Milan.
Insomma quando la squadra non riesce ad essere tale, non ci sono nè vincitori, nè vinti. Sono tutti sconfitti.




















