Il giornalista di 'Sky Sport', fa il punto sulla situazione del club giallorosso e su possibili stravolgimenti dell'attuale organigramma societario…
MERCATO ROMA ESCLUSIVO ASSOGNA BALDINI ZEMAN / ROMA – C'è delusione in casa Roma. La tanto attesa 'rivoluzione americana' non ha portato finora i risultati sperati. Dopo un'annata da cancellare targata Luis Enrique, lo spettro di un'altra stagione nell'anonimato spaventa dirigenti e tifosi del club di Trigoria. Per analizzare il momento della formazione di Zeman e possibili scenari futuri, Calciomercato.it ha intervistato in esclusiva Paolo Assogna, giornalista di 'Sky Sport', spesso al seguito dei giallorossi.
CONTRORIVOLUZIONE SOCIETARIA? – Secondo alcuni organi di stampa, la mancanza di risultati starebbe spingendo la proprietà a 'stelle e strisce' ad intervenire pesantemente sull'attuale organigramma societario: “Non mi risulta che possa esserci nell'imminente una rivoluzione societaria – ha sottolineato in esclusiva a Calciomercato.it, Paolo Assogna -. Credo che tutti gli attuali dirigenti resteranno alla Roma fino a giugno. La scorsa settimana ho avuto modo di parlare con Franco Baldini che mi ha ribadito la volontà di rimanere nella Capitale, sempre che la proprietà intenda confermarlo. Non farà barricate, resterà unicamente se ci sarà comunione d'intenti. Per quel che riguarda Sabatini, si valuterà a fine campionato. Lui sottoscrive sempre contratti brevi perché non ama rapporti di lavoro troppo lunghi. Il discorso di Fenucci invece è leggermente diverso: ha molto meno potere da quando la proprietà gli ha affiancato Pannes che ha molta più 'libertà di movimento'. Barbara Berlusconi vorrebbe portarlo al Milan ma anche in questo caso se ne riparlerà soltanto più avanti”.
ZDENEK ZEMAN – “Negli ultimi 10 anni non ha colto grandi successi, eccezion fatta per l'annata col Pescara. E' vero che in passato ci sono state delle ostilità nei suoi confronti nel periodo di Moggi, ma questo discorso non può diventare un alibi. Io credo che abbia delle capacità di insegnare calcio specie per quel che riguarda il calcio offensivo ma che nel contempo il suo gioco non abbia mai portato a vincere qualcosa di importante. Lo affermo sulla base dei risultati, dei numeri”.
COLPE DA SPARTIRE – “Il momento che sta attraversando la Roma non è dei più facili. Credo ci sia un concorso di colpe a partire da una proprietà latitante che determina mancanza di pressione nei confronti dei dirigenti. Questo a sua volta porta ad un'assenza di pressione dei dirigenti sulla squadra, elemento che ha portato a non maturare nei giocatori quel senso di appartenenza e di attaccamento alla maglia che ad esempio si vede alla Juventus. La formazione giallorossa pecca di poca personalità. Poi nello specifico, ritornando al capitolo allenatori, penso che i dirigenti abbiano sbagliato a non scegliere un allenatore 'normale' per un periodo di transizione, di rivoluzione culturale come quello che sta attraversando la Roma: sia Luis Enrique che Zeman non sono tecnici 'normali', penso sia stato un doppio errore non puntare su un allenatore più vicino alla 'tradizione'. Sul mercato qualche errore è stato sicuramente fatto, basti pensare al ruolo di terzino destro piuttosto scoperto, ma non bisogna pensare che questa rosa non sia comunque di livello: ritengo che possa lottare per il terzo posto, dopo Juventus e Napoli”




















