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LA LAVAGNA TATTICA – Come gioca la nuova Inter di Stramaccioni

Il calcio e' tecnica e corsa, ma la componente strategica e' sempre piu' importante. L'intento di questa rubrica e' proprio spiegare quali siano i 'piani' degli allenatori

LAVAGNA TATTICA INTER STRAMACCIONI / MILANO – In un'estate che ha stravolto gli equilibri del calcio nostrano, l'Inter – senza eccessivi clamori – è una delle squadre che meglio ha agito sul mercato, regalando a Stramaccioni un organico profondo e versatile, che possa consentire al giovane mister di impostare una stagione vincente e convincente.

LA MANO DI STRAMA – Stramaccioni sta lavorando duro, dal punto di vista tattico. La partita contro il Torino ne è fulgido esempio. Contro i granata, infatti, l'Inter ha messo in mostra una delle soluzioni strategiche più innovative di questo inizio di campionato.

QUANDO ATTACCO, HO UN DIFENSORE IN PIU' – La nuova Inter si dispone, sulla carta, con un 4-4-1-1 o un 4-4-2, a seconda degli interpreti dell'attacco. Ma questo schieramento vale solo in fase di non possesso. Quando i nerazzurri hanno il pallone, infatti, le cose cambiano notevolmente. I due centrali visti a Torino (Juan Jesus e Ranocchia) garantiscono grande forza fisica ma poca capacità di palleggio. Ecco allora l’idea di Stramaccioni: quando la sua squadra imposta, la difesa diventa a tre: un centrocampista (Cambiasso o Guarin, ma potrebbe farlo anche Gargano) è deputato a piazzarsi in prossimità dell'area, per raccogliere la palla e avviare l'azione. I due stopper, nel frattempo, si saranno notevolmente allargati, consentendo così ai terzini di salire sulla mediana. Scelta interessante, questa. Resa possibile dalla grande versatilità dei giocatori dell'Inter e dalla loro grande forza fisica. Se sulle fasce si disimpegnano Pereyra, Nagatomo, Zanetti e Johnathan, le quattro posizioni sugli esterni risultano completamente intercambiabili. Importantissima, poi, la loro corsa. Fondamentale anche il duo in mezzo al campo: Guarin e Cambiasso sono giocatori dal buon piede, dalla notevole fisicità e, soprattutto, dalla grande sapienza tattica. Uno dei due si abbassa a impostare, l'altro fa da riferimento in mezzo al campo e – quando l'azione si sviluppa – si propone come utile incursore.

RISULTATI INTERLOCUTORI – L'idea è interessante ma l'applicazione andrà sicuramente perfezionata. Contro il Torino, infatti, la manovra dell'Inter è risultata molto lenta: il pallone faticava a circolare e a uscire dalla metà campo nerazzurra. Ma forse, su questi ritmi bassi, ha inciso anche il gol di Milito arrivato molto presto.

DAVANTI UNA SOLA CERTEZZA – Milito è la garanzia. E, di fatto, l'unica vera soluzione per il ruolo di prima punta. Alle sue spalle, Stramaccioni ha davvero l'imbarazzo della scelta. E la grande responsabilità di mantenere i suoi motivati. Attualmente, è Sneijder il prescelto per appoggiare 'El Principe'. L'olandese dà maggiori garanzie come collante con il centrocampo che, essendo poco qualitativo, può necessitare di una mano per costruire. Non è un caso che, quando la palla non passa per i piedi dell'olandese, i nerazzurri siano naturalmente portati ad allargare il gioco, laddove le continue sovrapposizione e l'intercambiabilità degli interpreti, ha pochi eguali in Serie A (largo, per dare più possesso all'Inter, può agire anche Alvarez, per quanto sia tatticamente poco disciplinato e garantisca meno corsa degli altri esterni nerazzurri). La verticalità di Coutinho, il possesso palla di Cassano e il fiuto del gol di Palacio sono ottime alternative: ognuna di esse tornerà utile, a seconda dell'avversario.

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