Potrebbe esserci un rimedio innovativo ai continui infortuni muscolari dell'attaccante brasiliano
MILAN FISIOANALISI PER PATO / MILANO – L'ennesimo problema muscolare di Pato riapre un annoso caso che sembrava essersi chiuso dopo le ultime prestazioni del Papero. A tutto questo però potrebbe esserci una soluzione: 'Sporteconomy' ha intervistato Giuseppe Mastrodicasa, luminare italiano ed esperto di fisioanalisi. Si tratta di una nuova frontiera della medicina che potrebbe finalmente risolvere i problemi dell'attaccante brasiliano una volta e per sempre: “Nella medicina dello sport si registra, ormai da tempo, un incremento delle patologie infiammatorie e degenerative a carico dell’apparato muscolare ed articolare – spiega Mastrodicasa – la cui genesi trae origine dall’azione meccanica di vari fattori (come la crescente quantità ed intensità degli allenamenti e delle competizioni) su una serie di elementi individuali predisponenti. Tra questi elementi individuali predisponenti le disfunzioni posturali rappresentano uno degli aspetti sui quali medici e ricercatori rivolgono oggi grande attenzione perchè favoriscono l'azione traumatica”.
SOLUZIONI INEFFICACI – Per ora soluzioni efficaci non sono state trovate, come conferma anche il dott. Mastrodicasa: “Le terapie adottate ancora oggi per queste patologie sono spesso dei palliativi, a volte addirittura inutili. Curare con un antinfiammatorio o un intervento chirurgico o quant’altro un sintomo che è dovuto ad una causa permanente significa perdere soldi e salute”.
LA FISIOANALISI – Se il trauma è occasionale allora sono adatti antinfiammatori e fisioterapie, non altrettanto quando il trauma dipende dal cattivo utilizzo delle proprie strutture, con rischio concreto di ricadute. Ecco le soluzioni proposte dal dottore: “Dobbiamo curare la patologia muscoloscheletrica ed articolare rimettendo il corpo in condizione di sfruttare la forza di gravità, (che tira giù) per stare in piedi (cioè andare su), attraverso la liberazione del riflesso di opposizione. Intervenendo su questo riflesso otteniamo la distensione permanente della muscolatura antigravitazionale, sostanzialmente quella posteriore così spesso soggetta agli infortuni”.
A.P.




















