La Roma saluta e ringrazia Riscone di Brunico. In serata, terzo successo consecutivo nell'amichevole contro il Rapid Vienna
RIASSUNTO RITIRO ROMA / RISCONE – Zeman lo aveva detto: ''Non siamo alla Valtur''. Eppure, l'atmosfera che si è respirata oggi, a Riscone, è stata un po' quella della fine di una vacanza, quando, a malincuore, si rimettono le proprie cose nella valigia, sconquassati da quella melanconica certezza che si sta per tornare alla vita di tutti i giorni.
Una sensazione che si è avuta fin da questa mattina, quando all'allenamento delle ore 9.30, l'ultimo nella Val Pusteria di quest'anno, c'erano pochissimi tifosi a seguire la squadra mentre intanto lo staff stava iniziando a radunare le proprie cose. Si è trattato di una seduta leggera, dato anche l'impegno della serata contro il Rapid di Vienna: sì è iniziato con dei giri di campo, quindi, una volta arrivato il pallone, si è passati alle conclusioni ravvicinate in porta. Successivamente, il gruppo ha provato dei tiri al volo e qui Heinze e capitan Totti hanno realizzato due grandi gol. Nuove esercitazioni sugli schemi offensivi hanno preceduto lo stretching finale. Il boemo ha avuto pietà: oggi l'allenamento è durato un'oretta e mezza scarsa, alle 11.00 circa i giocatori erano già rientrati negli spogliatoi. Ancora una volta Michael Bradley si è confermato tra i migliori sia dal punto di vista atletico (ha raggiunto i tempi di Lamela e Taddei sui 100 e i 300 metri) che tattico (ha dimostrato di avere buone doti da regista).
Verso l'ora di pranzo è iniziata la smobilitazione: gli operai hanno smontato la palestra e hanno trasferito gli attrezzi usati da Totti e compagni su alcuni automezzi per riportarli a destinazione. L'avventura della Roma, a Brunico, si è conclusa così.
La squadra, poi, nel primo pomeriggio, ha abbandonato la località montana ma non per tornare a Roma, bensì per recarsi a Vienna.
Anche in questa giornata non sono mancate le voci di mercato. Già in mattonata sono arrivate le dichiarazioni dell'ormai ex Juan, il quale ha affermato di aver avuto sempre un ottimo rapporto con la società e di aver vissuto cinque anni meravigliosi nella Capitale. A tener banco è stato sempre l'affare Destro ma, nel pomeriggio, sono usciti due nomi alternativi, qualora la cosa non andasse in porto: Pierre Aubameyang, attaccante franco-gabonese del St.Etienne, callse '89; e il brasiliano Nenè, in rotta con il Psg. È poi arrivata anche la notizia della firma di Marco Verratti proprio con il club francese.
Insomma, c'è ancora tempo per sognare il grande colpo ma la squadra, questa sera, ha regalato una una soddisfazione reale ai propri tifosi battendo, allo stadio Hanappi di Vienna, il Rapid per 2 reti a 1. Si tratta di una vittoria importante, in quanto arrivata contro una squadra molto più avanti nella preparazione fisica (gli austriaci inizieranno il campionato la prossima settimana).
Con Lobont in porta, nel 4-3-3 zemaniano, Romagnoli ha avuto la meglio su Heinze nell'affiancamento a Burdisso. Sulle fasce, Rosi ha fatto coppia con Taddei. A centrocampo Bradley ha giocato dal primo minuto, in posizione di mediano, insieme a Pjanic e Florenzi. In attacco, riproposto il tridente Lamela – Osvaldo – Totti. A differenza dell'ultima partita contro il Gaz Meta Severin, la squadra ha mostrato una discreta condizione fisica. Buone le prove di Florenzi e Pjanic (suo il gol del vantaggio romanista al 14') ma anche il sacrificio di capitan Totti nel recuperare diversi palloni, non è da sottovalutare. Ad inizio ripresa, quando il risultato era già sull'1 a 1 (per il Rapid Vienna ha pareggiato Boyd al 27' su una goffa respinta di Lobont), Zeman ha effettuato tante sostituzioni. Heinze, Jose Angel, Perrotta, Pizarro, Simplicio, Okaka, Bojan e Nico Lopez hanno rilevato, rispettivamente: Romagnoli, Taddei, Florenzi, Bradley, Pjanic, Osvaldo, Lamela e Totti. Il gol vittoria romanista è arrivato grazie ad una rete di Pizarro, smarcato solo davanti al portiere avversario da un ottimo passaggio di Simplicio. La Roma ha sofferto un po', ma ha trovato la sua terza vittoria e forse uno dei suoi piccoli grandi campioni: il Pek.




















