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Inter, Stramaccioni: “Lontano anni luce da Mou. Ecco cosa mi ha chiesto Moratti”

Il neo-allenatore della compagine nerazzurra e' stato presentato oggi alla stampa

INTER CONFERENZA STAMPA STRAMACCIONI/ MILANO – Giornata di presentazione per Andrea Stramaccioni, neo-allenatore dell'Inter che ha risposto alle domande dei cronisti presenti. Ecco i passi più salienti della conferenza stampa:

“Sono emozioni che solo il calcio ti sa trasmettere. La vittoria della Primavera? E' stato un grande successo, io ci ho messo la faccia negli ultimi sei mesi, ma è la vittoria dell'Inter. E' un sogno che mi ha regalato il presidente Moratti e farò di tutto per onorarlo al massimo. La distanza tra gli spogliatoi è poca, ma il mondo della prima squadra è distante anni luce da quello giovanile. E' un orgoglio allenare questi grandi campioni. Fino a ieri li ammiravo dall'altro lato del cespuglio, ora posso allenarli. E' un piacere ed è stato facile comunicare con loro. Se decidi di fare questo lavoro, puoi essere concentrato su come preparare il lavoro, ma il termine paura credo che sia inesatto. Da quando il presidente mi ha comunicato la decisione, ho pensato solo al lavoro sul campo. Spazio ai giovani? Discorso delicato. Ogni calciatore ha la sua dimensione, perché spesso si può correre il rischio di precorrere l'evoluzione di un ragazzo”.

Sul paragone con Mourinho, Stramaccioni ha le idee chiare: “Sono lontano anni luce da Mourinho, io sono agli inizi. E' un mito, ma io ho le mie idee. Moratti mi ha chiesto di riportare in prima squadre l'entusiasmo e la voglia di lottare per i colori nerazzurri”. Nel corso del suo iter nelle giovanili, Stramaccioni ha avuto modo di confrontarsi con diversi big, ma uno in particolare ha inciso molto sulla sua formazione: “Sicuramente Luciano Spalletti. E' quello che mi ha ispirato di più, anche perché ci mette una grande passione. E poi in comune abbiamo il fatto di aver preso 7 gol in Inghilterra (sorride, ndr)”. Altro personaggio molto importante nella storia e nella vita dell'erede di Ranieri è Bruno Conti. “Mi hanno fatto piacre i suoi complimenti. Mi ha detto una locuzione tipicamente romana e poi “lo sapevo che eri un grande”.

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