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Fulvio Pea su Sassuolo e Mourinho

Il tecnico neroverde ha fatto il punto sulla sua squadra e non solo

RADIOCALCIOMERCATO.IT ESCLUSIVO PEA SASSUOLO MOURINHO / ROMA – Il Sassuolo continua a strappare sorprese ed applausi in Serie B: gli uomini di Fulvio Pea stanno lottando per la qualificazione in Serie A, e nel prossimo turno incontreranno il Pescara. RadioCalciomercato.it, la web radio ufficiale di Calciomercato.it, ha contattato in esclusiva il tecnico neroverde per una panoramica sulla sua squadra e non solo.

IL SASSUOLO DEI GIOVANI – “Quest'anno il Sassuolo ha cambiato filosofia, grazie al nuovo progetto ideato dal nostro patron Squinzi, che ha voluto ristrutturare la squadra, dando linee guida seguite da me e dalla società. Un po' la fortuna, un po' i giocatori giovani ci hanno fatto fare bene. Nessuno avrebbe pensato ad un campionato così: l'anno scorso ci siamo salvati all'ultima giornata, in questa stagione abbiamo prelevato giovani solo da squadre minori. La passione è l'energia importante che ci fa raggiungere risultati di questo livello”.

CONTRO IL PESCARA – “Già all'andata Zeman, che allena da trent'anni e conosce bene il calcio, fece una battuta, dicendo che sono un difensivista. Alla fine però abbiamo circa gli stessi punti, e probabilmente ce la giocheremo fino all'ultimo. La Serie B è sempre piena di sorprese, e noi speriamo di esserla”.

SANSONI E BOAKYE – “I nostri giovani hanno qualità molto elevate: il problema è la loro capacità di essere continui. Sansoni ci sta riuscendo, Boakye si è un po' perso dopo una partenza fulminante. Il futuro si costruisce facendo bene nel presente, mentre spesso i giovani dopo essere finiti sui giornali pensano di essere già arrivati, dimenticando che il lavoro settimanale è l'unica cosa che può dargli continuità di rendimento”.

MOURINHO – “E' un allenatore di qualità superiori. Riuscire a guadagnarsi un vantaggio così elevato nel campionato dove gioca il Barcellona, la squadra più forte del mondo, testimonia quanto sia preparato. Ho avuto la fortuna di poterlo 'spiare', ai tempi della Primavera dell'Inter: seguivo i suoi allenamenti, ma faticavo ad apprendere, perché le sue doti naturali sono impossibili da acquisire. E' un talento, un genio. Il suo è un calcio semplice: ha fatto capire a tanti campioni che è un gioco di squadra, e che per vincere devono giocare assieme. Ha cambiato molti talenti, trasformandoli in un gruppo ogni giorno che passava”.

SANTON E STEVANOVIC – “Spesso i ragazzi esplodono a 18 anni, ma si completano solo a 24. Davide ha passato un periodo in penombra, ma va saputo aspettare. Il granata? Mi fa piacere vederlo giocare, all'Inter lo avevamo tenuto nonostante avesse fatto molto male l'anno precedente, cercando di recuperarlo. Ora col Torino sta facendo la differenza”.

FIDUCIA AGLI ALLENATORI – “Quale allenatore ha fiducia piena da parte della società? Ormai i tecnici sono tutti messi in discussione dopo i primi due pareggi e la sconfitta alla terza giornata. Ci sono stati già tredici esoneri in Serie B, e mancano ancora tre mesi da giocare: questo attesta che le società fanno scelte affrettate in estate, oppure che durante l'anno preferiscono optare troppo velocemente per un'altra scelta piuttosto che continuare a proteggere l'allenatore. E' difficile analizzare la situazione da fuori, ma un allenatore ha bisogno della società, deve stargli sempre molto vicino”.

DOPO-RANIERI – “Difficile trovare l'uomo giusto per l'Inter, visti gli ultimi anni. Oggi è molto difficile allenare i nerazzurri, perché è arrivato il momento del cambio generazionale. Credo che sia già stato iniziato il processo, ma i giovani presi finora non sono riusciti a scalzare il gruppo storico, composto comunque da persone dalla professionalità elevata, da Cambiasso a Zanetti“.

PEA IN SERIE A? – “Tutto fa esperienza. Se qualcuno deciderà che sarò pronto per la Serie A accetterò, magari con lo stesso Sassuolo, altrimenti continuerò tranquillamente in Serie B: non ho voglia folle di arrivare al successo. Svolgo questo mestiere con serenità e tranquillità, non mi sono fatto problemi a scendere nelle selezioni giovanili cinque anni fa. E' prematuro parlare del futuro, non so se allenerò ancora il Sassuolo, ma mi piace fare questo lavoro e ne sono orgoglioso. Ho un anno di contratto, prima o poi dovrò incontrare il dottor Squinzi, ma segnali ci sono già stati”.

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