Consueto appuntamento con uno dei conduttori dell'emittente milanese
RADIOMILANINTER VETERE / MILANO – Va cosi. E’ un gioco vecchio come il mondo. Nel calcio non vince chi gioca meglio, vince chi la butta dentro. Banale, ma va cosi. Brava l’Inter di Ranieri a far entrare nel sacco il toro, infuriato dopo lo smacco Tevez , bramoso di salire sul gradino più alto del podio dopo lo scivolone pomeridiano della Juve col Cagliari. Bravo Ranieri a dare ai suoi le direttive giuste, su 9 derby disputati in carriera dall’allenatore romano, ben 8 vittorie e 1 solo pareggio. Non è casualità. Ranieri ha impostato la gara come era necessario fare per uscirne vittoriosi, chiudersi, difendersi con precisione grazie alle colonne Samuel e Lucio, per ripartire in velocità approfittando di eventuali errori commessi, o spazi lasciati, dalla difesa rossonera. Cosi è andata; ha avuto ragione Claudio “il normalizzatore”. Di contro, grossolano l’errore di valutazione di Allegri per quanto riguarda la formazione. Emanuelson alle spalle della coppia Ibra-Pato aveva lasciato un po’ tutti perplessi. Già contro l’Atalanta, l’olandese non aveva fatto sfracelli. Anzi. A Bergamo, riportato Boateng sulla trequarti, arrivò pronti via il sigillo definitivo (proprio del ghanese) sul match. Cosi non è andata nel derby di Milano, perché il Boa è stato inchiodato dal tecnico nella posizione di mediano, dove risulta “sterilizzato”, per nulla efficace. Questa mossa, rivelatasi perdente, non ha permesso al Milan di creare, rifornire, variare e modificarsi nel corso della partita. Un Milan prevedibile, che da qui, con alcune certezze, deve ripartire da secondo della classe. L’Inter, l’avevamo detto prima della partita contro il Genoa (poi vinta), non era ancora spacciata e affossata, ma come una tigre ferita dalle ripetute sconfitte, sapeva che l’unica cura possibile era tornare a vincere il prima possibile. Da Genova in poi, 7 vittorie, una sola sconfitta. Oggi si trova a 6 punti dalla vetta, campionato riaperto. Mille scenari possibili, tutte in gioco per il grande premio finale: Juve, Milan, Udinese, Lazio e Inter. Chissà, magari anche Napoli e Roma se dovessero centrare la vittoria in differita. Se non è il campionato più bello del mondo, il nostro, resta comunque il più avvincente.
Se il derby sul campo è andato all’Inter, vedremo chi la spunterà tra le due milanesi sul mercato. Alla domanda: “Arriva Tevez?”, né Ranieri né Allegri si sono tirati indietro. Il primo, con un sorriso grosso così, non sa “se il presidente vorrà fare questo regalo alla città di Milano”, intanto però la butta lì, in attesa che Moratti recepisca il messaggio. L’Inter tenterà l’affondo decisivo per l’Argentino, tentando di inserire in rosa con tempestività uno che fa la differenza, ora che tutti i giochi sono riaperti. Il secondo, Allegri, sornione, rimanda la questione alla società, “chiedete a lei se siamo ancora in corsa per Tevez”. E’ chiaro che l’idea di assicurarsi l’Apache e sottrarlo ai cugini sarebbe assai gradita.
Nel frattempo il mister toscano attende l’ufficialità per Mesbah, giocatore polivalente, che se impiegato da terzino potrebbe consentire delle alternative in più dal momento che Zambrotta, per evidenti limiti d’età, non garantisce più prestazion i brillanti e che Antonini non riscuote tutta la fudicia del tecnico.
E’ atteso l’affondo decisivo anche per Merkel, dopo l’apertura di Preziosi ad approfondire il discorso con Galliani già avviato qualche giorno fa. Il talentino in comproprietà col Genoa, farebbe assai comodo in una formazione che proprio nella stracittadina ha scoperto l’importanza di Aquilani come mezz’ala destra. Fantasia e geometrie indispensabili a metà campo, ora è certezza, per non risultare piatti e privi di idee.
Si a Merkel, a una condizione: che ora si punti forte anche su El Sharaawy, che in meno di 10 minuti giocati proprio con l’Inter, ha dimostrato di che parta è fatto. Prelibata.




















