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Serie A, Beretta traccia il bilancio 2011: dal campionato a 18 squadre allo Scudetto 2006

Il presidente della Lega di categoria ha tratto un buon bilancio dagli ultimi 12 mesi

SERIE A 2011 BERETTA VIOLENZA STADI / ROMA – Il bilancio del 2011, per il presidente della Lega Serie A, è positivo. Maurizio Beretta, intervistato da 'Sky', ha infatti tracciato questi risultati dall'anno che si sta chiudendo: “Per il 2011 il grande calcio di Serie A registra un risultato positivo. Crescono in maniera significativa gli spettatori televisivi: siamo oltre i nove milioni, è un risultato straordinario. Le presenze agli stadi non diminuiscono: la media è tra i 230 e i 240 mila spettatori per turno. La Serie A è un fenomeno sociale rilevantissimo, e abbiamo rinnovato situazioni ferme da anni, come l'accordo collettivo coi calciatori, che ha portato passi in avanti alla sostenibilità del sistema. I diritti televisivi sono stati valorizzati a livello internazionale, e le nostre squadre in Europa ottengono buoni risultati. La violenza agli stadi è in netta diminuzione. C'è ancora da fare, ma archiviamo quest'anno positivamente”.

“A molti osservatori sfugge che, nel 2010-2011, abbiamo per la prima volta applicato un sistema di funzionamento completamente nuovo: dalla vendita dei diritti televisivi in capo alle singole società si è passati a una vendita collettiva fissata da una legge dello Stato. Questo denaro rappresenta il 70% circa dei ricavi della Serie A: trovo fisiologico che, soprattutto nel primo anno, l'atteggiamento delle società sia molto attento verso un cambio epocale”.

“In questi mesi abbiamo avuto molti problemi, uno dopo l'altro: dall'accordo per dividere le risorse ai bandi per la vendita dei diritti nel triennio successivo, passando per la polemica e il problema vero del Calcioscommesse, senza dimenticare l'accordo collettivo. Abbiamo di fronte il problema della suddivisione dei diritti del prossimo triennio, ma abbiamo già rinnovato l'accordo per il pallone dei prossimi campionati”.

Campionato a 18 squadre? La nostra posizione sarà quella portata in discussione quando la maggioranza dell'assemblea lo riterrà. Con le regole attualmente in vigore nessuno è in grado, anche volendo, di decidere per sé: vale il rapporto tra la A e la B, un numero diverso di squadre comporterebbe una discussione con le altre categorie per regolare promozioni e retrocessioni. E' presto per parlare di rivoluzione”.

“A differenza di altre competizioni dove vincono sempre i soliti noti, nel campionato italiano si vince sempre al fotofinish, rendendo tutto molto avvincente. Dobbiamo colmare le distanze con la Premier League, ma i nostri diritti domestici sono venduti come nessun altro in Europa. La nostra appetibilità è cresciuta del 30% a livello internazionale”.

“Dipendiamo moltissimo dai diritti televisivi: negli altri Paesi è stato consentito alle società di avere stadi di proprietà, funzionali tutta la settimana con negozi, ristoranti e via dicendo. Serve una legge-quadro per gli stadi di proprietà delle squadre, la qualità delle infrastrutture odierne lascia moltissimo a desiderare, rappresentando le entrate complessive delle società in maniera fortemente inferiore a quanto dovrebbero”.

Calcioscommesse? Finora sulla Serie A bisogna soltanto fare degli approfondimenti su un limitatissimo numero di partite. Scudetto 2006? Non è mai stato un problema sul tavolo della Lega, ed è giusto che non ci arrivi. Inter e Juventus lavorano con straordinaria capacità collaborativa in Lega, e sono protagoniste nei nostri dibattiti. E' un meccanismo che finora non ha influito sulla nostra attività”.

M.T. 

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