Politica quasi unanimemente concorde sulla bontà della manovra Monti, ma il mondo del lavoro si spacca
MANOVRA MONTI SINDACATI PROTESTANO MENTRE POLITICA APPROVA/ROMA – Restano alcune riserve ma i primi commenti che arrivano dalle forze politiche che sostengono il governo Monti sono di sostanziale apertura sulla manovra proposta ieri.
Per il Pd, Pier Luigi Bersani, ''E' chiaro e va anche detto per onesta' che tutte queste misure vanno ad assorbire misure che in molti casi c'erano ed erano previste”.
Bersani esprime condivide la manovra nei principi generali per qunto riguarda la previdenza mentre esprime riserve sulla rapidita' e l'approccio.
Positivo il commento sul mancato aumento dell'Irpef: ''E' positivo che non si carichi ulteriormente su chi le tasse le paga. E' positivo se nel contempo si rafforza anche la lotta all'evasione''.
Soddisfatto il segretario del Pdl, Angelino Alfano: ''Se confermato il 'no' all'aumento dell'Irpef vuol dire che e' passata la nostra impostazione per non colpire i soliti noti”.
Per l'Udc, Pier Ferdinando Casini, fa sapere che ''le misure sono durissime ma le argomentazioni di Monti mi sono sembrate solide e convincenti''. Contento anche il capogruppo di Fli, Benedetto Della Vedova: ''Il complesso della manovra, al di la' del giudizio di merito sulle singole misure, mostra una cosa: siamo in ottime mani e i provvedimenti illustrati oggi dal presidente Monti avranno ricadute positive, rapide e importanti, in Italia ed in Europa; e dall'Europa di nuovo in Italia''.
Se l'Italia dei valori si preparara a valutare la manovra punto per punto, l'unica voce fuori dal coro è quella della Lega Nord, che parla di opposizione forte, mentre fuori dal parlamento si alza la protesta dell'estrema sinistra.
Mondo del lavoro come sempre diviso: se la Camusso (CGIL) parla di un “governo vuole fare cassa sui poveri” e i sindacati hanno bocciato la manovra all’unanimità, soprattutto per quanto riguarda gli interventi in materia previdenziale: “E’ un duro colpo per lavoratori e pensionati, con queste misure pagano i soliti noti”, diversa è la reazione del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha parlato di riforma “dura, ma indispensabile”.
Una manovra di lacrime e sangue quindi, che vede concorde il mondo della politica e Confindustria, mentre forte è la protesta dei lavoratori.




















