Consueto appuntamento con uno dei conduttori dell'emittente milanese
VETERE RADIOMILAINTER / MILANO – L’attesa spasmodica, il crescere della tensione all’avvicinarsi del match, il tutto esaurito degli oltre 80 mila supporters, il fischio d’inizio. Quello che è andato in scena poi è stato uno spettacolo nel vero senso del termine, che rende onore al gioco del calcio e alle squadre che si sono fronteggiate. Il Barca ha dimostrato una volta di più di essere una grandissimo club, ma in questa occasione ha dovuto faticare molto più del solito, giocando col coltello tra i denti, per riuscire a mettere k.o. il Milan che si è trovato di fronte. Un Milan che, nonostante la sconfitta, ha ottenuto la vittoria più grande: finalmente ha avuto la conferma di potersela giocare con chiunque, di essere una squadra matura, arcigna e combattiva. Consapevolezza che deriva dal fatto di aver tenuto testa, nel doppio confronto, alla squadra più forte del mondo, con un aggregate definitivo di 5‐4 per il Barca. Un’inezia. Se la somma venisse fatta fra il possesso palla dell’andata e del ritorno, il risultato sarebbe schiacciante. Ma le partite fortunatamente non si vincono in questo modo, e non si vince nemmeno col semplice possesso prolungato della sfera, Napoli docet. Quello, contraddistingue e delinea la filosofia di calcio di una squadra, lo stile con cui si gioca al pallone. Il Barca è maestro in questo, il Milan no, non ha gli stessi interpreti per farlo e attuarlo in quel modo; ha saputo però giocare secondo il suo di stile, senza snaturarsi o sciogliersi dalla paura, con grinta e una buona dose di coraggio, ribattendo colpo su colpo. Cosa da non sottovalutare. Fino al colpo decisivo di Xavi, che ha sancito il 3‐2 finale, Milan e Barcellona si sono affrontati come due grandi pugili a un passo dal gong, e il più bravo dei due sarà quello che sferrerà il colpo decisivo. E’ andata cosi. La prestazione fa ben sperare per il futuro e con qualche innesto azzeccato, questa squadra potrà insediarsi in pianta stabile fra le più forti d’Europa.
Scendendo nei dettagli, va sottolineato l’errore grossolano dell’arbitro Stark. Non siamo soliti attaccarci a sviste o errori della terna arbitrale, capitano e rientrano nel fattore umano. Se però il rigore che viene concesso, oltre a essere molto generoso (a dir poco), ti capita contro i campioni d’Europa in carica, la strada si fa assai erta e quasi irrecuperabile. Cosi sarebbe stato se un certo K.P. Boateng non si fosse inventato un gol meraviglioso, da far vedere e rivedere nelle scuole calcio e ai nipotini, che ha temporaneamente tenuto a galla i rossoneri. Ora non resta che attendere il sorteggio del 16 dicembre, dal quale potrebbero uscire delle soprese. Tra le squadre che potrebbero passare da prime compaiono formazioni quali Apoel, Bayer Leverkusen e Benfica…Vedremo.
Concludiamo con il sorrisino di Galliani nel post-partita, il quale non ha nascosto la soddisfazione per la prestazione convincente della squadra, ma da grande conoscitore di calcio quale è, avrà sicuramente colto una volta per tutte, dove questa squadra può essere ulteriormente e definitivamente potenziata: servirà un terzino destro di livello (Zambrotta ha la sua età e Taiwo al momento non dà garanzie), e un sostituto all’altezza di Van Bommel, brutta copia di quello ammirato l’anno scorso. Chissà che proprio a gennaio non si vada verso queste soluzioni….




















