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Campione ai raggi X: Con il numero 11, Ryan Giggs

Viaggio nella carriera del numero 11 per eccellenza del calcio moderno

CAMPIONE AI RAGGI X: CON IL NUMERO 11, RYAN GIGGS / ROMA –  All’origine, quando i numeri di maglia servivano a rendere immediatamente riconoscibile i giocatori grazie alla loro posizione in campo, il numero 11 era prerogativa delle ali sinistre. Con l’evoluzione del calcio e l’entrata in scena del marketing nello sport, l’usanza è andata via via perdendosi. Eccezione alla regola è colui che ha rappresentato e continua a rappresentare l’ultimo baluardo dei valori e della tradizione del calcio nell’era moderna. Il suo nome è Ryan Giggs, da 21 anni la fascia sinistra è la sua casa e, col numero 11 sulle spalle, è il miglior giocatore di sempre ad aver vestito la gloriosa maglia del Manchester United.
La sua storia con i Red Devils ha inizio nel lontano 2 Marzo 1991 quando, ancora minorenne, debutta in Premier League nella sconfitta per 2 a 0 contro l’Everton. Lo sfortunato esordio non compromette la carriera del calciatore, che nella stagione seguente viene promosso titolare da coach Ferguson, suo grandissimo estimatore. Le attenzioni dell’allenatore investono non solo il rettangolo di gioco: al giovane gallese viene, infatti, espressamente vietato di concedere interviste fino al compimento del ventesimo anno. Il divieto acquista senso se si considera che prima di quella data, il giocatore ha già un invidiabile palmares: una Premier League, una Supercoppa Europea, una Football League Cup e una Community Shield.
Ryan Giggs non è però il tipo da montarsi la testa, neanche a fronte dei due riconoscimenti personali ricevuti nell’annata 91-92 e in quella seguente come “miglior giovane del campionato inglese”. E’, anzi, uno degli artefici del doppio 'Double”'(Premier League+FA Cup) realizzato dal Manchester United nelle stagioni 93-94 e 95-96. A mancare è, solo, la consacrazione a livello europeo e l’opportunità arriva nell’anno successivo, quando la squadra raggiunge le semifinali di Champions League, venendo però sconfitta dai tedeschi del Borussia Dortmund. Il successo europeo arriva invece nel 1999, per 2 a 1 nella finale contro il Bayern Monaco entrata nella storia grazie al micidiale uno-due inglese a tempo ormai scaduto. Il momento d’oro (oltre alla Champions League, l’undici di Ferguson vince, in pochi mesi, anche Premier League e FA Cup realizzando uno storico 'treble') prosegue nell’anno successivo, nel quale il gallese viene premiato col titolo di 'Man of the Match' nella vittoriosa finale di Coppa Intercontinentale contro il Palmeiras.
Il ventesimo secolo si conclude con l’inserimento del giocatore nella formazione ideale degli anni novanta stipulata dalla UEFA. Il decennio successivo si apre sulla stessa falsa riga di quello precedente: il Manchester United continua a trionfare in madre patria, anche per merito del controllo di palla ai limiti della fisica, del piede sinistro delizioso, della velocità e dell’intelligenza tattica fuori dal comune del suo numero 11. L’annata 2007-2008 è quella della seconda (e ultima) vittoria in Champions League ma, soprattutto, quella del record personale più importante: proprio nella finale europea contro il Chelsea, raggiunge l’invidiabile numero di 759 presenze con la maglia dei Red Devils, superando la leggenda Bobby Charlton e divenendo il giocatore con il maggior numero di partite disputate nella squadra inglese. A coronamento di una serata fantastica il destino decide che, al termine dei supplementari, a siglare il rigore decisivo sia proprio l’allora trentaquattrenne calciatore gallese.
Gli anni che passano non intaccano il talento sopraffino del giocatore che, grazie alla grandissima intelligenza calcistica, riesce a dosarsi e risultare decisivo anche nel minutaggio sempre più ridotto che Ferguson gli concede. Nonostante disputi appena 12 presenze in Premier League nella stagione 2008-2009, ad aprile la federazione riconosce il giusto merito alla sua carriera premiandolo, per la prima volta, come giocatore dell’anno. Ad Ottobre 2011, riceve invece il premio internazionale Golden Foot, assegnato ai calciatori che abbiano almeno 29 anni.
Il bilancio, in 21 anni di carriera, parla di 885 presenze nel Manchester United, 161 goal e 31 titoli conquistati. Numeri astronomici per un giocatore stratosferico, capace ancora, a 38 anni, di deliziare il pubblico e insegnare calcio ai giovani. Con la maglia numero 11 sulle spalle.

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