Atalanta
Bologna
Cagliari
Como
Fiorentina
Genoa
Inter
Lazio
Lecce
Milan
Napoli
Parma
Roma
Torino
Udinese
Verona

Crisi Italia: Il giorno più lungo

Potrebbe essere oggi il giorno decisivo per sapere le sorti del governo Berlusconi. Mercati in fermento, con una domanda: dopo di lui, voto o grande coalizione?

CRISI ITALIA – IL GIORNO PIU' LUNGO/ROMA – Italia di fronte a uno spartiacque decisivo. Previsto per oggi il voto di fiducia alla camera sul rendiconto generale dello Stato. Indice di una situazione che sembra ormai aver toccato il punto di non ritorno, è il fatto che anche il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, abbia lasciato di fretta questa mattina Bruxelles dove stava partecipando a una riunione dell'Eurogruppo, per partecipare al voto.

Atteso oggi al meeting di Ecofin, il ministro torna a Roma per quello che potrebbe essere il giorno che sancirà la crisi definitiva del governo Berlusconi. Dopo i segnali forti dati ieri dalla borsa, facenti seguito ai rumors di possibili dimissioni del premier, anche oggi Milano apre con segno positivo, indice di una sfiducia generale del mercato e della speranza di un cambio di governo che ai più appare inevitabile.

Nella riunione ad Arcore di ieri, voluta da Berlusconi e alla quale hanno partecipato i massimi esponenti del gruppo Mediaset (oltre ai familiari, erano presenti Fedele Confalonieri e diversi avvocati del premier), la famiglia Berlusconi ha affrontato il problema di una exit strategy tanto inevitabile quanto poco gradita al capo di governo.

Intanto ai margini dell'Ecofin si registra  la pesante dichiarazione del ministro delle finanze austriaco: “L'Italia e' un paese troppo grande per poter beneficiare di un piano di salvataggio e per questo deve fare grandi sacrifici”. Situazione ben definita dunque, fatta di sacrifici ed austerity, che richiama al problema maggiore in questo momento: ricorso al voto o governo di responsabilità nazionale?

Mentre si registra la volontà di Berlusconi e Lega di andare al voto, nella speranza di sparigliare le carte di fronte a una opposizione tanto unita nel contrastare il premier quanto divisa sulla proposta di nuova leadership, sono in molti tra maggioranza ed opposizione che preferirebbero un compromesso di larga coalizione che porti alla realizzazione di misure impopolari quanto necessarie e che permetta di scaricarne la responsabilità su un esponente “tecnico”.

La chiave dello scontro nei prossimi giorni è proprio questa: chi si prenderà la responsabilità di una manovra che si prospetta fatta di lacrime e sangue, e che necessiterà di una maggioranza tanto vasta quanto coesa, in un momento in cui l'unico fattore di coalizione sembra essere la volontà di “scaricare” il Primo Ministro?

I mercati attendono, nella speranza che la risposta possa venire in tempi brevi e che soprattutto sia garanzia di governabilità e serietà.

Gestione cookie