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Lettere dal 1900: Novembre vero crocevia. Lazio-Catania: il pareggio e' migliore della vittoria

Prosegue l'appuntamento biancoceleste di Calciomercato.it

Domenica non ho scritto. La vittoria della Lazio a Bologna significava nulla di fronte alla morte di Marco Simoncelli. Accostare due notizie del genere mi dà persino fastidio, ma i fatti sono questi. Di fronte alla tragedia, ho dovuto – e voluto – tacere. Oggi torna questa piccola rubrica, e mi perdonerete il drastico cambio di toni: sto per parlarvi unicamente di calcio. Per altri temi, onestamente, non ho parole.

La Lazio spinge ancora più in alto l'asticella dei risultati utili consecutivi, posizionandola a quota 5 se si includono tutte le competizioni, a 6 tenendo conto del solo campionato. Il pareggio col Catania lascia in bocca l'amaro di un avvio di stagione sempre uguale: decine di tiri in porta e poche realizzazioni in proporzione. Il Catania, dopo la Juventus e i biancocelesti, è la squadra più in forma sotto il profilo dei risultati recenti: stasera si è visto perché. Il cinismo ha premiato il calcio di Montella. Ai microfoni di 'Sky Sport', Reja ha già lamentato, con altre parole, che la Lazio meriterebbe qualche punto in più di quelli racimolati fino ad ora. Ma non è necessariamente così.

I biancazzurri sono terzi in classifica (obiettivo stagionale), secondi se si considerano soltanto i punti conquistati (alla pari con l'Udinese), ed anche in Europa League sono secondi (grazie alla differenza reti). Non solo: i decisivi incontri con Zurigo e Sporting Lisbona si disputeranno tra le mura amiche dell'Olimpico. E ancora: se il prezzo da pagare per la vittoria all'ultimo secondo nel derby è un pareggio col Catania, sono ben lieto di asservire al pedaggio. Ci sono risultati e risultati: la gara con la Roma avrebbe potuto chiudersi nel 99% dei casi sull'1-1, eppure quell'1% ha cambiato la testa e il cuore di squadra e tifosi. Il pareggio di stasera non fa un soldo di danno, anzi: mantiene alta la fame di riscatto.

Adagiarsi al primo posto sarebbe stato bello, ovvio: ma l'anno scorso una serie prematura di vittorie consecutive ci portò in vetta al campionato a diversi punti di distacco dal Milan, per poi vedere naufragare il sogno Champions League con un filotto di sconfitte decisive nelle ultime partite stagionali. Insomma: meglio bastone e carota alla maniera dei pareggi col Catania, che delle batoste patite la scorsa stagione.

E adesso? Adesso c'è tanta voglia di stabilire quello strapotere visto nel gioco anche nei risultati. La corazzata biancoceleste spaventa tutti, ma per trasformarsi da spauracchio a terrore bisogna vincere: a Cagliari, con lo Zurigo, col Parma. Poi avremo due sfide cruciali: al San Paolo contro il Napoli e in casa, con la Juventus. Inutile nascondersi: il vero mese per capire questa Lazio sarà novembre. E per allora, il centrocampo di cerotti di stasera sarà soltanto un pallido ricordo. Nel nome di Hernanes. Nel nome di Mauri. Nel nome di Brocchi.

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