Il CT due volte iridato sostituito da Novo. Le milanesi si rinforzano sul mercato.
Nel corso della stagione 1947/48 la nazionale subisce due pesanti sconfitte che lasciano il segno: il 5-1 rifilato agli azzurri dall’Austria a Vienna e lo 0-4 imposto dall’Inghilterra a Torino.
Il 5 agosto del 1948, dopo l’eliminazione nei quarti di finale delle Olimpiadi di Londra (Danimarca-Italia 5-3), Vittorio Pozzo rassegna le sue dimissioni dal ruolo di CT della nazionale italiana. E’ oramai ritenuto un uomo del passato, ancorato alla grandeur dei gloriosi anni ’30 e imperterrito sostenitore del metodo, in un calcio nel quale le grandi squadre si sono convertite al sistema. Al momento del ritiro Pozzo vanta 6.927 giorni come allenatore azzurro: un primato difficilmente eguagliabile. Il suo score parla di 97 panchine con la nazionale, con un totale di 65 vittorie, 17 pareggi e 15 sconfitte. Una lunghissima avventura impreziosita da un oro olimpico (Berlino ’36), due Coppe Internazionali e, soprattutto, i due trionfi mondiali del 1934 e del 1938.
Al posto di Pozzo subentra il Presidente granata Ferruccio Novo, alla prima e ultima esperienza da allenatore. In realtà Novo dirige in toto da anni il Grande Torino, occupandosi da dietro le quinte anche della gestione tecnica.
Nel campionato edizione 1948/49 è l’Inter ad insidiare più da vicino la supremazia torinista. I neroazzurri si rinforzano potenziando notevolmente il proprio reparto offensivo con due colpi decisamente azzeccati. In primis il franco-ungherese Istvan Nyers, attaccante dotato di ottima agilità e di grandi doti realizzative; devastante l’impatto di Nyers con il calcio italiano: 26 reti e titolo di capocannoniere alla sua prima esperienza in Serie A. Alla corte meneghina approda anche l’ex idolo giallorosso Amedeo Amadei, venduto da una Roma alle prese con importanti problemi economici: anche per lui stagione da incorniciare, con 22 gol che gli valgono la piazza d’onore in classifica marcatori alle spalle del compagno.
Degno di nota anche l’esordio nelle fila del Milan del centravanti svedese Gunnar Nordhal: arrivato a Milano a gennaio, gioca 15 gare in campionato mettendo la sfera nel sacco ben 16 volte.
I granata ipotecano la vittoria finale nello scontro diretto della 34° giornata: il 30 aprile 1949 a Milano Inter-Torino termina a reti inviolate. Resterà alla storia come l’ultima gara giocata sul suolo italiano dal Grande Torino.
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