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Mercato Milan, Inter e Juventus: Da Nedved ad Hamsik, quando c'e' lo zampino di Raiola

La trattativa per portare in rossonero Marek Hamsik non è la prima a destare scalpore. Mino Raiola si è confermato in questi anni come uno dei manager più decisivi per le sorti del campionato italiano

MERCATO MILAN, INTER, JUVENTUS: DA NEDVED AD HAMSIK/MILANO – Carmine Raiola: l'uomo dei trasferimenti impossibili. Così si potrebbe soprannominare il manager e procuratore più famoso in Italia. Una carriera iniziata in Olanda, dove dopo qualche anno di gavetta è diventato punto di riferimento per il mercato olandese.
Dopo le prime operazioni “minori”, che portarono Michael Kreek a Padova e Brian Roy a Foggia, il procuratore italiano deve la sua fortuna ai talent scout che negli anni segnalavano ai club  dei Paesi Bassi talenti sconosciuti.

La prima operazione importante risale al 1993, quando in casa Inter approdano due talenti dell'Ajax: Dennis Bergkamp e Wim Jonk, ma è negli anni successivi, quando lega il suo nome a Pavel Nedved, che Raiola inizia a diventare uno dei procuratori più influenti a livello mondiale. Il primo colpo è il passaggio alla Lazio, dopo che il PSV Eindhoven era già in procinto di tesserare il giocatore: Raiola fa saltare il trasferimento e porta il ceco in Italia: per la Lazio, qualche anno dopo, sarà scudetto e una montagna di soldi.

E' infatti lui ad orchestrare il passaggio alla Juve di Nedved, nel 2001, quando inizia un rapporto di collaborazione con la Juventus, ed è sempre lui dietro al trasferimento a Torino di Emerson e Ibrahimovic, nel 2004. Tre trasferimenti che risulteranno determinanti per le vittorie dei bianconeri in ben quattro campionati su cinque.

E' proprio allora che comincia a delinearsi la figura di un manager tanto abile quanto spregiudicato. L'arrivo a Torino del brasiliano e dello svedese è accompagnato da non poche polemiche: a Roma il “Puma” comincia a soffrire di strani “mal di pancia” che forzano la società ad accettare la destinazione scelta dal procuratore, mentre in Olanda si vocifera addirittura di risse in allenamento con i compagni, per Zlatan.

Atteggiamenti che si ripeteranno successivamente, quando di fronte allo scandalo calciopoli, proprio lo svedese si “attiva” per forzare la mano alla società bianconera e ottenere la cessione. Sempre in casa Juventus, si registrano le continue pressioni nei confronti di Pavel Nedved, nel tentativo di portare il suo assistito in una realtà vincente: missione non riuscita solo grazie alla fedeltà del ceco per i colori bianconeri.

E' però a seguito di questi screzi che la Juventus decide di tagliare i ponti con Raiola, mentre in casa Inter si attiva per far arrivare Maxwell. L'idillio con i nerazzurri dura per due stagioni, al termine delle quali il rapporto con la famiglia Moratti si deteriora: è Ibrahimovic a suonare la ritirata, forzando di fatto i milanesi a una cessione tanto dolorosa quanto vantaggiosa. Lapidario il commento di un dirigente nerazzurro: “Con Raiola tagliati tutti i ponti”.

Questo fino alla scelta di Balotelli di lasciare i nerazzurri, alla ricerca di più soldi e di un tecnico in grado di valorizzarlo al meglio: il tira e molla estivo è piuttosto breve, con Super Mario che finisce alla corte di Mancini al City ed Inter che deve subire la doppia beffa, con il ritorno di Ibrahimovic in rossonero.

E' proprio il Milan, oggi, la società con la quale Raiola tratta con maggior continuità: Robinho, Van Bommel, Emanuelson e Didac. Sono quattro i giocatori che affiancano Ibrahimovic nella caccia allo scudetto, tutti arrivati a Milano in saldo, mentre si prepara un nuovo colpo, chiamato Marek Hamsik.

Negli ultimi 7 anni, Mino Raiola ha legato i suoi servizi alle squadre che successivamente sarebbero diventate campioni d'Italia, risultando determinante nel conseguimento di un vantaggio tecnico sui rivali.  Un personaggio senza compromessi, la cui  capacità manageriale convince alcuni dei giocatori più decisivi del panorama calcistico italiano ad affidarsi alle sue cure. Nedved, Ibrahimovic, Balotelli, Hamsik. Poker d'assi senza eguali nel mondo dei procuratori sportivi, e la sempre più crescente convinzione che sia lui l'erede sportivo di Luciano Moggi, come re del mercato abile e spregiudicato.

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