L'ex patron biancoceleste: “Con Franco Sensi abbiamo sempre provato a fare diventare Roma la Capitale del calcio italiano”
ESCLUSIVA SERGIO CRAGNOTTI LAZIO / ROMA – La storia vincente della Lazio coincide con la figura di Sergio Cragnotti. Nato anche lui in quel 9 gennaio che portò alla luce tanti anni prima la società capitolina l’ex Presidente biancoceleste ha legato il suo nome al periodo più bello della ultracentenaria storia della Lazio. Sotto i suoi 10 anni di gestione la bacheca biancoceleste si è riempita: sono arrivati 1 Scudetto, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiana, 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa europea. Con lui la Lazio è diventata il primo club italiano ad entrare in Borsa ma è stata anche ad un passo dal fallimento, per via del default dei bond Cirio. Oggi Sergio Cragnotti è lontano dal mondo del calcio ma non per questo ha smesso di seguire le vicende della “sua” Lazio.
“La Lazio ha fatto finora un grande campionato. Forse con maggiore credibilità ed equilibrio nel sostenere un'avventura grande come quella di questa stagione avrebbe ottenuto risultati anche maggiori ma ciò nulla toglie al grande campionato che sta disputando la squadra di Reja. – ha detto Cragnotti ai microfoni di calciomercato.it – Credo che questo sia un campionato bello perché molto equilibrato, anche se non c'è grande spettacolo. Il problema è che il calcio italiano sta attraversando un periodo di transizione, deve ritrovare il suo ruolo a livello internazionale”.
Proprio in Europa le squadre italiane hanno fallito. Galliani nei giorni scorsi ha detto che con il fair-play finanziario le cose andranno anche peggio. “Io a questo discorso del fair-play finanziario ci credo pochissimo. Come faranno le squadre inglesi o spagnole che sono anche più indebitate delle nostre? Sicuramente occorre un contesto industriale che possa accrescere il livello delle nostre squadre. I Presidenti devono creare un progetto che li faccia crescere a livello nazionale ed internazionale. Non è un problema di equilibrio finanziario, manca proprio un piano per fare crescere il calcio italiano. Manca un pensiero innovativo nel nostro calcio: solo trovandolo, anche a livello di Federazione, allora l’Italia tornerà a crescere”.
In una recente intervista alla 'Gazzetta dello Sport' Maurizio Zamparini ha detto: “Non voglio fare la fine di Cragnotti e Tanzi o mangiarmi tutto come la famiglia Sensi“. “Ed io non voglio fare alcuna polemica. – chiarisce Cragnotti – Ognuno ha avuto i suoi problemi che sono troppo differenti per essere comparati. Sicuramente in quegli anni il calcio italiano era forte perché dietro aveva un pensiero industriale molto energico, che portò ad esempio alla realizzazione della pay-tv. Il calcio cresceva e di conseguenza crescevano gli investimenti: è un contesto troppo distante da quello attuale. Di certo ora il calcio non può più essere comandato da Presidenti mecenati ma da persone che dietro hanno un pensiero ed un progetto industriale innovativo, altrimenti non possiamo reggere il confronto con altre Nazioni”.
Tanti ex campioni d'Italia nella Lazio come Mancini, Simeone o Mihajlovic hanno intrapreso con successo la carriera da allenatore. “Questa è una naturale aspirazione dei grandi calciatori. Chi ha fatto cose importanti in campo vuole poi restare nel calcio come protagonista e trasmettere tutti i valori che ha imparato alle generazioni future. In quel periodo la Lazio ha fatto cose straordinarie e mi auguro che anche la nuova gestione possa farle rivivere. Io sono contento di tutto quello che abbiamo fatto. Poi, naturalmente, in ogni conduzione c'è qualcosa che riesce meglio di altre, calciatori che rendono di più o di meno, ma quegli anni sono stati anni fantastici per la Lazio: abbiamo avuto dei giocatori straordinari”.
Ma Sergio Cragnotti può ancora tornare alla Lazio? “Il ciclo è finito, ormai ho una certa età e sono impegnato in altre vicende. Auguro davvero a chi c'è ora di fare il meglio che possa fare per regalare ai tifosi della Lazio delle grandi soddisfazioni. Roma è una città importante e deve avere due squadre importanti. Con Franco Sensi abbiamo sempre pensato di fare diventare Roma la Capitale del calcio italiano, abbiamo avuto momenti di grande splendore e mi auguro che i nuovi Presidenti sappiano dare ai tifosi capitolini quello che meritano”.




















