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Roma-Genoa, De Rossi mastica amaro: “Sono inca..ato! L’arbitro? La solita supercazzola”

Le parole del tecnico rossoblù dopo la sconfitta in casa della Roma con una prestazione non troppo positiva

Una partita speciale per Daniele De Rossi, che stasera è tornato all’Olimpico sulla panchina del Genoa, da avversario, ma non è riuscito a impensierire troppo la ‘sua’ Roma. I rossoblù perdono 3-1 e restano impantanati nella zona bollente della classifica dopo un turno non favorevole da quel punto di vista.

Daniele De Rossi (Ansafoto) – calciomercato.it

Nel postpartita le parole dello stesso De Rossi in conferenza stampa:

I primi 10 minuti siete partiti bene, poi dopo il gol il Genoa si è sciolto. “Primo tempo brutto, talmente brutto che neanche me li ricordavo i primi 10 minuti in cui eravamo partiti bene, me li ha ricordati il mio collaboratore. Gli errori si fanno, ma è come reagisci che fa la differenza. Invece siamo stati poco dentro la partita, poi siamo rientrati ma la partita era direzionata. Dopo l’Atalanta avevo perso e l’approccio mio alla conferenza era diverso, anche lì avevamo regalato delle cose ma oggi non abbiamo reagito. Nella reazione ci siamo ammosciati, contro la Roma non è permesso perché viene forte sui duelli ed è uscita la differenza tecnica. Se noi giochiamo al 100 per cento contro tutti la differenza tecnica magari la colmiamo, se giochiamo al 99 dipende. Se siamo tutti al 100 per cento, io per primo, di partite ne vinciamo tante. Se è come oggi diventa dura”.

Non ha mai allenato a livello giovanile, ma il Genoa ha una delle età medie più basse e si trova ad allenare tanti giovani. Si rivede in Alberto De Rossi? “La domanda non pensavo finisse così. Mio padre mi ha tramandato tante cose, il modo di essere, quella pazienza in più che serve con i giovani. Questi sono giovani meravigliosi, ma non ridurrei a questo. I giovani forti sono allenabili, devo rivedere la partita ma la prestazione di Otoa che è 2004 mi rincuora, Ekhator è entrato bene. Non esiste l’età, magari ci parli diversamente, se lo metti fuori si può chiudere, ha l’età di mia figlia, ci perdo un po’ di tempo. Ma c’è gente di 30 anni che va a 2000, giovani che non sbagliano una prestazione. Se vanno forte giocano”.

Si aspetta interventi sul mercato dalla società? Si parla di Pisilli. “Nulla da dire, quando aprirà vedremo. Non parlo di giocatori di altre squadre. Ma con l’atteggiamento dell’ultima partita, senza mettere dentro nessuno, mi salvo. Poi si migliorare, possono migliorare Roma e Juve figuriamoci il Genoa. Poi magari cercheremo qualcosa, ma devo pensare all’atteggiamento più che al miracolo dal mercato”.

Il suo primo bilancio? “Varia. Ogni partita aggiunge qualcosa, fino a stasera ero molto soddisfatto delle prestazioni. Lopez prima della partita mi ha detto che saremmo stati ottavi con i punti che abbiamo fatto con me. Dentro lo spogliatoio con l’Atalanta gli ho detto ‘se siete questi ci salviamo facile’. In un bilancio di 7 partite 5 e mezzo contano più delle altre. Ma sono segnali, campanelli, mi dà fastidio, sto male, perché la realtà è che dovevo fare meglio il mio lavoro, mi fa incazzare. Poi sì stavo dentro al mio stadio, ma lo volevo fare meglio, mi dispiace essere stato col muso, ma mi conoscono”.

Sull’atteggiamento dopo delle sconfitte immeritate. Che risposte si aspetta per la prossima? “Perché devo fare una partita brutta per arrivare arrabbiati a quella dopo? Siamo quartultimi, dovremmo essere indemoniati. Mi prendo i complimenti per le partite contro Inter e Atalanta, la squadra mi somiglia ma se loro sono sotto livello è perchè lo sono stato io. I problemi non spariscono, la direzione che avevamo preso era giusta, dobbiamo riprenderla”.

A parte gli errori individuali, c’è un altro modo per affrontare la Roma o le squadra di Gasperini? Ti costringono sempre a giocare come vogliono loro. “Non l’ho trovato, ma lo hanno trovato in pochi il modo per giocare contro una squadra che arriva forte sui duelli. Dovevamo cercare noi gli spazi, non ci siamo riusciti. Ci vuole equilibrio tra attacco alla profondità, dovevamo essere altrettanto aggressivi. Con l’Inter avevamo fatto sprazzi di gioco molto migliore, se non sei perfetto e ci metti sbavature giochi così, poi ti portano loro. L’Atalanta prima qualche partita la perdeva, ora che il livello delle sue squadre si è alzato è difficile. Ha gente che ha qualità davanti, preparata ai duelli. A me non sembra che la Roma sia scarsa davanti. Dovresti avere una squadra nettamente superiore, vincere ogni duello. L’Atalanta ha messo in difficoltà il Real Madrid”.

Sulle spiegazioni dell’arbitro per il contatto su Ostigard. “Non le ripetiamo le spiegazioni perché non farebbe una bella figura. Non era colpa sua, altri aevano uno schermo per guardare. Non abbiamo perso per quell’episodio, magari però cambiava subito il parziale. Io ho visto solo lui uscire col sangue, con l’occhio gonfio, poi l’ho rivisto e lascianpoco spazio alle interpretazioni. Il problema è le spigazioni che danno, la linea che danno. Non cambiava nulla, magari avremmo perso lo stesso. Bassta guardare le altre partite, episodi gestiti diversamente l’uno con l’altro, spiegazioni fantasiose. Sono stato il primo a essere stato contento del Var, strumento importantissimo, però se è uno strumento improtante per irci che no sbagli mai non c’è più credibilità Un cazzotto in faccia è un cazzotto in faccia, poi parlano di forza, impatto braccio lungo o coeto, sono sueprcazzole. Ci sono stati tanti episodi. Proprio parlando di calcio in generale con altri allenatori, la spiegazione è che hanno sempre ragione loro, c’è sempre un comma, un bis, per dire . La partita della Lazio è in epsodio che hanno spiegato ed era il contrario di un altro. Iop non penso che l’arbitro potesse vedere quell’episodio, ma se c’è i lVar deve esserci una linea diretta. Lo dico oggi che sono più arrabbiato per la presgtazione che per l’episodio. Ma l’episodio cambia l’inerzia”.

La salvezza la costruirete a Marassi? “Diventa un problema, perché 8 partite le giochiamo fuori. Vuol dire che faremo fatica fuori e non può essere così. A Cagliari e Udine abbiamo fatto una buona partita, dobbiamo diventare autonomi e indipendenti dai tifosi. Mi dispiace per oggi, ma da quando sono arrivato abbiamo fatto cose più buone che meno buone. Ripartiamo. Poi certo, i tifosi ti spingono, è diverso, perl dobbiamo pensare al nostro lavoro da fare al meglio. Abbiamo fatto pochi punti negli scontri diretti contro le prime 10, dovremo fare punti e prestazioni sia in casa che fuori”.

Cosa pensi di aver dato alla Roma per avere questo amore? “Ho dato qualcosa di molto simile a loro. Imperfezione, perché non sono stato sempre perfetto in carriera, amore, impegno, ho detto poche bugie, se l’ho fatto era per proteggere i compagni e lo spofaligaio. Su di me sono stato sempre diretto, penso abbiano visto questo. Qualcosa c’è dietro, sono 100 anni che esiste la curva, si è svuotata solo una volta, per il mio addio anticipato. C’è qualcosa di grande e lo sento, non c’è bisogno di fare il giro di campo, lo sento dentro di me, ne vado orgoglioso e fiero. La domanda dovrebbe essere girata ai tifosi. A parte che ero un buon giocatore, abbiamo vinto tante partite, siamo stati 9 anni secondi in classifica e abbiamo visto dopo quanto è difficile. Abbiamo vinto pochissimo, spero si possa tornare a quel livello. C’è una società che può farlo, un po’ come ia il Napoli. Io ogni volta mi svegliavo e avevo tutto quello che serviva per essere felice. Poi un sacco di derby persi, un sacco di imperfezioni, c’è tutto in una carriera. Ovviamente. Mi rode il culo a essere così nervoso, per raccontare questo grande amore, vorrei essere più allegro ma sono abbastanza avvelenato”.

Come sentimenti è stato più questo o Roma-Parma dell’addio? “Sono due cose diverse. Questa è la prima di una lunga serie di volte in cui tornerò qui. Si è parlato molto di questo ritorno, ero molto, ho vissuto una partita come le altre. Ci sono stati momenti che mi hanno toccato in settimana, un paio di frasi, di messaggi, qualcosa sfuggito sui social. Ho letto uno che ha scritto ‘ci ricorderemo sempre di quella volta che ti guarderemo e non potrai proteggerci’. Mi ha fatto fermare 5 minuti e lo ha detto un tifoso normale. Ho visto persone a cui voglio bene, sugli spalti ma anche qui in sala stampa, i magazzinieri, tanta gente che mi ha visto vivere la mia vita qui dentro. Spero che le prossime volte se ne parlerà meno e spero anche che – non vi arrabbiate – il risultato sarà diverso”.

Roma-Genoa, Ekuban: “Sono amareggiato, non ho ripagato la stima di De Rossi”

Cosa è successo? “Siamo partiti un po’ più morbidi rispetto al solito e non ce lo possiamo concedere. Con queste grandi squadre la loro qualità entra in gioco, prendere un gol subito e poi il secondo ha canalizzato la partita. La prestazione è stata inferiore come intensità rispetto alle altre, dobbiamo resettare e ripartire per la prossima”.

In questa settimana avete percepito l’emozione di De Rossi? Vi ha condizionato o era il solito mister? “In realtà no. Ha preparato la partita come tutte le altre, ovviamente ci ha detto che ci sarebbe stato qualcosa da parte dei tifosi, ma di non farci abbindolare o ingannare da questo fatto perché sarebbe stato al nostro fianco per 90 minuti. Ha addosso la maglia del Genoa anche lui. Non abbiamo percepito emozione o qualcosa di diverso, è stato professionale come tutte le altre settimane”.

De Rossi ha detto cose molto belle su di te: cosa vi ha dato De Rossi? “Queste parole mi fanno sempre onore. Diciamo che sono amareggiato per come è andata la partita oggi per il fatto che c’è tanta stima da parte sua e non l’ho ricambiata. Deve darmi più fuoco per le prossime. Ci sta portando passione, più attenzione, più controllo sulle cose che possiamo fare noi, ci sta traghettando. Da allenatore ci sta trascinando con sé, cercando di farci arrivare al massimo a cui possiamo arrivare. Ogni giorno è sempre più convinto anche lui che possiamo fare questo percorso testa a testa con chiunque”.

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