Antonio Conte e Luciano Spalletti sono entrati in due mondi paralleli dall’inizio del match: ecco come hanno vissuto lo scontro al Maradona
Napoli-Juventus non sarà mai una partita comune. E non lo è stata affatto con Conte da una parte e Spalletti dall’altra. Entrambi hanno vinto Scudetti e fatto la storia con i club opposti. Al ritorno al Maradona del tecnico di Certaldo ci sono stati applausi e fischi. Un po’ di tutto. Un mix di emozioni.

I due allenatori si sono abbracciati e si sono messi in posa nella foto di rito di inizio gara. All eyes on them. Tutti gli occhi su di loro. E soprattutto su Spalletti. Proprio i primi quindici minuti della partita sono emblematici e fanno capire subito di che sfida nella sfida stiamo parlando.
Il Napoli passa subito in vantaggio, Conte è un grillo e salta da una parte all’altra della panchina per dare indicazioni. Chiede costantemente ai suoi di giocare e muovere la palla. Urla, si dimena, indica ogni movimento da fare. Spalletti, invece, i primi 15 minuti, compreso il gol, li passa ad osservare e passeggiare nervosamente. Fino ad allargare le braccia per l’ennesimo errore di inizio gara. A pochi minuti dal termine dell’intervallo chiama David per dargli indicazioni tattiche: deve togliere Cabal, in stato confusionale a causa di Neres.
Spalletti, Oriali e Conte: nervi tesi sul contatto Kalulu-Olivera
C’è un episodio dubbio in Napoli-Juventus. Kalulu interviene in tackle dritto sulla caviglia di Olivera. Per l’arbitro solo giallo, anche per la sala VAR non ci sono le condizioni di un cartellino rosso. Conte e Oriali, però, protestano per ottenere un espulsione diretta.

Spalletti, invece, si agita e chiede un fallo non fischiato in precedenza proprio su Kalulu, che perde palla a causa della pressione di Hojlund. Le due panchine si scaldano. Oriali e l’allenatore bianconero si dicono qualcosa di troppo. Questione di campo. Spalletti però si avvicina un po’ troppo energicamente e deve essere trattenuto a bordocampo, altrimenti si rischia un faccia a faccia.
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Tutto rientra in pochi minuti. L’allenatore della Juventus resta molto nervoso: troppi errori da parte dei suoi calciatori. Conte invece incarna lo spirito della squadra in campo. È energico, sempre in movimento, molto attento ad ogni azione. Non lascia nulla al caso e addirittura insegue i suoi mentre partono in contropiede, come quello sciupato da Noa Lang e Hojlund che avrebbe congelato il match sul 3-1. A fine partita, Conte stringe la mano a Spalletti e si dirige verso gli spogliatoi senza neppure festeggiare. Oriali, invece, si gira verso la tribuna. Sente questa partita più delle altre: altri tre punti, crisi alle spalle e Maradona imbattuto nell’anno solare 2025.




















