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Italia ancora senza Mondiale? Gravina non arretra: “Dimissioni? È fuori luogo” | VIDEO CM.IT

Le parole del presidente della Federcalcio sul suo futuro in caso di mancata qualificazione ai Mondiali. Poi ammonisce: “Pensiamo già alla finale ma…”

Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina fa chiarezza su alcuni punti e temi d’attualità del calcio italiano e non solo. Nella conferenza stampa che ha seguito il consiglio federale, il numero uno della Figc ha risposto su un suo eventuale passo indietro senza l’ennesimo Mondiale, sulla possibilità di spostare una giornata di campionato e non solo.

Gabriele Gravina – calciomercato.it

È tecnicamente possibile spostare una giornata di campionato per favorire la Nazionale? “Noi non cerchiamo alternative o scorciatoie, il rinvio di una giornata di campionato lo ritengo non percorribile. Ci stiamo attrezzando autonomamente per uno stage, i nostri selezionabili sono molto ridotti. La speranza è che ci sia la possibilità di fare uno stage verso metà febbraio, mi sembra di cogliere una predisposizione molto positiva da parte della Lega di A”.

Sugli incentivi per far giocare calciatori italiani. “Il calcio rientra nell’ambito di attività di mercato. Pensare come da più parti leggo ci suggeriscono di adottare provvedimenti che impongono l’utilizzo di italiani, togliamocelo dalla testa, non è assolutamente percorribile. Lo è la strada dell’incentivazione, con l’utilizzo di alcune risorse. Servirà un provvedimento di legge, una modifica della Legge Melandri, un cambiamento radicale nella cultura degli investimenti. I vivai sono alcuni degli asset fondamentali di una società, invece sono visti come dei costi”.

Il destino della Federcalcio è legato al destino della Nazionale? “Non c’è una norma, non l’ho letta. È un destino più individuato e cercato all’esterno della federazione. Se n’era parlato dopo la Svizzera, ma al nostro interno c’è un principio di democrazia, sancito e dettato dalle norme federali. La risposta è stata un 98,7% di consenso, quindi c’è qualcosa che non torna. Evidente poi ci sono riflessioni da fare, legate a una scelta di responsabilità personale. Ma aprioristicamente mi sembra fuori luogo, soprattutto perché per mia natura sono ottimista. Andremo ai Mondiali, quindi il problema non si pone”.

Gravina: “Ha ragione Sarri. Qui si parla già di finale, ma con la Macedonia…”

Sarri ha detto che se l’Italia esce con Irlanda del Nord, Galles o Bosnia vuol dire che merita di uscire e basta a prescindere da rinvii e altri spostamenti del campionato. “Se vai fuori e perdi, vuol dire che non meritavi. Al di là dell’avversario. Noi siamo uomini di sport, va avanti chi vince. A prescinere dal Galles, se si chiama Irlanda del Nord o Macedonia. Il risultato è lo stesso. Non possiamo dire di essere andati fuori immeritatamente, se si va fuori è così”.

Perché l’Europa è così debole e le regole sono così astruse nei criteri di qualificazione? “C’è un principio di democrazia. Ci sono paesi che hanno più la possibilità di raccogliere consenso. Come avviene nell’Uefa, ci sono tante federazioni. Il regolamento è noto. Inutile cercare anomalie, se esiste un ranking, forse un piccolo vantaggio in più magari avrebbe dovuto meritarlo. Ma andare dietro queste percentuali sono riflessioni politiche che andranno presentate. Giusto lasciare il fattore campo al sorteggio? No. L’Italia che non va al Mondiale è un danno per il calcio italiano ma anche per chi organizza questi eventi. Il brand italiano attira interessi. I risultati si conquistano sul campo e sul lavoro, non perché ti chiami Italia. L’Italia non va ai Mondiali perché non vince. Alcune realtà ci sono ed erano inimmagibili fino a qualche tempo fa, da Malta, Andorra, Estonia con la Norvegia. Io per cultura non sono affascinato da questi discorsi. Contano i gol e vincere contro queste squadre. Dobbiamo vincere contro l’Irlanda del Nord. Poi già parliamo della finale, ma lo stesso errore lo abbiamo fatto con la Macedonia del Nord. Pensiamo prima alla semifinale”.

Non state pensando a Roma per la semifinale? “L’idea è Bergamo, siamo stati molto bene, un’accoglienza straordinaria”.

Era auspicabile o preventivabile a marzo prevedere una settimana di stop a prescindere dai playoff? “No, non era ipotizzabile. C’è un tema, in quella finestra ci sono le competizioni internazionali. Puoi prevedere tutto quello che vuoi a livello domestico, ma il calendario è intasato per le gare combinate internazionali”.

Cosa cambierà con l’ingresso di Prandelli sul fronte giovani? “C’è un progetto che ci è stato consegnato da Zambrotta e Perrotta che hanno esperienza nelle scuole calcio. È un progetto per lo sport di base, per i bambini fino a 13 anni. Prandelli è un mestro in termini di valorizzazione. Sarà uno sviluppo e una nuova metodologia. Un’idea condivisa da Perrotta e Zambrotta”.

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