I nerazzurri di Inzaghi misero paura all’armata di Klopp, strappando applausi: da lì si è costruita l’Inter che ha (quasi) dominato in Champions
Ci sono quegli incroci, quelle notti, quei momenti che possono segnare un destino. Anche se quello stesso istante coincide con una pugnalata. Succede nello sport, dove si cresce oltre qualsiasi cosa dalle cadute. Pure se la sofferenza è tanta. Inter-Liverpool di questa sera richiama alla memoria proprio uno di questi crocevia, ormai quasi quattro anni fa. Era il 16 febbraio 2022, il primo anno di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter, a San Siro arrivava il Liverpool di Klopp, un’armata che a fine stagione vincerà entrambe le coppe nazionali, perdendo la Champions solo al cospetto del Real per 1-0, e arrivando dietro al City campione in Premier, anche qui per 1 solo punto.

Qualcosa che all’Inter dello stesso Inzaghi è stato poi imputato più volte: arrivare a un passo dalla gloria, ma cadere sul più bello. Quel cammino è stato ugualmente trionfale per i Reds, se lo sono costruito anche con le sconfitte brucianti degli anni passati. Per i nerazzurri quella notte, andata degli ottavi di Champions, significò un po’ lo stesso. Era un’Inter nuova, in ricostruzione dopo l’addio di Conte, incompleta, non se ne conosceva ancora il reale livello, della squadra come dell’allenatore. Il campo disse 2-0 Liverpool, ma solo dopo 75 minuti di equilibrio in cui gli uomini di Inzaghi dimostrarono per la prima volta di poter giocare alla pari – o meglio – anche con i più grandi.
La sconfitta con il Liverpool che anticipò il futuro: com’è nata l’Inter di Champions
Tante occasioni, la traversa di Calhanoglu, le sgroppate di Dumfries e Perisic contro una squadra in palese difficoltà. Per questo i gol di Firmino e Salah suonarono come una beffa. Al ritorno l’Inter sbancò Anfield con un’altra super prestazione, ma l’1-0 non bastò. I nerazzurri tornarono a casa con l’amaro in bocca, ma l’anno successivo arrivarono in finale. Persero col Manchester City una partita da totali underdog, ma in cui meritavano senza dubbio molto di più.

Due anni più tardi un’altra finale, stavolta surclassati dal PSG degli ‘alieni’ di Luis Enrique. Ma al termine di un percorso esaltante, in cui hanno eliminato Bayern e Barcellona consolidandosi a lungo termine come una delle migliori 4-5 squadre d’Europa. E la prima pietra per tutto questo è stata posata proprio lì, quasi 4 anni fa, a San Siro contro la stessa avversaria di questa sera.
Lo stesso Inzaghi qualche tempo fa ha confessato: “La partita che rigiocherei? Quella con il Liverpool”. Il rammarico legato sia all’andata che al ritorno, quando il rosso a Sanchez mise tutto in salita e nonostante quell’episodio la sua squadra sfiorò l’impresa nel tempio del calcio. Ma è da lì che è (ri)nata l’Inter, quella delle notti europee che nessuno – neanche il Real Madrid – vorrebbe incontrare. Stasera i ruoli sono invertiti, i nerazzurri sono lanciati mentre i Reds di Slot sono in piena tempesta. E Cristian Chivu spera di poter mettere anche lui la prima pietra per la sua grande Inter.




















