Il tecnico della Fiorentina ha allontanto lo scenario delle dimissioni, ormai diventate una rarità in determinate situazioni
In queste ore a tenere banco in Serie A è la questione allenatori, che dopo nove giornate senza scossoni hanno cominciato a smuovere le acque. Così dopo Lazio-Juve è arrivato l’esonero di Tudor e l’arrivo di Spalletti, nei giorni scorsi invece il cambio in panchina anche al Genoa, in attesa di sapere chi sarà l’erede definitivo di Vieira. Ma soprattutto la vicenda Pioli, dopo l’ennesimo ko con il Lecce. Il club vorrebbe cambiare, ma il tecnico emiliano non ha intenzione di dimettersi.

Per cui bisogna trovare una exit strategy che accontenti tutti, mentre la società – orfana del ds Pradé – deve scegliere il sostituto. Qualche contatto c’è stato anche con De Rossi, ma Palladino e soprattutto Vanoli e D’Aversa sono le opzioni principali. I tifosi della Fiorentina invocano un passo indietro da parte di Pioli, che ha già allontanato questo scenario. E infatti toccherà a Commisso praticare la via dell’esonero. La scelta di dimettersi in caso di scarsi risultati, per gli allenatori nel calcio moderno è diventata ormai una vera e propria rarità, di solito per questioni contrattuali e per mantenere un ingaggio importante.
Sarri e non solo: chi ha rassegnato le dimissioni negli ultimi anni e per quali motivazioni
In Serie A nell’ultimo anno e mezzo la Lazio è stata un’eccezione, visto che a marzo 2024 sono arrivate le dimissioni di Sarri, che non si sentiva di poter incidere più sullo spogliatoio, anche a causa di alcuni problemi personali che lo stavano colpendo e condizionando. Anche il suo successore, Igor Tudor, che non è arrivato neanche al ritiro estivo, ha salutato con le stesse modalità anche se per motivazioni ovviamente diverse legate a divergenze insormontabili sul mercato. Secondo Lotito, inoltre, anche Marco Baroni ha lasciato Formello allo stesso modo, trattandosi però di una scelta di base condivisa.

Ma fare mea culpa e rinunciare magari a un ingaggio sostanzioso – come ha fatto Sarri, per rispetto e affetto verso la maglia laziale – è materia davvero introvabile al giorno d’oggi. Lo ha fatto nel 2011 anche Claudio Ranieri dopo una sconfitta bruciante per 4-3 in casa del Genoa. Una scelta per amore della Roma, per “dare una scossa”. Edin Terzic si è dimesso dal Borussia Dortmund dopo la finale di Champions del 2024, Simone Inzaghi ha lasciato l’Inter per firmare con l’Al Hilal.
Nel 2023 c’era stato anche l’addio di Roberto Mancini alla Nazionale, per alcune divergenze col presidente Gravina, firmando poco dopo per la nazionale saudita. Restando sul tema selezioni, Luis Enrique ha lasciato dopo l’eliminazione della Spagna al Mondiale 2022, il ct della Polonia Probierz in seguito a dei dissapori col capitano Lewandowski. Dimissioni di ‘cuore’ sono state anche quelle di Stellone al Benevento nel 2023. Di recente, meno di un mese fa, invece la stessa decisione l’hanno presa il ct della Serbia Stojkovic per gli scarsi risultati ottenuti. Pochi giorni fa invece l’addio improvviso di Brendan Rodgers al Celtic. In ogni caso, resta materia rara.




















