Diverse società in situazioni disperate o quasi, ennesimo terremoto sui campionati: lanciato l’avvertimento
La stagione calcistica è appena iniziata, ma abbiamo già fatto il pieno di emozioni, critiche e polemiche a vari livelli. A evidenziare la difficoltà del calcio italiano, la situazione descritta dal giornalista Graziano Campi, che parla di sei club a rischio fallimento a stagione in corso e non solo.

Sempre molto attento agli aspetti regolamentari e finanziari del pianeta calcio, Campi, sul suo profilo ‘X’, spiega come i campionati, specie nelle serie inferiori, potrebbero essere letteralmente stravolti dagli eventi: “Due squadre in B e quattro in Lega Pro finiranno il campionato solo in caso di miracolo. Di almeno otto club non è possibile ricostruire con trasparenza la proprietà. Ma si ritiene che il calcio italiano abbia i controlli più rigidi d’Europa”.
Considerazione al veleno, quest’ultima, che sottolinea come in realtà ci sia tanto da cambiare. Aprendo a riflessioni più ampie sull’intero sistema calcio, che nel nostro paese sta imboccando una discesa pericolosa.
Serie inferiori in grossa difficoltà, il sistema è al collasso: necessaria la riduzione delle squadre
Le proprietà straniere che si stanno facendo largo in Serie A sono solo un indizio, ma in qualche modo i team della massima serie tengono botta, nonostante le difficoltà. Il caos inizia a notarsi dalla Serie B in giù, pensando a cosa è successo di recente a Sampdoria, Brescia e Cosenza, per fare solo qualche esempio.

E dalla Serie C in poi, il rischio di falsare campionati già dall’inizio è sempre più concreto. Lo scorso anno sono fallite Taranto e Turris, quest’anno ci sono già penalizzazioni notevoli per Rimini e Triestina, Crotone e Foggia sono alle prese con l’amministrazione controllata per infiltrazioni mafiose, e così via. C’è necessità evidente di rendere più stringenti i controlli e i requisiti di accesso per le iscrizioni.
Quest’ultimo passaggio è già avvenuto, ma evidentemente non basta. La riduzione delle squadre nei vari campionati, a cominciare dalla Serie A, non appare più differibile. Troppe 100 squadre professionistiche, che evidentemente il sistema non può più supportare. Il ‘taglio’ più importante dovrebbe avvenire in terza serie, il cui formato mastodontico a 60 squadre è un problema palese.




















