I biancocelesti nel Memorial Sandro Criscitiello a reti bianche con la squadra di Biancolino, con qualche dubbio ma delle buone risposte
Finisce 0-1 al Benito Stirpe di Frosinone, davanti al 10578 spettatori il Memorial Sandro Criscitiello, padre del direttore di Sportitalia Michele ed ex sindaco di Mercogliano. Un test importante per Lazio e Avellino, con i biancocelesti attesi a risposte di livello in chiusura della seconda settimana di ritiro estivo. E, pur senza gol, segnali incoraggianti ne sono arrivati dai giocatori in campo, soprattutto a livello fisico, mostrando una condizione e un ritmo non scontato. Più indietro, e non solo per qualità, l’Avellino che però è una squadra in costruzione dopo la freschissima promozione in Serie B.

Prima partita di gara di studio con poche occasioni ma una discreta intensità. Al 25′ gol annullato a Castellanos sull’ottima giocata di Vecino, che sulla destra salta l’avversario e pennella un pallone precisissimo. L’argentino probabilmente spinge il diretto avversario prima di colpire alla perfezione di testa e l’arbitro decide di fischiare il fallo del Taty. Poco dopo la prima vera chance anche per l’Avellino di mister Biancolino, con Russo anticipato da Mandas dopo un rimpallo in area che lo aveva messo davanti alla porta. Poi spinge ancora la squadra irpina sfruttando qualche disattenzione difensiva dei biancocelesti, ma senza riuscire a incidere con lucidità e qualità.
In ogni caso è partita vera allo ‘Stirpe’, con le due curve caldissime e una buona condizione delle due squadre in campo. Sarri si infuria più di una volta con i suoi giocatori nella seconda parte di frazione, la squadra comunque ci tiene come dimostra la reazione di Rovella che scaraventa via il pallone dopo un fischio contrario dell’arbitro. E i ritmi sono buoni. In luce Vecino e Pedro con qualcosa da registrare tra i centrali di difesa e al momento della perdita del possesso del pallone.
Provstaard gioie e dolori: Sarri tra dubbi e certezze dopo Avellino-Lazio
Provstgaard, tra i più attesi, non benissimo senza palla – soprattutto nel posizionamento – mentre dimostra una qualità di calcio e una precisione invidiabile quando deve sventagliare a destra per Pedro o verticalizzare, magari servire il centrocampista rapidamente. La personalità in quel senso non gli manca, ma serve lavorare tantissimo su tutto il resto. Avrà tempo e modo, anche se all’esordio in campionato a Como dovrà farsi trovare più pronto visto che le possibilità che giochi lui al posto di Romagnoli squalificato sono chiaramente altissime.

Nel finale di primo tempo risale in cattedra la Lazio, scheggiando anche la traversa con Gila. Nell’intervallo girandola di cambi con gli ingressi di Pellegrini, Guendouzi, Cataldi, Marusic, Romagnoli, Cancellieri, Lazzari e Provedel. La prima chance è per Castellanos che si muove molto ma non trova la porta, poi l’occasione più grande è per Vecino che si trova a colpire di testa davanti al portiere dopo il gioiellino servito da Luca Pellegrini. L’Avellino risponde con la punizione insidiosa di Palumbo respinta con i pugni da Provedel.
Poi spazio anche a Belahyane, Noslin e Basic (da esterno alto a sinistra) completando così gli 11. Ci prova con un paio di scorribante interessanti anche Manuel Lazzari. L’occasione della partita ce l’ha poi nel finale Facundo Lescano, che non inquadra la porta da ottima posizione dopo che la palla era passata per tutta l’area. Verso il fischio finale le squadre respirano, con qualche chance sparsa ma ovviamente senza grande intensità. Comunque con la voglia di provarci. Il sussulto nei secondi conclusivi, al 92′, è firmato Noslin che con una bella serpentina passa in area e viene atterrato da Todisco: calcio di rigore perfetto trasformato da Guendouzi.




















