Il presidente dell’AIC Umberto Calcagno è intervenuto su uno dei temi più scottanti del momento: la situazione
La stagione attualmente in chiusura entrerà nella storia per la sua lunghezza e complessità. Il tema delle troppe partite durante l’anno torna d’attualità più che mai a causa del Mondiale per Club attualmente in corso di svolgimento.

La nuova veste della massima competizione per squadre di club ha inevitabilmente prolungato la stagione agonistica per tantissimi calciatori, arrivati a serbatoio scarico in questa fase. La Coppa del Mondo è ai quarti di finale e nei prossimi giorni si arriverà all’atto conclusivo che spedirà tutti in vacanza.
L’esperienza di quest’anno però fa riflettere e ha prodotto anche reazioni importanti come quella del presidente dell’AIC, Umberto Calcagno, che a ‘Radio Crc’ ha evidenziato: “La nostra posizione è sempre stata fin troppo chiara dall’inizio. Nel mondo in cui oggi viviamo solo le grandi competizioni possono creare un valore aggiunto dal punto di vista economico, ma ad oggi per massimizzare i ricavi nel breve periodo, si rischia persino di vendere un prodotto che è qualitativamente uguale a quello che siamo già abituati a vedere”.
Calcagno ha quindi ribadito: “Mai come in questo momento è fondamentale salvaguardare la salute del giocatore poiché tutelando i top player salvaguardiamo anche la parte migliore del nostro spettacolo e così rispettiamo anche il pubblico”.
Il presidente ha poi sottolineato come ci siano una serie di situazioni che influiscono sulla salute del giocatore passando poi al vaglio la distribuzione delle risorse che con le modalità attuali si sta “concentrando nelle mani solo di pochi grandi club” facendo venire meno l’equilibrio competitivo dei campionati.
Calcagno all’attacco: “Associazioni calciatori in causa con la FIFA”
La questione Mondiale per Club alimenta quindi il dibattito: “La FIFpro europe, la costola europea del sindacato mondiale dei calciatori e delle calciatrici, insieme alla World League, l’unione delle leghe mondiale, hanno intentato una causa in sede europea perché riteniamo che chi organizza le competizioni non può essere anche soggetto regolatore e stabilire le date del calendario. Noi siamo in causa con la FIFA, insieme alla FIFpro europe e alla World league”.

Concetti ribaditi con forza da Calcagno che si sofferma anche su ritmi, stress e qualità dello sforzo andando a ribadire come non si alleni più come prima. In questo senso ha portato l’esempio della settimana tipo gestita dal Napoli quest’anno a suo dire “fondamentale per la vittoria dello scudetto“.
Il presidente dell’AIC ha quindi passato in rassegna il tema infortuni: “Dopo la quarta o la quinta partita che si gioca ogni cinque giorni si vede come aumentano gli infortuni e come cala l’intensità fisica e di gioco dei calciatori che sono in campo”.
Infine su Infantino come ‘problema’ ha sottolineato come “non bisogna personalizzare i problemi, il calcio mondiale vive tutto ciò che gli altri ambiti vivono a livello economico, perché la concentrazione di ricchezze non è un problema solo del calcio”.