Le dichiarazioni dell’arbitra dopo la decisione de La Presidente del Consiglio dei Ministri. Ora è ufficiale
Ora è finalmente legge. Esulta Manuela Nicolosi, così come tutti gli arbitri italiani, grazie al decreto Sport, approvato da La Presidente del Consiglio dei Ministri che equipara i fischietti ai pubblici ufficiali:

Chi ci aggredisce – scrive su LinkedIn -, fisicamente o verbalmente, non se la caverà più con una pacca sulla spalla o un “non è così grave dai”. Significa reato punito con la reclusione in carcere. Significa protezione. Ma anche qualcosa di più: riconoscimento”.
“Per anni ho visto colleghi e colleghe aggrediti. Io stessa ho dovuto chiamare i Carabinieri più volte per essere scortata fuori dal campo. Minacciata, insultata, spinta. Eppure ogni volta ho deciso di tornare. Non perché fosse facile. Ma perché sapevo che se non lo facevo io, qualcun’altra si sarebbe sentita più sola”, prosegue Nicolosi
“Mi hanno detto che non avevo il diritto di essere lì. Ma ci sono rimasta. E ogni volta che sono tornata, è stata una scelta. Una scelta di non farmi definire dalla rabbia altrui. Una scelta di continuare a credere in quello che facevo.
Una scelta di non mollare”.
Nicolosi: “Legge importante, ma non basta”
Manuela Nicolosi sottolinea come finalmente l’Italia guarda avanti, con una legge che tutela gli arbitri, ma serve altro: “Questa legge è un passo importante, ma non basta. Perché il rispetto non si insegna con un codice penale. Si insegna con l’esempio. Con la cultura. Con l’educazione. E anche con le parole”.

“Per questo continuerò a raccontare cosa significa essere arbitra. Per far capire. Che dietro una decisione presa in campo c’è una persona. Che dietro ogni cartellino c’è studio, preparazione, responsabilità, coscienza. E sapersi mettere in discussione dopo un errore. Credo che nessuno, mai, dovrebbe sentirsi in pericolo per aver fatto rispettare le regole”.
“Il calcio è “solo un gioco”? Sì, è un gioco ed ha delle regole. Ma se non vengono rispettate, non è più uno sport. Grazie al Ministro dello Sport per aver presentato questo decreto legge così necessario”, conclude Manuela Nicolosi.
Qualche giorno fa era arrivato l’applauso anche da parte del presidente dell’Aia, Antonio Zappi: “Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica. La tutela degli arbitri entra finalmente nel codice penale ed è il frutto di mesi di lavoro e di incontri con i quali abbiamo portato all’attenzione politica e mediatica questa emergenza sociale”.