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Roma, nodo plusvalenze: ecco cosa rischia e quanti milioni deve incassare

Il club giallorosso ha bisogno di realizzare poco meno di 20 milioni di plusvalenze entro tre giorni: tutti i conti e i rischi in caso di mancato rispetto dei parametri FFP 

La Roma continua la corsa contro il tempo. La scadenza fissata è ormai quella canonica del 30 giugno, il termine entro cui realizzare circa 30 milioni di euro in plusvalenze per rientrare nei parametri e nei traguardi intermedi del settlement agreement firmato nel 2022 dal club giallorosso. Un ritornello che ormai a Trigoria conoscono molto bene, ma che stavolta è particolarmente difficile da ripetere. Prima la questione allenatore, poi il rinnovo di Svilar, la separazione con Ghisolfi e l’arrivo di Massara a metà giugno. Tutte situazioni che hanno fatto inevitabilmente disperdere tempo ed energie. Senza contare che la Roma non ha potuto contare sui giovani come in passato sono stati i vari Volpato, Tahirovic e Afena-Gyan.

dan e ryan friedkin in tribuna all'olimpico
Dan e Ryan Friedkin (Ansafoto) – calciomercato.it

Per cui due strade sono possibili: addio a un big per rientrare subito e in solo colpo, oppure arrivare alla cifra con le cessioni cosiddette minori. Quest’ultima è la priorità, senza rinunciare a nessuno. Ma il tempo è ormai strettissimo e all’orizzonte non ci sono trattative in dirittura d’arrivo con cifre tali da giungere al traguardo. È possibile, senza sacrifici pesanti (Ndicka, Koné o Svilar) quindi che la Roma non arrivi a rispettare il traguardo intermedio imposto dal Settlement Agreement. Come è già successo in realtà nei due anni precedenti, in cui i giallorossi hanno realizzato qualche milione in meno di plusvalenza e hanno pagato in entramente le occasioni 2-3 milioni di multa. Ma questo sarebbe il terzo ‘strike’, per cui non è detto che l’Uefa conceda nuovamente solo una sanzione pecuniaria di dimensioni abbastanza ridotte.

Anche perché il disavanzo rischia di essere maggiore degli altri anni. E allora si aprirebbero le altre possibili sanzioni previste e riportate nell’accordo firmato dalla Roma. La prima è la restrizione al numero di giocatori registrabili nella lista A, ovvero due giocatori in meno, per un totale di 23, da non togliere però ai calciatori formati ‘localmente’. Una punizione accettabile. Oppure i giallorossi potrebbero incappare nel divieto di iscrizione di nuovi giocatori alla lista A. A meno che il saldo dei costi di giocatori in entrata e in uscita non sia positivo. Molto più scomodo, ma forse ancora gestibile. Fino ad arrivare alla peggiore, ma anche la più improbabile, delle ipotesi: l’esclusione dalle coppe. Queste le possibili punizioni.

Roma, Dahl e Zalewski non bastano: quante plusvalenze mancano e da chi possono arrivare

Andando a vedere nel dettaglio economico, però, alla Roma mancano ancora da realizzare qualcosa come 18-19 milioni di plusvalenze. Gli altri 11 sono arrivati da Dahl e Zalewski. Lo svedese è stato ceduto dal Benfica per 9 milioni più bonus: pagato 4 milioni un anno fa, aveva un costo residuo a bilancio di 3,2 milioni. E i capitolini hanno dovuto corrispondere il 10% dei 9 milioni al Djurgardens come da accordi. Il totale fa 5 di plusvalenza, a cui si aggiungono i 6 del riscatto esercitato dall’Inter per Zalewski, che era a costo residuo praticamente zero (mancavano circa 10mila euro). Da qui i 18-19 per arrivare a 30 circa. La cifra che avrebbe portato Angelino dall’Arabia, ma l’Al Hilal ha aspettato e infine preso Theo Hernandez mandando in fumo 23 milioni per la Roma, di cui 19,25 di plusvalenza. Un incastro perfetto.

eldor shomurodov esulta
Eldor Shomurodov (LaPresse) – calciomercato.it

Ora di opzioni per le cessioni ‘minori’ ce ne sono, ma i calciatori interessati hanno poco mercato oppure hanno un costo ancora importante da ammortare. La Roma ascolterà altre offerte per Angelino, ma dall’Inghilterra – o comunque da paesi non arabi – non arriverebbero più di 12 milioni (7-8 abbondanti di plusvalenza), ma da soli non basterebbero. Intorno a Saud gira pochissimo, il Tolosa lo vorrebbe in prestito. Ma anche cedendolo sarebbero spicci (è a bilancio per quasi 2 milioni). Shomurodov ha squadre interessate, il Basaksehir in primis e poi il Nizza, più la pista Cremonese. Ma la Roma ha bisogno di almeno 8-9 milioni per realizzare appena 2,5 milioni di plusvalenza visto il costo residuo di 5,385 milioni dopo il rinnovo fino al 2027. E visto che al Genoa va il 10% della rivendita. Da Le Fée non è arrivato aiuto da quel punto di vista: a bilancio per 18,4 milioni è stato ceduto per 18 milioni di base fissa (i bonus non vengono considerati in questo momento).

Roma, plusvalenze complicate: la situazione nel dettaglio tra cifre e giocatori

Hermoso è arrivato a zero, ma viene da un anno travagliato in cui ha giocato poco e ha chiuso la stagione al Bayer con un brutto infortunio alla spalla. Per ora non ci sono interessamenti concreti per lui. Da Leandro Paredes possono arrivare circa 2,5 milioni di plusvalenza (via per 3,5 con un costo residuo di 1 milione). Gli altri: Solbakken pesa ancora per quasi 800mila euro, Kumbulla per oltre 7 milioni di euro (Gasperini potrebbe anche valutarlo in ritiro), Baldanzi per 8,7 milioni. Giocatori e cifre che non permettono – anche in caso di cessioni – di realizzare più di 3-4 milioni ciascuno in plusvalenze. Smile la situazione per Celik (1,850 milioni da ammortare) e in parte Cristante (3,723). Lo stesso Abraham, che ha avuto sondaggi dalla Turchia, pesa per 11,7 milioni a bilancio. Servirebbero offerte da almeno 20 milioni per l’inglese, quasi fantamercato. A meno di interventi dall’Arabia, che ci ha pensato ma per ora è freddina.

Frederic Massara (LaPresse) – calciomercato.it

Poi ci sono Darboe, Cherubini ed El Shaarawy, oltre a qualche altro ragazzo in uscita dalla Primavera. Zero euro da ammortare, ma anche qui parliamo di cifre molto basse. I giovani con più mercato anche all’estero, come Marin e Levak, sono andati via a zero. Pellegrini ha un costo residuo da ammortare di 775mila euro, ma ha il contratto in scadenza ed è attualmente infortunato, per ancora qualche mese. Non la situazione ideale per una cessione. Per questo la questione è riportata ai big come Ndicka (restano da ammortare 2,4 milioni relativi a commissioni), Koné che però dopo un solo anno ha un costo molto alto a bilancio di 14,4 milioni, e Svilar. Con quest’ultimo forse unico vero incedibile, soprattutto dopo l’intervento di Ranieri sul rinnovo. Dovbyk invece pesa ancora per oltre 24 milioni, la Roma dovrebbe cederlo a 45 milioni. Sostanzialmente impossibile, anche qui a meno di follie arabe.

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