Lo scorso anno, dei malintenzionati entrarono in casa del ‘Divin Codino’: il racconto
Sono passati più di vent’anni dal suo addio al calcio giocato, ma per tutti gli appassionati il ricordo delle sue gesta è ben vivido e ancora oggi il suo nome è una autentica leggenda, per il mondo del pallone nostrano e non solo. Roberto Baggio si è raccontato nel corso del podcast di Gianluca Gazzoli ‘Passa dal BSMT’, descrivendo alcuni dei momenti più intensi della sua carriera e il modo in cui ha gestito l’addio al calcio, parlando però anche, a 360 gradi, dello sport italiano e della sua vita privata. In particolare, di un episodio che lo ha segnato, quello della rapina subita in casa sua.

Era quasi un anno fa quando dei criminali armati fecero irruzione nella sua villa. Avveniva durante Italia-Spagna degli ultimi Europei, Baggio e la sua famiglia furono picchiati e sequestrati per 40 minuti dai malviventi. Una vicenda che destò molta impressione e che ha lasciato un ricordo indelebile dentro di lui, per le terribili sensazioni provate.
Sull’argomento, Baggio ha raccontato in questo modo nel corso del podcast: “Sapevano chi fossi. E’ un episodio che segna la vita, è una violenza che fanno a te, a tua moglie, ai tuoi figli, con una cattiveria che non riesci a spiegarti. A un certo punto hanno messo la pistola in bocca a mio figlio, volevano che gli indicassimo la cassaforte, che non avevamo. Dicevano che se l’avessero trovata ci avrebbero ammazzato. Siamo rimasti per terra per tre quarti d’ora, non è stato facile. Il problema è la rabbia che ti viene dopo. Capisco la gente che vuole farsi giustizia da sola. Paura? Non ne ho avuta, non li ho sentiti arrivare. Ero arrivato faccia a faccia con uno di loro, d’istinto avrei voluto tirare un pugno e dei calci, ma erano in sei, lascio immaginare come sia andata…Se li hanno presi? Non lo so, le autorità non ci raccontano niente, come è giusto che sia”.