Il presidente biancoceleste sull’avvicendamento dei due allenatori arrivato ufficialmente nella giornata di ieri
Nella sala stampa dello Stadio Olimpico si è tenuto questa mattina il 1° Convegno della S.S. Lazio sul tema“Bullismo e Cyberbullismo nella scuola e nello sport: come prevenire ed arginare il fenomeno”. Un incontro davanti a decine e decine di studenti di tutte le età e le principali istituzioni della capitale e non solo: il presidente della Regione Rocca, il sindaco di Roma Gualtieri, l’assessore Onorato e il ministro dello Sport Abodi.

A margine, il patron biancoceleste Claudio Lotito – presente insieme al ds Fabiani – si è fermato a parlare a Calciomercato.it del ritorno di Sarri e il divorzio da Baroni: “Sarri è un allenatore che ho voluto a tutti i costi, perché ha interrotto prematuramente un percorso che avevamo intrapreso. Cosa non ha funzionato con Baroni? Innanzitutto io non l’ho esonerato, il mister ha fatto una scelta. Io sono abituato a non misurare le persone per i risultati ma per la tenuta psicologica in un contesto specifico. Lui ha fatto una scelta perché probabilmente sono venute meno alcune aspettative che forse aveva previsto. Anche la piazza aveva assaporato alcune possibilità. Ma non è un problema solo della Lazio, perché anche altre squadre del Nord mi pare che alla fine non hanno vinto nulla. Il calcio è anche questo, è legato a variabili, siamo passati dall’andata in cui eravamo primi in Europa e dappertutto, poi ci siamo persi per strada”.
Perché con Sarri stavolta funzionerà? “A parte che quando c’è stato siamo arrivati secondi. Ma abbiamo fatto una scelta di una persona che incarna quei valori in cui crediamo e che cerca di formare prima gli uomini e poi i giocatori”.
La Lazio avrebbe quindi continuato con Baroni? “Le risulta che ho fatto l’esonero? Allora si risponda da solo, è una domanda retorica”.
Le dispiace per la finale persa da Inzaghi? “Questa è una cosa da chiedere a lui, mica faccio le considerazzioni sugli altri. Facico il presidente della Lazio, non dell’Inter”.
Promesse a Sarri? “Il rapporto tra me e Sarri è di stima reciproca alla base e posso dire di affetto. Io non sono mai andato a cena con mia moglie a casa di un allenatore. Invece con Sarri è successo. Si era creata una bella empatia, lui si dimise – anche lui – perché non c’erano più le condizioni non per colpa della società ma ambientale per un progetto”.
Ma cosa c’è di diverso? “Io nella vita ho attività di pulizie, faccio pulizie, quindi ho fatto una pulizia (ride, ndr)”. Il presidente chiude quindi così, sorridendo e riferendosi a qualche giocatore del vecchio corso che evidentemente rappresentava ormai un problema.