Il tecnico dei pugliesi raggiante dopo la vittoria all’Olimpico che ha certificato la salvezza: le sue parole in conferenza stampa
Marco Giampaolo è stanchissimo, ma felicissimo e soprattutto enormemente orgoglioso dopo la vittoria splendida all’Olimpico con la Lazio che ha timbrato la salvezza dei pugliesi. Faticosissima, estenuante per certi versi.

In conferenza stampa il tecnico del Lecce ha condiviso le sue emozioni: “Le cose da dire sono tante, devo essere sintetico. Innanzitutto sono contento per tutti i nostri tifosi, 23mila abbonati sono tantissimi. Il seguito che il Lecce ha nelle partite fuori casa allo stesso. Quindi sono contento per i tifosi, sono i custodi di una fede, si identificano con questa terra bellissima che è il Salento. Sono contentissimo per il presidente, auguro a ogni allenatore di avere Sticchi Damiani come presidente, ha sempre la parola giusta, è sempre obiettivo. Un danno l’abbiamo fatto. Abbiamo reso Corvino immortale con questa salvezza, sono ca..i vostri”.
Per tutti gli uomini invisibili che meritavano questa permanenza, poi il pensiero forte va a Graziano. Abbiamo vissuto una parentesi brutta, un momento difficilissimo, lui era h24 con la squadra. E tutto è culminato con una prestazione in 10, ma la squadra è partita bene subito, si è visto che c’era. Partita epica, che magari i tifosi se la ricorderanno tra tanti anni, per lo spirito e per aver lasciato sul campo tutte le energie. Sono le partite che ci raccontavano una volta. Per la prima volta saranno quattro anni di fila in A. Non è stato facile, il gruppo è particolare ma ha avuto sempre carattere. Qualche problema, limite, fanno parte del gioco ma ha avuto sempre carattere. Ci siamo quasi presi a cazzotti, ma lo spirito e lo stare attaccati alla squadra non è mai venuto meno. Sono stati bravi, abbiamo fatto partite di grande sostanza, sempre meglio, nonostante fossimo border line. Io passo in secondo piano, lo dico con umiltà: io avevo in testa solo la salvezza, per me domani non è mai esistito”.
Cosa le ha dato indietro la squadra e l’ambiente? Come è cambiato Marco Giampaolo oggi? “Io posso dirvi che ho dato tutto. Non ho lesinato impegno, energie, non ho nulla da rimproverarmi. Per me non è esistito altro che il Lecce, ho dato tutto. Ho fatto fatica a capire i cambiamenti del calcio, avevo un altro modo di pensiero, la penso come Sarri. Oggi invece non va più bene e quindi il disordine organizzato non faceva parte di me. Ci ho messo un po’, ho studiato a casa, però poi ho capito. Mi sono destrutturato, quel pensiero sta lì ma dovevo essere contemporaneo. Poi non ho mai parlato così tanto con i miei giocatori, pensavo solo ad allenare, invece è stato un casino”.
Come si sente? “Sono contento per gli altri, è uno sport in cui regali gioia agli altri. I giocatori erano nervosi, tra i due tempi, non bisognava disperdere energie nervose, c’erano da giocare 50 minuti di grande sofferenza. Abbiamo cercato di tenere in campo chi teneva gli uno contro uno. Pierotti era quello più giusto per contrastare Tavares, quindi ho messo Coulibaly. Poi il confine tra essere un eroe e un perdente è sottile, un punto fa la differenza tra paradiso e inferno, ai ragazzi ho detto che per quel punto lì avremmo dovuto lasciare il sangue in campo. E sono stati bravi”.
Cosa farà domani Giampaolo? Parlerà con la società? “Ora torniamo a Lecce, resto a Lecce un po’ di giorni perché Lecce mi piace. Il Salento è bellissimo, sono rimasto affascinato, ha un sapore antico, d’altri tempi. Io abito in centro, ma non sono mai sceso a fare un passeggiata in centro. Conoscerò meglio la città, poi andrò in barca e poi vediamo. Perché non programmo niente, il futuro è l’oggi”.




















