Nonostante la conquista della finale della Champions League, continua a far discutere la questione del patteggiamento di Inzaghi e Calhanoglu
Entusiasmo alle stelle in casa Inter, e non potrebbe essere altrimenti, all’indomani della vittoria per 4-3 contro il Barcellona nel ritorno della semifinale di Champions League.

Dopo aver ripetuto il 3-3 dell’andata nei novanta minuti, con la rete di Francesco Acerbi in pieno recupero, i nerazzurri hanno saputo ricompattarsi e realizzare il gol decisivo nel primo tempo supplementare con Davide Frattesi, già determinante nei quarti di finale contro il Bayern Monaco di Vincent Kompany.
A fine partita è scoppiata la festa, con i tifosi meneghini impazziti sugli spalti di un ‘Giuseppe Meazza’ gremito in ogni ordine di posto, realizzando così il record di incassi di tutta la storia del calcio italiano: 14.7 milioni di euro finite nelle casse.
Adesso, si attende l’avversaria che il 31 maggio prossimo all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, stadio che evoca bei ricordi recenti per la squadra italiana, che uscirà dalla sfida di questa sera tra il Paris Saint-Germain di Luis Enrique e l’Arsenal di Mikel Arteta: si parte dallo 0-1 dell’andata, rete di Ousmane Dembele.
Nel frattempo, però, c’è da pensare anche alla corsa Scudetto, col Napoli del grande ex Antonio Conte in vetta alla classifica con tre punti di vantaggio a tre giornate dalla fine. E la prossima, contro il Verona di Paolo Zanetti, vedrà le assenze di Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu, squalificati per la questione dei rapporti con la curva e per cui è arrivato il patteggiamento, reso noto il 1 maggio scorso. Ma la questione fa ancora discutere, e non poco.
Patteggiamento Inzaghi-Calhanoglu, Zampini categorico: “Così non denuncerà nessuno”
Ad intervenire sulla questione è stato il giornalista, di dichiarata fede juventina, Massimo Zampini ai microfoni sul canale Twitch di ‘Juventibus’. “Il patteggiamento ha portato a delle sanzioni comiche. Un discorso è essere garantisti, è sacrosanto, e nessuno vuole far pagare in modo folle, facendo saltare tante partite o mesi di vita dirigenziale a qualcuno che si trova sottoposto ad una sorta di minaccia o pressione.
D’altro canto, però, mettiamoci d’accordo: se uno prende una giornata di squalifica e 14 mila euro di multa e per quell’altro (Andrea Agnelli, ndr) vengono chiesti 30 mesi di squalifica, stroncando così la carriera di un presidente… Il patteggiamento, prima del deferimento, nel diritto sportivo può portare al massimo a un dimezzamento della sanzione prevista in caso di giudizio ordinario. In questo caso, però, la pena massima sarebbe stata di 2 giornate di squalifica e 28 mila euro di multa, mentre alla Juve chiusero anche la curva, per dire.
Così sono due campionati e due mondi diversi a livello di giustizia sportiva. Punto. Il patteggiamento è un importantissimo istituto, però nei limiti. Foste voi un presidente, un giocatore, un allenatore in futuro sottoposto a questo genere di pressioni, cosa fareste? Denuncereste qualcosa? Mai nella vita, non denuncio niente, mi prendo una giornata di squalifica o pago la sanzione pecuniaria. Non scherziamo”. Parole, quelle di Zampini, che certamente faranno discutere anche nei prossimi giorni.