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Lazio-Parma, Baroni non molla e ‘sfida’ la Roma: “Sta facendo cose pazzesche, ma noi ci siamo”

I biancocelesti si fermano di nuovo in casa e buttano alle ortiche una partita che poteva segnare l’aggancio alla Juve: le parole del tecnico

La Lazio vede sfumare due punti pesantissimi contro una ‘piccola’, tardando ancora una volta il ritorno alla vittoria all’Olimpico in campionato. Pedro acciuffa il pareggio, ma il pareggio stavolta suona come una sconfitta nella corsa Champions.

Marco Baroni (LaPresse) – calciomercato.it

Nel postpartita le parole in conferenza stampa di Baroni:

Ennesima rimonta, ma in casa la Lazio prende sempre gol. La squadra era sfilacciata, i due gol sono stati identici. “Io non ho mai cercato alibi. Ma siamo alla 48esima partita, abbiamo giocatori giovani, che non hanno fatto un minutaggio così, il loro portiere ha avuto 7 minuti di possesso, calciava sempre e ci allungava. Andare sotto dopo un minuto del secondo, anche se in maniera rocambolesca, eravamo ansiosi. Prendere gol in questa maniera, venendo da partite ravvicinate anche di grandissimo dispendio fisico e mentale. Noi siamo dispiaciuti per noi, per i tifosi, però siamo nella volata e non molliamo. La mezz’ora finale è la testimonianza finale che la squadra non molla”.

Perché la Lazio era nervosa e leziosa? Perché è successo quello che è successo stasera? “Io sono feroce nelle analisi e vado nell’analisi vera. È la natura di questa squadra, che non ha questa solidità, per il modo in cui giochiamo. La squadra ha delle cose positive e delle lacune che dobbiamo togliere. Prendere un gol subito al primo attacco, ci ha calciato un missile il portiere con la palla arrivata in area, Suzuki ha questa capacità. Dovevamo difenderla meglio, ma la sapevamo e l’avevamo preparata. Due gol così avrebbero ammazzato chiunque, non noi. Sono entrati bene tutti, abbiamo alzato il ritmo. Giocare contro una squadra con gli attaccanti cuciti alla squadra, ci occorre lucidità. Abbiamo fatto fatica, ci siamo fatti portare sull’ansia, il nervosismo e l’ansia di recuperare la partita. Io sono dispiaciuto, ma siamo in un percorso, ci siamo fino in fondo tutti insieme. Non ci regalerà niente nessuno, ma noi ci siamo”.

Si è complicata la classifica anche nei confronti della Roma negli scontri diretti: che messaggio manda ai tifosi che vivono questo derby? “Di là sono stato di passaggio, qui ci sono dentro anima e cuore. Siamo dispiaciuti, ma c’è ancora partita. La Roma, è sotto gli occhi di tutti, sta facendo cose pazzesche dal punto di vista dei punti. Ma noi ci siamo, fino in fondo, poi vedremo dove andremo a piantare la bandiera”.

Sul primo gol una situazione ripetuta troppe volte, possibile che non si sia migliorato? Che spiegazione c’è? Il miglioramento va visto… “Sì, sono d’accordo. Abbiamo preso quella pallonata, dovevamo uscire forti e non lo abbiamo fatto. Ci siamo trovati sfilacciati, vedete dove manda il pallone Suzuki. Eravamo in pressione, questa palla ci ha sfilacciato, ma lo sapevamo che giocava questi palloni. Io sono feroce con me stesso prima di esserlo con la squadra, ma la Lazio ha una natura e gioca, sempre, a prescindere. Siamo il terzo miglior attacco, qualcosa paghiamo e dobbiamo migliorare. Non c’è margine di errore, ma in questo momento è che la squadra non molli mai, oggi peccato perché se avessimo segnato prima secondo me potevamo vincerla”.

Tanti cross, ma nessuno a rimorchio. “Sì, abbiamo bucato tanto a destra e per niente a sinistra. Ci è mancata qualità nella rifinitura, non è facile bucare contro squadre che stanno basse basse, schiantate lì 5-3-2 a presidiare l’area. Ci è mancata lucidità nella rifinitura. Altrimenti parlavamo di un altro risultato”.

Parlerà col calciatore chiedendogli di restare o con la società? “È un campione senza tempo, bisogna pagare il biglietto per guardarlo in allenamento. Per i nostri giovani è una opportunità pazzesca. Quando sono arrivato era un po’ sopito, ora è sveglio, reattivo, ha voglia, sapevo che ci avrebbe dato la carica perché ha ritmo e vivacità. Non c’è un problema Pedro, anzi, ora sta benissimo e ci darà un contributo fondamentale in fondo. Sono valutazioni che faremo alla fine, ma so già che Pedro è stimato dall’allenatore, dai dirigenti, dalla squadra e dal presidente”.

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