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Lazio, Baroni non si gode niente: “Non mi autocelebro, alla squadra ho già detto una cosa”

Il tecnico biancoceleste in conferenza dopo il pareggio che vale l’accesso ai quarti di finale di Europa League

La Lazio passa il turno in Europa League e approda ai quarti di finale, dove affronterà il Bodo/Glimt, giustiziere dell’Olympiacos. All’Olimpico basta il pareggio per 1-1 contro il Viktoria Plzen, anche se non senza qualche brivido.

marco baroni in conferenza dopo lazio-viktoria plzen
Marco Baroni – calciomercato.it

Nel postpartita le parole del tecnico biancoceleste Marco Baroni:

Le emozioni di questa partita? Alla prima volta è arrivato ai quarti: un capolavoro. “Ti ringrazio, ma non riesco a soffermarmi su queste cose. Non sono un celebratore di me stesso, sono concentratissimo, sono felice di questa serata, per i tifosi, per i ragazzi e la società. Ma devo lavorare con la testa lì dentro, umiltà e attenzione. Lo sento come dovere verso i miei ragazzi che fino dal primo giorno mi hanno dato grande disponibilità. Mi sento la responsabilità, verso di loro. Faccio i complimenti alla squadra e ai tifosi che ci hanno sostenuto”.

Risultato crudele per il Plzen? “Devo fare anche i complimenti a loro, hanno fatto una partita importante. Hanno messo in difficoltà tanti, sapevo sarebbe stata dura. La difficoltà era far capire queste difficoltà alla squadra, poi subito dopo il gol si è vista la voglia che aveva la squadra di passare”.

Cosa non le è piaciuto? La Lazio è andata in difficoltà. “Le difficoltà sono state dovute all’avversario, fanno un calcio che verticalizzano molto. Sono fenomeni sulle seconde palle, per noi era complicato. Faccio fatica a trovare delle situazioni, analizzeremo le cose, ma oggi era una partita complicata, la squadra l’ha gestita nel miglior modo possibile. In questo abbiamo portato Vecino a fare 90 minuti, 70 minuti a Castellanos, poi grande prestazione di Pedro. Abbiamo fatto partire Patric dall’inizio, Dele è rientrato anche se non in condizioni top. Nuno ha dato quello che poteva, poi mi ha chiesto il cambio. Ci sono sfumature che non si notano ma sono determinanti. Ora ritrovare certi giocatori è fondamentale”.

Domenica c’è una partita molto importante, la Lazio è oggettivamente stanca ma ci può stare. Meglio dal 1′ uno che sta bene e gioca meno o un giocatore stanco che ti dà il 50%? “In questi casi domani è molto importante, c’è recupero per chi ha giocato, ma poi si vede dopodomani. Nelle seconde 24 ore arrivano fastidi e doloretti, ora mi è difficile pensare a chi andrà in campo. Finita la partita ho fatto i complimenti alla squadra e ho parlato subito della trasferta di Bologna, siamo già lì dentro. Dobbiamo recuperare energie, sarà importantissima domenica”.

Su calci piazzati e mischie la Lazio ora è pericolosa. “Ci lavoriamo, la squadra lo sa. Spesso troviamo squadre che aspettano. Loro erano molto aggressivi, ti vengono subito vicino al pallone, raddoppiano e triplicano, la palla inattiva è fondamentale. La squadra ci sta credendo perché non sempre riusciamo a segnare su azione e il gol su palla inattiva è fondamentale”.

Quanto può far bene una qualificazione sofferta? La Lazio ha fatto due quarti negli ultimi 20 anni. “Sarà una trasferta difficile su campo sintetico (col Bodo, ndr), dobbiamo pensare partita dopo partita, mi resta impossibile analizzare il prossimo turno. Siamo ambiziosi, vogliamo arrivare in fondo, non dobbiamo guardare solo il nome della squadra o dei giocatori, sarebbe un errore grandissimo. Ora c’è una partita bellissima a Bologna contro una squadra che sta bene, un confronto che ci deve entusiasmare. Poi la sosta, qualcuno andrà via per gli altri sarà importante anche lavorare”.

Da un mese Isaksen è un altro giocatore: cosa è successo? “Io stimolo tanto i miei giocatori. Li vedo forti e bravi, quando li vedo bravi li stimolo. Aveva bisogno di lasciarsi andare, la sta trovando la fiducia, non ha paura di rischiare la giocata, a questi livelli devi fare le cose difficili. In quelle cose trovi le grandi prestazioni”.

Anche Zaccagni è diventato un calciatore diverso. “Lui non è una sorpresa, mi piace molto l’esterno che rientra, poi magari qualcosa in più ha trovato probabilmente”.

La caratteristica principale della Lazio è la grinta? “Questo momento abbiamo trovato una capacità di soffrire e restare dentro la partita, non perdere lucidità. Non molliamo mai, ma non perdiamo neanche l’identità e l’equilibrio. Questo è merito della squadra. All’interno della prestazione l’identità sta crescendo, soprattutto per spessore mentale”.

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