Per i nerazzurri torna d’attualità la possibile sanzione in classifica: si torna a parlare del caso Carassai
Dopo il pareggio di Napoli, l’Inter fa la conta dei superstiti in vista dell’andata degli ottavi di finale di Champions League.

Intanto però si torna a discutere del caso Carassai che ha tenuto banco nei giorni scorsi. Ne ha parlato, intervistato da ‘Radio Crc’, anche l’avvocato Enrico Lubrano, esperto di diritto sportivo. Il legale ha spiegato: “Bisogna valutare il concetto di responsabilità oggettiva per l’Inter. Le considerazioni che si devono fare per procedere ad eventuali sanzioni disciplinari sono sulla posizione che aveva Carassai all’interno della dirigenza nerazzurra e le responsabilità della stessa sul suo operato”
Lubrano aggiunge: “Il dato di fatto è che Carassai è stato per 3 anni e mezzo allo stesso tempo con un ruolo apicale in Microgame, società operatrice nel settore del gaming, cioè del gioco d’azzardo, e consigliere dell’amministrazione dell’Inter. Nel codice di giustizia sportiva c’è totale incompatibilità tra calcio e scommesse. Se qualsiasi dirigente o tesserato operante nel calcio commette anche solo una scommessa, la sanzione minima è di 36 mesi, accettando anche in via indiretta scommesse che riguardano il calcio”.
Ecco quindi che Carassai “dovrebbe essere sanzionato per almeno 3 anni di squalifica“, poi ci sarebbe da valutare la posizione dell’Inter.
Inter, caso Carassai: possibile penalizzazione
Lubrano da questo punto di vista spiega: “Per la società le prospettive sono diverse per via di come la Giustizia Sportiva decida di procedere. C’è sicuramente un profilo di responsabilità oggettiva. Così come è successo per Moggi, non conta il tuo ruolo nel momento in cui è stato posto il giudizio, ma conta il tuo ruolo nel momento hai svolto la tua attività”.

Il legale continua: “C’è un’ipotesi minima di responsabilità oggettiva e poi ci si dovrebbe interrogare sull’ipotesi di responsabilità diretta derivante dal comportamento dei legali rappresentanti della società. Ci sono due situazioni in cui ci si chiede se fosse mai possibile che la società non sapesse cosa faceva di lavoro il proprio consigliere d’amministrazione quindi il principio di negligenza della società“.
Poi c’è un altro aspetto sottolineato: “L’articolo 24 prevede all’ultimo comma un obbligo di denuncia. La sanzione deve essere proporzionata alla condotta. Se ci si limita alla sola responsabilità oggettiva allora le sanzioni sono contenute. Se ci fosse un tema di responsabilità diretta allora si potrebbe procedere ad una sanzione che potrebbe prevedere anche la revoca del titolo conseguito l’anno scorso dall’Inter. La penalizzazione andrebbe comunque scontata nel campionato scorso. Ammenda? Nel caso di responsabilità oggettiva può cavarsela così, nel caso di responsabilità diretta no”.