Si riunisce l’organo che scrive il regolamento. Grosse novità in arrivo anche per il Var, prendendo spunto dal tennis e dal rugby
Come ogni anno, l’IFAB (International Football Association Board) si riunisce per discutere la modifica del regolamento del gioco del calcio attualmente in vigore. Al vaglio dell’organo ci sono quattro proposte che potrebbero rivoluzionare in modo importante le regole a partire dalla prossima stagione 2025/26.

La ratio che sta dietro la possibile introduzione di nuove norme è quella di andare incontro alle richieste dei tifosi, che chiedono maggiore giustizia nel calcio, ma anche più trasparenza da parte degli arbitri. Inoltre si vuole aumentare lo spettacolo favorendo un maggior numero di gol da un lato e diminuendo le perdite di tempo dall’altra. In tale ottica, la prima novità potrebbe essere mutuata dal tennis e riguarda la possibilità di concedere a ciascuna squadra il Challenge (il Var a chiamata): uno per partita o uno per tempo. Si vogliono così evitare tutti quei casi in cui la decisione è sbagliata, ma da protocollo non può intervenire il Var. Inoltre, per permettere ai tifosi allo stadio di capire le decisioni arbitrali – come già avviene nel rugby – si potrebbe dare la possibilità al direttore di gara di comunicare con lo stadio tramite il suo microfono per spiegare perché è stata fatta una determinata scelta su gol, rigori e così via.
Dal fuorigioco al tempo effettivo: le nuove regole dell’IFAB
Troppi gol vengono annullati per fuorigioco, spesso millimetrici. La Regola 11 potrebbe essere completamente ribaltata. Oggi si considera punibile un calciatore che abbia anche una sola frazione di qualsiasi parte del corpo oltre il penultimo difendente.

L’idea è quella di convalidare tutte le marcature se almeno una delle quattro parti del corpo con cui è lecito segnare (testa, busto, gambe e piedi) sono in gioco. Infine ci si potrebbe avvicinare verso il tempo effettivo di gioco. C’è troppa discrepanza tra gare e gare: alcune superano l’ora di tempo effettivo, altre non arrivano a 45 minuti. Si sta pensando, anche in questo caso prendendo spunto dal rugby, di fermare il cronometro quando ci sono pause di gioco e interruzioni troppo lunghe, ferma restando la possibilità di concedere dei minuti di recupero. Lo scopo è quello di colpire i furbetti che perdono tempo.