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Gravina rieletto presidente Figc: “Ora serve aiuto per gli stadi. Il calcio non sia una cenerentola” | VIDEO CM.IT

Al Rome Cavalieri l’assemblea che eleggerà il nuovo presidente della Federcalcio: sarà confermato Gravina. Presenti anche Ceferin e Infantino

Al Roma Cavalieri Waldorf Astoria Hotel va in scena l’assemblea elettiva Figc in cui si voterà il nuovo presidente della Federcalcio. L’unico candidato per il quadriennio 2025-2028 è Gabriele Gravina, che è alla guida della federazione dal 2018. Sono 231 i delegati accreditati su 274 aventi diritto, in rappresentanza delle società di Serie A, B, C, Dilettanti, atleti e tecnici. Oltre al voto per il presidente, i delegati saranno chiamati anche ad eleggere i consiglieri federali (per la Lega Serie A ci sono 12 candidati per 4 posti).

Gravina – calciomercato.it

Tra i presenti ci sono Aleksander Ceferin e Zibi Boniek per l’Uefa, Gianni Infantino per la Fifa. Insieme a loro i delegati dei club tra cui Marotta, Scaroni, Carnevali, Fenucci, Ferrero, Chiellini, Cherubini, Sebastiani, De Laurentiis (che ha incrociato il ct Spalletti) e Marino. Assente invece Lotito. A sorpresa è spuntato poi anche Andriy Shevchenko, che si è intrattenuto con Ceferin e Savicevic.

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Ore 15.14 – Gravina parla in conferenza stampa dopo la rielezione: “Una manifestazione di grande attestato di stima e di fiducia, di condivisione su un principio fondamentale. Da mesi stiamo lavorando per creare clima di unità. Oggi c’è una grande realizzazione in termini di percorso tracciato, siamo andati in gol. Sono tutte priorità, non fatemi dire ancora della riforma dei campionati. Ci sono blocchi che impediscono a livello normativo la possibilità di esprimersi democraticamente sulla modifica dell’assetto dei campionati. C’è un diritto di intesa rimovibile solo con il dialogo. Riprendiamo il nostro nuovo modo di poterci confrontare, cerchiamo di capire quali sono le nostre responsabilità. Una che si chiama imputabilità, quando commenti un atto illecito, ma anche omissiva quando sei a conoscenza di qualcosa e non lo dici. Dobbiamo attivare il nostro senso di responsabilità. C’è un problema di sostenibilità, siamo in attesa di decreti attuativi. La nostra sulla questione scommesse è una pretesa”.

Cosa le procura la qualificazione ai Mondiali? “A volte diventa un peso, me lo fate vivere con l’ansia del risultato perché siete molto bravi a trasformare alcuni errori tecnici o legati al risultato sportivo in capo al presidente, ma si dimentica con rapidità quanto fatto di buono. Lo vivo con la stessa ansia di tutti gli italiani. Non la voglio trasferire al mister e ai ragazzi. Noi vogliamo assolutamente andare in America. Dobbiamo qualificarci al Mondiale, fa bene Spalletti a parlare degli impegni con la Germania. Abbiamo l’esigenza di raccogliere tutte le energie per arrivare a questo risultato”.

A che punto siamo sulla questione stadi? “Sono fondate le mie speranze. Bisogna rimboccarsi le maniche, Abodi sta portando avanti degli incontri. Non ne conosco gli esiti, ma la parte di Governo è giusto la segua il ministro. Io sono sereno, confido nelle mie capacità e della Figc di essere un moltiplicatore di entusiasmo in capo ai dirigenti. Su cinque stati tre sono già accettati o accettabili, Milano, Torino e Roma. La Roma è a buon punto, entro il primo ottobre 2026 dobbiamo indicare le strutture con due condizioni: progetto approvato e finanziamento. Entro marzo 2027 bisogna garantire la posa della prima pietra. Il quarto stadio è già segnalato in Firenze, il Palermo grazie al City ha avviato i dialoghi, Cagliari e Bologna sono a buon punto, Bari si sta muovendo. Mi dispiace quando mi si dice che l’Europeo 2032, che ha un indotto stratosferico, non può avere contributi. Io sono contento quanto fatto per il tennis, il ciclismo e lo sci, amo lo sport ma non amo quando il calcio viene considerato la cenerentola di tutto lo sport. Mi amareggia”.

“Non siamo arroccati sulle nostre posizioni, vogliamo dialogare. Facciamo fatica con tentativi di strumentalizzazioni e invasioni della nostra sfera. Il calcio ha preso coscienza negli ultimi mesi della sua forza, mi auguro che questa presa di coscienza venga valorizzata e apprezzata”.

Si è sentito accerchiato? Dubitava di riuscire a riemergere? A cosa si riferiva con tranelli e calunnie? “Il tempo che mi sono preso serviva a lavorare. Ho un solo modo per affrontare i problemi: lavorare. Mi dedico al lavoro, dedico poco tempo a inseguire alcune rappresentazioni. Sapete a cosa mi riferisco, sono tappe che mi amareggiano. Non sono situazioni legate a fatti personali, le ho sempre tenute fuori dal calcio e le affronteranno gli organi preposti. Ho evidenziato una serie di macchinazioni, falsità e tranelli che hanno portato confusione nel calcio”.

In questo clima di ritrovato dialogo anche con i club e la Lega, avete già un’idea per trovare uno spazio ulteriore alla Nazionale? C’è un’idea di allargare o dare un indirizzo unitario al SGS di Coverciano? “Con la Lega di A abbiamo iniziato un nuovo confronto, sono molto contento che le tre leghe professionistiche abbiano già cominciato a confrontarsi. È una nuova era improntata sul dialogo e la valorizzazione dei talenti. Parliamo della Nazionale come se fosse un soggetto terzo rispetto al mondo del calcio che conta. Vorrei ricordare a me stesso, provate a vedere quanti giovani sono stati valorizzati dalla Nazionale e quanti non trovano spazio nei club. E mi riferisco a tutte le nazionali giovanili. Il risultato storico dell’Europeo vinto dall’Under 17 è un messaggio importante in ottica 2030. Io mi batto da sempre nel considerare i vivai italiani non un costo ma un investimento. Sono contento che molte società italiane hanno cominciato a investire sui giovani. Ho visto anche nel derby che uno dei principali talenti italiani sta trovando più opportunità nel mostrare il suo talento. Dobbiamo avviare un dialogo costruttivo, se crediamo davvero in quel punto di caduta finale dobbiamo sforzarci tutti nel capire quali sono le regole da seguire”.

C’è qualcosa che non rifarebbe? “Io rifarei le stesse cose. Ho sempre riposto tanta fiducia nei miei collaboratori, so benissimo che tante persone hanno tradito la mia fiducia ma questo non vuol dire nulla. Fa parte del modo di vivere, è una legge della vita. Non riesco a cambiare il mio modo di essere, quando ti scotti con l’acqua bollente hai paura anche dell’acqua fredda. Io ho commesso e riconosciuto errori, ma sono errori che ricommetterò, non cambio il mio modo di essere”.

Su Var a chiamata e tempo effettivo a che punto siamo? “Sono proposte avanzate già alla Fifa, il responsabile Uefa Rosetti ha avanzato delle perplessità. Le diverse confederazioni devono trovare un punto d’intesa”.

Utopia immaginarsi l’arbitro come pubblico ufficiale per 90 minuti? “È qualcosa che abbiamo già condivido col ministro Piantedosi e il ministro Abodi. Per combattere atti di violenza immaginare l’arbitro in questo modo può essere un deterrente”.

Si aspetta un maggiore sostegno del legislatore sugli stadi? “Ci sta allontanando da standard di qualità internazionali. Non è solo l’aspetto del contributo, molti imprenditori vogliono partire anche domattina con investimenti propri. Quello che blocca è l’aspetto burocratico. Chiedono un commissario con poteri straordinari che possa eliminare i lacci. Ci sono imprenditori che vanno via, abbiamo proprietà straniere vogliose di investire, credono che le infrastrutture sono degli asset principali nel bilancio. Se blocchiamo la crescita dei vivai e non abbiamo norme che consentono di investire sulle infrastrutture… Mettetela come supplica, non mi sembra contraria a un’etica o una morale. Ci sono realtà che chiedono di poter investire domani mattina. Ma sovrintendenza, regione, Provincia, non si arriva mai… Questo li scoraggia. Avvilente ripetere ‘stiamo facendo, stiamo vedendo’. Ci vuole un atto concreto di legge”.

C’è stato un momento in cui ha pensato di non ricandidarsi? “Sì, a ottobre 2023. Lo sanno tutti i miei collaboratori, la mia famiglia, i presidenti delle componenti di riferimento. In occasione della partita di Bari ho comunicato che non avevo intenzione di ricandidarmi, era una scelta personale. Le componenti mi hanno fatto capire che mi avevano individuato come persona di riferimento nel 2018 e si sono sentiti traditi da questa mia scelta. Non si può pensare che quando hanno indicato me, ritenendo che io ho svolto un ruolo importante di innovazione nel modo di intendere il nostro calcio. Ora dovrò chiedere scusa alla mia famiglia per non aver mantenuto l’impegno, ma il calcio ha un percorso da completare. Qui il consenso e il dato oggettivo è la condivisione di un percorso”.

Le prime sensazioni sulle partnership della Lega Serie A con Kings League e Fantacalcio. “L’economia di mercato detta i ritmi su un elemento fondamentale, il valore della produzione. I due terzi dei ricavi è collegata quasi esclusivamente ai diritti tv, conosciamo il trend. Queste due traiettorie devono farci capire che nel campo dell’aumento del valore della produzione avremo sempre difficoltà. Ma dobbiamo lavorare sul contenimento dei costi, metterli in sicurezza. L’equilibrio dei bilanci dipende dal migliorare la produzione ma con la certezza di mettere sotto controllo i costi. E tutte le componenti professionistiche sono d’accordo. La Kings League? Non la seguo, sono tradizionalista, aspettiamo gli eventi, che si sviluppi. Ogni forma di intrattenimento che coinvolga i giovani ben venga”.

Avete sentore di una ripresa della violenza negli stadi? È un problema? “La violenza non rientra mai nella norma. La violenza negli stadi è stata debellata, chiaro che se i tifosi si danno appuntamento negli autogrill a centinaia di chilometri sono solo dei delinquenti che devono essere perseguiti. Abbiamo idea di mettere dei paletti, ci stiamo lavorando col ministro Piantedosi sul cosiddetto pre-Daspo. In luoghi di aggregazione così non dovrebbe essere consentito l’accesso a chi si è macchiato di reati importanti, dalla rapina al furto e la droga. Ci vuole un pre-Daspo, con un Daspo a prescindere. Ci stiamo provando, la tecnologia ci potrà aiutare. Stiamo combattendo con le norme sulla privacy. Da fare c’è, quello che riguarda l’interno delle nostre aree di controllo sono risultati positivi. Fuori diventa complicato, non sono solo incidenti che riguardano il calcio, ma tanti eventi che non c’entrano nulla con lo sport ma solo con la smania e l’indole di alcuni soggetti a delinquere”,

Ore 14.45 – Ufficiale: Gabriele Gravina è stato rieletto presidente della Figc con il 98,68%.

Ore 14.03 – Aperte le votazioni.

Ore 13.59 – Gli accreditamenti all’Assemblea alle ore 13.38 sono 258 per un totale di 491.444 voti su 274 aventi diritto e 516 voti.

Ore 13.38 – Chiuse le operazioni di accreditamento.

Ore 12.55 – Parola al presidente della Lega Serie A Simonelli: “Stiamo cercando di portare avanti unità in seno alla componente e devo dare atto alla maturità dei club che mi hanno sostenuto. Ho sempre valorizzato il lavoro di squadra, credo che abbiamo un bel team. Ognuno di voi è una brava persona e può fare ottime cose, ma insieme possiamo fare cose straordinarie. Con le componenti avremo cose su cui c’è visione contrastante, è normale. Sono finiti i tempi dei personalismi, è tempo di una visione comune del futuro. La Figc è consapevole delle responsabilità, vi garantisco che utilizzeremo la nostra autonomia per portare un messaggio più ampio per affrontare le nuove sfide a livello globale. La Serie A non è solo la competizione sportiva, non solo la vetrina dei campioni, ma anche una grande industria che genera posti di lavoro, il valore della Serie A incide sul PIL. Garantisce visibilità internazionale all’intero movimento. Il rafforzamento della Serie A e il suo bene corrisponde al bene del calcio. Il mio impegno è fare in modo che la Serie A cresca ancora per essere locomotiva del movimento. Sono sicuro che Gravina saprà come sempre rappresentare e fare le sintesi corrette. Auspichiamo la nomina di un commissario unico per gli stadi. Ieri con la Roma e il presidente Infantino abbiamo avuto modo di incontrare il sindaco Gualtieri e abbiamo appreso che molto probabilmente la Roma nel 2028 disputerà le partite nel nuovo stadio. Non si può aspettare 15 o 20 anni per un nuovo stadio. Sono sicuro che riusciremo a tracciare un percorso positivo per il calcio italiano”.

Ore 12.30 – Prende la parola Gabriele Gravina: “Grazie di essere in tanti davanti elle più alte istituzioni sportive. Presidenti Infantino e Ceferin, grazie per la vostra presenza che è un onore e una responsabilità. Mi ricandido e chiedo il privilegio della vostra fiducia per fare due cose: unire e cambiare. Mi rimetto a voi con orgoglio ed emozione, orgoglio di aver guidato per sei anni questa federazione e sentire dentro di me lo stesso entusiasmo del primo giorno. Sento la responsabilità di una fiducia così preziosa. Ho assaporato sconfitte e vittorie, di cui è fatta la maturità della vita. Ma non ho mai smesso di considerare il calcio la più appagante attività che conosca. Anzitutto rende felice e rafforza il senso di comunità di cui ha bisogno il nostro paese. E questo mi regala una incrollabile fiducia morale, il calcio fa bene all’Italia e non smettiamo di gridarlo con forza. Se guardo al passato ritrovo motivi di soddisfazione, abbiamo centrato l’impresa più grande degli ultimi 70 sanni, sfidando il moralismo affermando il diritto del calcio come universale fabbrica di emozioni del nostro pianeta. Abbiamo messo in salvo l’economia del sistema, altri stanno ancora pagando. Abbiamo riformato in maniera vigorosa i meccanismi regolatori della giustizia sportiva per promuovere l’autorità della nostra giurisdizione, per prevenire e contrastare dentro e fuori impianti sportivi offese, discriminazione, atti di violenza e intimidazione tipizzando i doveri dei club in uno spirito di corresponsabilizzazione. Abbiamo messo in linea il calcio con la nuova generazione, offrendoci come apripista per regolamentare la spettacolarizzazione del calcio. Grazie presidente Infantino per la fiducia riconosciuta all’Italia. Abbiamo adeguato la governance del calcio, tutto in uno spirito di unità mai raggiunta come mera adesione formale alla volontà di uno solo, ma come condivisione di un progetto comune. Unità che è stata la nostra forza, ci ha consentito di superare le incomprensioni, sfidare le miopie corporative, vincere i pregiudizi e smascherare le menzogne, i tranelli, le calunnie di cui purtroppo è fatta la vita pubblica nel nostro paese. La nostra autonomia poggia interamente su questa capacità interna di riconoscerci reciprocamente e presentarsi con una sola volontà. L’ampia condivisione è stata una condizione per sciogliere la riserva sulla mia candidatura. Deve essere intesa come vera e propria comunione sulle azioni. Nessuna grande idea, nessun processo riformatore possono essere efficaci senza il sostegno di tutte le componenti. Il dialogo e la partecipazione attiva saranno i nostri principi, la misura e il rispetto saranno ancora la nostra educazione civile per mettere insieme e valorizzare le nostre differenze. Insieme continueremo a cambiare. Vogliamo un calcio efficiente e responsabile verso gli stakeholders, aperto alla società civile, giovane e inclusivo. Non sono slogan, ma gli assi del piano strategico e del piano industriale in cui sono enunciate verifiche con cui ci misuereremo nei prossimi anni. Monitoraggio dei club, ottimizzazione delle seconde squadre e l’accademia federale under 23, il riammodernamento di cinque stadi per Euro 2032, lo sviluppo di Vivo Azzurro e di Sostenabilia per il resoconto delle attività, ringiovanimento del SGS, coordinamento tra i settori, miglior dialogo col territorio e sinergia con la LND, il consolidamento dello sportello unico, lo sviluppo del calcio femminile come lega autonoma e la ristrutturazione della filiera, premi e incentivi per il calcio giovanile mutuati dalla riforma Zola. Ci sono però riforme urgenti che impegnano Governo e Parlamento in cui sarà necessario far sentire la nostra voce. La necessità che il legislatore reintroduca un regime fiscale agevolato che permetta alle società di tesserare atleti di primo livello che risiedono all’estero. I nostri club grazie al Decreto Crescita hanno ottenuto grandi risultati, due finali di Conference League, una di Europa League, una finale di Champions, una Europa League. E ancora la Tax Credit, il reinvestimento di percentuale sui proventi delle scommesse su impiantistica e settore giovanile, l’abolizione del divieto di società scommesse. Il riconoscimento della Figc come impresa sociale, che sia centro di valorizzazione e benessere per l’intera comunità nazionale. Il calcio è un asset strategico, siamo uno dei motori principali del Paese, tra i settori più redditizi. Per ogni euro ne restituiamo allo Stato 19.7, ma siamo un moltiplicatore di entusiasmo. Questa vocazione è condivisa dall’Uefa. Stiamo definendo l’idea di un calcio aperto al futuro capace di includere le società contemporanee. Il corporativismo miope può rimettere il sistema in una dimensione settaria isolandolo. Il calcio ha al centro la persona con le sue qualità e le sue ambizioni, con le sue fragilità. Dobbiamo farci carico di questo insieme, non possiamo prendere la parte più conveniente e scartare il resto. Sarebbe un’ingiustizia e noi non vogliamo questa deriva. A Ceferin continueremo a offrire sostegno. A questa sfida vi chiedo di unirvi, da parte mia prometto di ascoltarvi, impegnarmi più di quanto fatto finora. Non sarà un percorso privo di ostacoli, ma se lo percorreremo convinti ne trarremo soddisfazione, sapendo di lasciare qualcosa di nuovo, di bello, libero, a chi verrà dopo di noi. Grazie per il vostro sostegno, viva il calcio”.

Ore 12.25 – Eletti consiglieri federali Serie A: Giuseppe Marotta, Francesco Calvo e Michele Campoccia. Per la Serie B Giovanni Carnevali, per la Lega Pro Daniele Sebastiani, per la LND Ortolano, Bazzerla, Pedrazzini, Fantazzini e Tambaro, per gli atleti Biondini, Sara Gama, Calcagno e Berardi. Per i tecnici: Camolese e Silvia Citta.

Ore 12.20 – In corso le votazioni dei delegati presenti, poi sarà il turno delle discussioni.

(IN AGGIORNAMENTO)

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