Duro attacco alla società bianconera e nel mirino ci finisce anche il Football Director: manca una guida al club
Per la Juventus le prossime settimane saranno da dentro o fuori. La squadra bianconera si gioca una buona fetta di stagione da qui alla fine di gennaio. C’è il campo che vedrà la formazione di Motta impegnata in partite complicate, dal Napoli alla doppia sfida Champions, e poi c’è il mercato.

Giuntoli deve completare la rosa e, una volta risolta la questione Kolo Muani, garantire due difensori a Thiago Motta, la netto della possibile cessione di Andrea Cambiaso al Manchester City. Un viavai inatteso quello che si sta verificando in queste settimane alla Continassa, frutto anche degli errori di programmazione fatti la scorsa estate.
Ora si cerca di correre ai ripari, sperando che quando chiuderà il mercato ci sia ancora tutto il tempo per poter andare a caccia degli obiettivi stagionali. Certo, nessuno immaginava un’annata come quella che sta vivendo la Juventus ed è per questo che sul banco degli imputati ci finisce anche Cristiano Giuntoli.
Juventus, Damascelli: “Un albergo ad ore”
È durissima l’analisi fatta da Tony Damascelli a ‘Radio Radio’ sulla situazione in casa Juventus. Una situazione non certo serena e armonica come si sarebbe aspettato la scorsa estate e che tira in ballo anche la dirigenza, partendo da Giuntoli.

“La situazione della Juventus la definirei confusione e precarietà – le parole del giornalista -. Un gruppo alla ricerca di sé, con voci interne maligne, figure che hanno acquisito un’importanza non giustificata e altre che vengono emarginate”.
Una situazione particolare, anche per il continuo ricambio di giocatori. Così Damascelli attacca: “La squadra sembra un albergo a ore, con gente che entra e gente che esce”. Inevitabile un riferimento a Danilo, estromesso dalla squadra nonostante l’emergenza in difesa: “Prendiamo il caso Danilo: al di là che sia stato giusto toglierlo dal gruppo per il suo comportamento, come mi hanno riportato alcuni ex calciatori. C’è confusione perché manca un capo”.
Insomma, alla società manca una figura forte che possa mantenere dritta la barra anche nei momento di tempesta e che dia una linea da seguire alla squadra.