Frasi razziste in coppa, UFFICIALE il licenziamento del tecnico

Licenziamento in tronco per il tecnico dopo le frasi razziste pronunciate in coppa: decisione forte e irrevocabile

Quello del razzismo nel mondo del calcio è, purtroppo, un tema delicato, tremendamente attuale e purtroppo controverso, per le decisioni che vengono attuate in merito e che non sempre trovano tutti concordi.

Frasi razziste in coppa, tecnico licenziato
No to Racism © LaPresse – Calciomercato.it 

 

Si sono susseguiti negli ultimi tempi diversi episodi che hanno fatto discutere. Uno degli ultimi ha causato una decisione destinata a fare rumore: il licenziamento immediato per alcune frasi a sfondo razzista pronunciate in diretta televisiva. Una presa di posizione che potrebbe tracciare una strada d’ora in avanti.

Burgos, le frasi razziste contro Yamal costano care: Movistar lo licenzia

L’episodio in questione è quello relativo al pre-partita di Psg-Barcellona di mercoledì sera, in Champions League. Presente sull’emittente spagnola ‘Movistar Plus’, che trasmetteva nel paese iberico la sfida, German Burgos, ex vice di Simeone all’Atletico Madrid. Autore di una dichiarazione che ha lasciato sconcertati.

Burgos, frasi razziste contro Yamal: licenziato da Movistar
German Burgos © Ansa – Calciomercato.it

 

Riferendosi al talento del Barcellona Lamine Yamal, Burgos aveva affermato: “Se non dovesse andargli bene nel calcio professionistico, potrebbe finire a un semaforo”, in modo spregiativo nei confronti delle sue umili origini (è nato a Barcellona da padre marocchino e madre originaria della Guinea Equatoriale).

Frasi che avevano suscitato da subito un certo sgomento. Il Psg e il Barcellona, in segno di protesta, si erano rifiutate di rilasciare dichiarazioni con tutti i loro tesserati alla fine della partita. Da parte dell’emittente erano arrivate le scuse per le dichiarazioni di Burgos e l’annuncio che sarebbero stati presi provvedimenti. Come poi spiegato dal ‘Guardian’, ‘Movistar Plus’ ha licenziato Burgos, condannando le sue frasi discriminatorie. A nulla sono valse le scuse tardive del ‘Mono’, sui social, spiegando che non era sua intenzione offendere o discriminare Yamal.

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