Scommesse, Paoloni: “Pensai di farla finita. Dalla Figc nessuna scusa”

Marco Paoloni, ex portiere, racconta la sua storia tra scommesse, procedimento sportivi e penali

Otto anni bruttissimi: Marco Paoloni, ex portiere, racconta la sua vicenda personale al canale Twitch di Tv Play. L’ex calciatore, squalificato per cinque anni con proposta di radiazione per lo scandalo scommesse del 2011, interviene sul caso che sta scuotendo il calcio italiano e racconta similitudini e differenze con il suo procedimento.

Scommesse, parla Paoloni
Marco Paoloni (ANSA) – Calciomercato.it

Paoloni ricorda che “l’assoluzione è stato il giorno in cui mi sono ripreso a livello umano e di immagine”, ma non ha dimenticato quanto ha dovuto passare per un’accusa che poi si è rivelata infondata. “Fagioli ha preso sette mesi perché ha collaborato: la giustizia sportiva funziona così: se dici quello che vogliono sentirsi dire, abbassano la pena. Fu proposto anche a me, stile ricatto. Ti metti davanti ai procuratori federali e ti dicono: ‘O dici questo o ti diamo il massimo della pena’. Parti già sconfitto”.

Una sconfitta che Paoloni ha poi superato: “Sono stato messo in prima pagina con le manette – il suo ricordo -, rappresentato come il peggior boss. Con l’assoluzione mi sono preso una bella rivincita”. L’ex portiere racconta del clamore mediatico che c’era sulla vicenda, ma anche della sua convinzione di andare avanti per la sua strada”.

Paoloni racconta: “Scommesse problema diffuso”

L’ex estremo difensore, con un passato in squadre come Cremonese e Benevento, ammette che l’intera vicenda ha avuto un impatto notevole sulla sua vita, anche privata.

Scommesse, parla Paoloni
Marco Paoloni (ANSA) – Calciomercato.it

Separatosi dalla moglie, tenuto lontano dalla figlia per quattro anni, senza più lo stipendio, non una situazione semplice: “Ho pensato di farla finita, sono andato in terapia”. Paoloni ammette di aver avuto “problemi con il gioco”, ma spiega anche che le sommesse sono diffuse nel mondo del calcio. “È un fenomeno diffuso, un fenomeno che non si può combattere anche con più restrizioni”.

Infine, tornando sulla sua vicenda sottolinea come dalla Figc non siano arrivate scuse nonostante l’assoluzione con formula piena nel 2019: “Non si sono presentati. Io non credo all’istituzione federale, non sono stato trattato nel modo giusto, mi è stata fatta un’ingiustizia”.

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