Atalanta
Bologna
Cagliari
Como
Empoli
Fiorentina
Genoa
Inter
Lazio
Lecce
Milan
Monza
Napoli
Parma
Roma
Torino
Udinese
Venezia
Verona

Roma, Tiago Pinto senza freni: da Mourinho a Dybala, Frattesi e Renato Sanches

Dopo il mercato estivo, come di consueto il gm della Roma Tiago Pinto prende la parola per fare un bilancio generale e spiegare le operazioni giallorosse

Archiviato il calciomercato estivo, ma anche le prime tre giornate di campionato, è tempo di bilanci a Trigoria. Come accade dopo ogni sessione, il gm della Roma Tiago Pinto ha preso la parola dal Centro Sportivo Fulvio Bernardini per fare un bilancio dell’estate e dell’inizio tutt’altro che esaltante della squadra di Mourinho.

Tiago Pinto (LaPresse) – calciomercato.it

Su Calciomercato.it in diretta le parole del dirigente della Roma:

Ogni volta che si parla con un direttore sportivo, ci è stato detto che iniziare la stagione con un allenatore a fine contratto è sempre rischioso. Cosa pensa di questo argomento e quali sono i progetti della società su Mourinho? Gli verrà proposto il rinnovo?
Faccio solo una piccola introduzione. Io non ho voluto mancare la mia parola, ho sempre detto che non parlo tanto ma che ero disponibile a chiarire le cose che accadono nel mercato. So che ci sono altri temi da affrontare. I temi dei rinnovi vanno affrontati nelle sedi opportune e non pubblicamente. Siamo consapevoli del momento che viviamo e siamo tutti motivati e carichi per riprendere verso il nostro obiettivo, essere concentrati su quello che possiamo fare meglio. I temi importanti per la società li affrontiamo internamente con le persone giuste.

La Roma ha speso molto per gli ingaggi, arriverà il momento in cui si investirà anche sui cartellini e giocatori di prospettiva? “Quando comincia una sessione di mercato abbiamo bisogno di mettere insieme tre piani diversi. Uno è il piano tecnico, il più semplice da capire visto che vogliamo sempre fare una squadra più forte. Rispetto le opinioni di tutti, ma se vediamo i giocatori la squadra è migliorata, ci sono più soluzioni. Poi c’è il piano economico, sappiamo del settlement agreement, che dobbiamo spendere per due anni il 70% dei ricavi. Mentre gli altri direttori sportivi si godevano le vacanze ho fatto tutto giugno alla ricerca delle risorse per rispettare questo aspetto. Poi è importante anche prendere giocatori giovani e di prospettiva che possano dare risultati sportivi ed economici. Con i paletti che abbiamo cerchiamo di equilibrare tutto questo. Sono qui a garantire che la Roma rispetti i paletti Uefa, che ci siano giocatori di prospettiva. Senza dimenticare che il settore giovanile è stato da subito fondamentale con il mister. Vero che abbiamo aumentato il monte ingaggi, ma secondo me siamo riusciti a mettere questi tre piani insieme, vedi Aouar e Ndicka. Marcos Leonardo? È un obiettivo, questi giocatori sono sempre nel nostro orizzonte. Ma anche questi giocatori hanno valori importanti. Però magari Ndicka se a 23 anni se lo vai a comprare costa 20 milioni, invece noi lo abbiamo preso a zero e sembra come se fosse uno scarto”.

Parlando di un mercato di giocatori che in altre condizioni non sarebbero venuti alla Roma Pinto ha sminuito il suo lavoro? “Sarà impossibile uscire da questa conferenza con il minimo feeling di scontro tra me e Mourinho. Magari nel passato l’ho fatto, ora uso attenzione massima in quello che dico perché non vorrei mai che uscisse la sensazione di uno scontro. Parliamo la stessa lingua, ci diciamo in faccia quello che pensiamo e siamo motivati per portare avanti i migliori progetti per la Roma. Roma obbligata alla Champions? Dal primo giorno che sono arrivato a Roma ho capito e sentito che l’ambizione della società è arrivare in Champions. Ed è anche il mio, mi sveglio ogni giorno con questo obiettivo. Io non dico mai che siamo obbligati, ma se tu vai a prendere Wijnaldum, Dybala, Abraham, qualcosa devi dirgli perché loro non vengono in squadre che non lottano per la Champions o qualcosa di importante. Non penso che io e l’allenatore siamo in disaccordo. Ovvio che non siamo il Manchester City. Io anche volevo prendere Declan Rice, ma se noi fossimo stati il City magari io non sarei stato seduto qui e ce ne sarebbe stato uno più bravo. Noi siamo riusciti a prendere giocatori che avevano avuto problemi mettendoli in condizioni fisiche ottime. Il lavoro dello staff medico, i fisioterapisti, per me è un asset e posso usare quello per convincere i giocatori. Poi voglio dire su Renato Sanches. Per tutto quello che andrà male c’è un responsabile ed è Tiago Pinto. Io sono ossessionato da quel giocatore. Lo volevo prendere al Benfica e alla Roma ma non ci sono riuscito. Ora ce l’ho fatta. Ha avuto problemi in passato, se li avrà ancora la colpa sarà mia. Ma io sono sicuro che con questo staff tireremo fuori il suo meglio. Per questo abbiamo fatto un contratto in base alle presenze. Come giocatore però mi fa impazzire”.

Roma, Tiago Pinto in conferenza
Tiago Pinto (LaPresse) – Calciomercato.it

Sulla questione arbitri. “Io non voglio entrare in guerra o fare polemiche. Noi però dobbiamo sentire quello che dicono gli arbitri, i consigli e tutto, però anche loro devono sentire noi. Io personalmente ho un po’ smesso, ormai non ci capisco nulla. Ho pensato di essere uno che vedeva tanto calcio e capiva tante cose, invece non capisco nulla. Non capisco la differenza tra il rigore non dato a Zaniolo a Napoli e quello dato al Milan per Rui Patricio. Oggi sembra che il potere decisionale in campo dell’arbitro è minore. Più che le interviste le persone responsabili devono sentire cosa dicono allenatori e giocatori. Ci sono cose di cui mi sento in difficoltà a parlare perché non le capisco. L’uniformità dei criteri, questo tempo di recupero extra. È un tema complicato, ma noi ci aspettiamo sempre giustizia. Quando sentiamo che non c’è magari abbiamo un atteggiamento che alle persone non piace”.

Tanti attaccanti trattati. “Io sono abituato a prendere dei no, ho 38 anni, sono divorziato e non ho figli. Non ho seguito tutti i nomi che ci sono stati accostati, Scamacca e Leonardo li abbiamo trattati e ci interessavano. Di Gianluca stavamo parlando, Marcos continua a essere un obiettivo, lo seguiamo da 16 mesi. Non dico che era fatta, ma l’accordo tra le tre parti era sulla buona strada, ma c’è stata la sfortuna che in quel momento il Santos lottava per la salvezza, poi hanno venduto altri due giocatori per 30 milioni, Falcao è stato licenziato. Io ho dovuto rispettare quello che ha deciso il Santos. Questo mercato è stato difficile per tutti quelli che cercavano un attaccante, anche chi aveva potere economico che magari ha speso tantissimi soldi. Alla fine tutti i tifosi della Roma penso siano felici di avere Lukaku al 28 agosto, piuttosto che avere Tonino il 1 agosto. Beltran? Lo conoscevamo, non so cosa è successo con la Fiorentina. Per me è tutto a posto”.

Frattesi e Matic. “Vi piace parlare dei miei insuccessi (ride, ndr). Di Matic non me lo aspettavo proprio, ma io sono diverso da voi. Prendo il lato positivo, che abbiamo preso Paredes poco dopo, campione del mondo. Frattesi mi piace tanto, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Non ho rimpianti, voglio bene a tutti, principalmente a Scamacca e Frattesi perché mi sento anche un po’ italiano e penso possano essere importanti per la nazionale. Sono due grandi giocatori”.

Poi un chiarimento sulla questione percentuale. “La percentuale di Frattesi? Io ho bisogno di spiegarlo. Noi nel FFP abbiamo due cose diverse. Uno è il settlement agreement di 4 anni, dove per 2 anni dobbiamo spendere non più del 70% dei ricavi. Siamo tutti allineati, per questo. Tutto questo, della percentuale di Frattesi, entra in questo piano. Poi però c’è il transfer balance, che monitora i giocatori nella lista Uefa da un anno all’altro. Noi abbiamo fatto 15 milioni tra Under, Antonucci, Calafiori ma non Zaniolo perché è andato in prestito e arriveranno solo se lo riscatterà l’Aston Villa. Noi abbiamo fatto 18 milioni con Missori, Volpato, Tahirovic che erano in lista B e non contano sul transfer balance. Più di 30 milioni che non contano. Ho litigato una settimana con Campos per Paredes. Alla fine abbiamo fatto 2,5 milioni di prestito più 2 di bonus difficili da raggiungere con un tot di partite da titolare. Ma per il transfer balance conta il 100% quindi 4,5 milioni. Io sono d’accordo con il Fair Play Finanziario, ma il nostro lavoro diventa molto difficile. Perché poi due giocatori nuovi non possono entrare in lista per questo motivo”.

Pinto in conferenza stampa
Pinto (LaPresse) – Calciomercato.it

Come si trova a Roma? “Sono dimagrito, magari faccio più successo. Sono stanco ovviamente, non lo nascondo. Capisco il vostro lavoro, ma è molto difficile essere tre mesi sotto questa pressione, questa ansia, senza dormire, mangiare, voler fare le cose fatte bene. A me la pressione esterna non condiziona, ma la cosa di voler fare tutto alla perfezione sì. Infatti dopo questa conferenza vado in Portogallo”.

Rui Patricio e gli esterni? “Capisco i giudizi dopo queste tre partite, ma poi ci sono altre 54 partite. Possono fare meglio, ma i giudizi sono secondo me troppo veloci. Avremo un margine di crescita, siamo motivati e carichi per far meglio. Quando sono arrivato la situazione della Roma in porta era un problema. Rui è stato il miglior portiere della Conference, poi è stato tra i top della Serie A per clean sheet. Ora non è al livello a cui eravamo abituati e ci sono critiche”.

Lei e Mourinho in scadenza: pericoloso nella testa dei giocatori? “Sul tema rinnovi parliamo nelle sedi giuste. La trattativa più difficile? Sono una persona fortunata. La prima estate quasi mi volevano ammazzare quando Dzeko è andato all’Inter poi ho portato Tammy. Dopo Wijnaldum e Matic nessuno pensava a Dyblala e sono stato fortunato. Ora abbiamo portato Lukaku con l’aiuto di tutti”.

Proprio su Dybala e la paura di perderlo in estate: “Abbiano un grande rapporto con Paulo e l’agente. Sappiano le sue idee. Lui oltre a un giocatore favoloso è un essere mano fantastico. Abbiamo una comunicazione onesta e trasparente. Io vi invito solo a godervi il giocatore. Voi anche dovete fare una riflessione. Su chi alimenta questa cosa e chi ne parla, poi il mio stile può piacere o no, ma negli ultimi due anni e mezzo non ho mai venduto aspettative fake, ho un grande rapporto con lui, sono molto contento che sia qui. Penso che lui è contento qui e faremo di tutto per tenerlo”.

Quando ha capito che poteva prendere Lukaku? “Non mi conviene dire quando ho capito che era possibile. Ho tanto difetti ma non sono bugiardo. Non posso dire che tre mesi fa  parlando con lui, non potevamo prenderlo a luglio. Io ho un buon rapporto con le persone che lo seguono. Il mio lavoro è anche questo. Ci sono situazioni che devi monitorare, non parlare con nessuno per non creare aspettative e poi sfruttare le occasioni. Anche Mourinho è stato importante perché avevano un grande rapporto e non vorrei dimenticare il coinvolgimento personale dei Friedkin, che mi hanno semplificato il lavoro”.

Voto? “Si dà a fine stagione, l’anno scorso mi avete dato un bel voto e poi dopo due mesi mi avete distrutto. Per me il mercato è il 30% del successo sportivo, il lavoro quotidiano è molto più importante. I Friedkin hanno fatto investimenti importanti e la squadra deve essere un riflesso di questa ambizione. Se sono contento? Non lo siamo mai, ho sofferto e lavorato. Io ogni volta che chiudo una trattativa penso subito che potevo fare meglio. Contento e felice sono parole che non uso. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro, cercando di fare giustizia rispetto all’ambizione della società”.

Zapata? “Io ho i miei difetti, sono un po’ testardo. Quando siamo nel mercato, io ho le mie qualità, ho un orientamento molto tedesco più che latino. Se dico una cosa è quella. Altri sono abituati diversamente, ma non parlerò mai di scorrettezze. L’Atalanta e Gasperini fanno le loro scelte. Non nascondo che volevamo Zapata, alla fine non siamo riusciti ma abbiamo trovato un’altra soluzione. Non parlerò mai di scorrettezze, anche se ci sono club che invece lo fanno con me. Abbiamo parlato con Zapata, la trattativa non è andata a buon fine ma non voglio dire che non lo abbiamo preso per una scorrettezza dell’Atalanta. Il nostro mestiere è così, si vince e si perde”.

Un punto in tre partite? “Vinciamo e perdiamo insieme. Nessuno è contento, ma non c’è neanche motivo di panico. Parliamo di tre partite, comunque difficili visto che il mercato è aperto, c’è confusione. Non siamo contenti, ma siamo consapevoli del valore che abbiamo, che possiamo fare meglio, io sono motivato e carico nel tranquillizzare tutti che dopo la sosta avremo le condizioni per migliorare. Manca equilibrio qui a Roma, so che è difficile. Quando abbiamo preso Azmoun ho ricevuto centinaia di messaggi con ‘vattene’, ‘sei scarso’. Scarso lo sono comunque. Poi abbiamo preso Lukaku e ‘sei il re di Roma’. Ma io sono solo un ragazzo. L’allenatore ha la sua leadership, siamo tutti motivati. Tranquilli”.

Gestione cookie