“Allegri non è una priorità per la Juventus”: le prossime mosse bianconere

La Juventus prepara il futuro, al centro dei pensieri del club bianconero non c’è Massimiliano Allegri: le ultime

L’esclusione dalla prossima Champions League, per la Juventus, accelera inevitabilmente le riflessioni sul futuro dei bianconeri. La penalizzazione di 10 punti inflitta dalla Corte d’Appello Federale finisce per incidere sulle prossime prospettive del club, al netto di decisioni ulteriori di cui si è in attesa relativamente ai nuovi sviluppi della giustizia sportiva per la manovra stipendi e i possibili interventi dell’Uefa in aggiunta.

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Massimiliano Allegri © LaPresse – Calciomercato.it

Al centro del dibattito c’è Massimiliano Allegri, reduce come tutta la Juventus da una annata decisamente complicata, la seconda consecutiva senza trofei per i bianconeri. Per il livornese ci sono tutte le attenuanti del caso per la difficile gestione del gruppo, ‘isolato’ il più possibile dalle vicende extra campo. Ma non può passare sotto silenzio il fatto che il tecnico ha spesso fatto esprimere la squadra al di sotto delle sue possibilità, e che alla fine i traguardi sognati dalla dirigenza non sono arrivati. Dunque, la permanenza è in discussione.

Juventus, Allegri in discussione: ma prima c’è da risolvere un altro problema

Sul suo futuro, si è espresso Antonio Barillà, giornalista de ‘La Stampa’, che ha spiegato quali saranno le prossime mosse della società.

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Massimiliano Allegri © LaPresse – Calciomercato.it

“C’è una situazione ben definita – ha spiegato – La Juventus non è stata all’altezza sul piano dei risultati, ma Allegri  ha tenuto a galla la squadra e abbracciato una politica di abbassamento dei costi e valorizzazione dei giovani. Ma nelle ultime ore è successo qualcosa. Ci sono sondaggi come quello su Palladino, ma la priorità della società, al momento, è scegliere il direttore sportivo. Bisogna capire se si potrà chiudere con Giuntoli. L’allenatore verrà dopo, per scegliere se proseguire o meno con la guida tecnica attuale. Un cambiamento non dipenderebbe da quanto accaduto a Siviglia, ma da come sono andati nel complesso gli ultimi due anni. Lo stillicidio ha sicuramente inciso sulle motivazioni e ci sono delle attenuanti, ma se deve essere rifondazione, va cominciata al più presto”.

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