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PAGELLE E TABELLINO LAZIO-JUVENTUS: Luis Alberto poesia, Cuadrado racconto horror

Pagelle e tabellino di Lazio-Juventus, match valido per la 29esima giornata del campionato di Serie A 2022/23

Mattia Zaccagni, pagelle e tabellino
Zaccgni (LaPresse) – calciomercato.it

LAZIO

Provedel 6,5: cerca di opporsi come può sul colpo di testa di Bremer e poi di Rabiot, ma è solo contro tre. Per il resto benissimo sulle uscite, provvidenziale.

Marusic 7: primo tempo maiuscolo, in cui neutralizza tutto ciò che gli capita intorno. Intelligenza tattica e tempi perfetti. Poi sempre attento e scattante: un’altra prova super.

Casale 7: l’avversario da marcare è Vlahovic, comunqbe sempre impegnativo. Lui si disimpegna con puntualità, soffrendo relativamente poco. Nella ripresa non fa passare niente di testa.

Romagnoli 7: ottimo in chiusura, rimpalla Di Maria che si allarga spesso e volentieri per trovare un po’ di libertà. Poi rimpalla tutto quello che gli capita, un muro.

Hysaj 7: ormai si è preso la fascia e se la sta guadagnando in ogni partita. Silenzioso, ma effiface, collabora in maniera perfetta con Zaccagni, gestisce bene tempi e modi.

Milinkovic 7,5: ha una grande occasione, ma cincischia e si fa rimontare. Poi qualche errore di troppo e alla fine il gol che riscatta tutto, anche se il fallo su Bremer sembra esserci. Poi nel secondo tempo domina.

Cataldi 7: solito uomo d’ordine, qualità applicata alla quantità e viceversa. Dopo qualche problema fisico è tornato a macinare chilometri e palloni, è diventato un giocatore di livello assoluto. Dal 70′ Vecino 6: meno palleggiatore, ovviamente, più interditore ma utile.

Luis Alberto 7,5: lui invece è poesia applicata al calcio. Fa tutto, ma proprio tutto. Quando ha il pallone tra i piedi può succedere di tutto, pure un assist di tacco in mezzo all’area. Un gesto da incorniciare ed esporre ai Musei Vaticani. E non fa meraviglie solo in possesso.

Felipe Anderson 7,5: partita di caratura internazionale, in cui fa tutte le cose giuste al posto giusto. Recupera palloni, riparte con lucidità e mette lo zampino sul gol di Zaccagni. Così può fare il salto di qualità.

Immobile 6,5: quasi quasi centra il gol dell’anno al volo, poi ci va ancora vicino di prima. Si muove tanto, non è ancora l’Immobile di sempre ed è evidente. Partecipa alla manovra con intelligenza, non fa più di quello che riesce in questo momento. Dal 64′ Pedro 6: frizzantino come al solito, usa il mestiere e l’esperienza.

Zaccagni 7,5: Mancini avrà anche “i suoi buoni motivi” per non chiamarlo in nazonale, però davvero fa specie non vederlo in azzurro. Dieci gol (quasi 11), altra partita da incorniciare. A tratti diventa immarcabile e imprendibile. Dall’84’ Basic sv

All.: Maurizio Sarri 7: da subito la Lazio entra in campo con voglia, terminazione e soprattutto qualità. I biancocelesti dominano la partita, subiscono pochissimo soprattutto nella prima ora di gioco, anche se poi abbassano la tensione e infatti la Juve prende campo e mette effettivamente paura alla Lazio. Casale e Romagoli svettano sopra qualsiasi cosa e tengono al sicuro un risultato che vale tre punti di un peso clamoroso.

JUVENTUS

Szczesny 6: si oppone al tiro di Immobile, sfiora quello di Milinkovic e poi altro non può.

Gatti 5: gli arrivano da tutte le parti, a volte non ha il tempo di capire dove andare a chiudere e chi. Zaccagni diventa il suo incubo, non può fare altro che aspettarlo e pregare.

Bremer 6: dietro si salva solo lui. Subisce il fallo sul gol di Milinkovic, anche se c’è da dire che accentua un po’ troppo. Pochi minuti prima aveva fatto un miracolo proprio sul serbo, poi arriva in cielo sull’angolo del pareggio.

Alex Sandro 5: rientro traumatico, Felipe Anderson gli fa vedere i sorci verdi, viene ammonito e rischia pure il secondo giallo. Non era la sua partita.

Cuadrado 4: un disastro. Su tutta la linea. Nel primo tempo sbaglia stop a ripetizione nella propria trequarti, poi viene graziato un paio di volte e nella ripresa meriterebbe il rosso. Malissimo. Dal 70′ Danilo 6: un po’ più preciso, ma quando entra gli schemi non ci sono.

Fagioli 5,5: fagocitato dal palleggio della Lazio, corre quasi sempre a vuoto. Ha poche volte il pallone tra i piedi per costruire, è costretto a giocare in maniera diversa e non come vorrebbe lui. Il risultato è una prestazione opaca. Dall’86’ Miretti sv

Locatelli 5: l’altro peggiore in campo. Rischia parecchio nel primo tempo per un fallaccio, poi continuamente disinnescato. In area non si vede mai e non riesce neanche a fare da schermo. Dal 63′ Paredes 5,5: poca roba.

Rabiot 6: l’unico a crederci un po’, a sbattersi per trovare un varco. La determinazione si vede tutta in occasione del gol, ma è praticamente l’unico. Predica nel deserto, e anche lui finisce per vagare senza meta e senza cammello.

Kostic 5: Marusic lo disinnesca dal principio, gli toglie la profondità e non si fa mai puntare. Anche quando se lo porta in area non fa mai male. Dal 63′ Chiesa 6,5: ottimo il suo ingresso in campo, le sue folate mettono spesso nei guai la Lazio ed è lucido anche nei cross.

Di Maria 6,5: in realtà un altro che prova a giocare al calcio nella Juve c’è ed è proprio il Fideo. Punta, spesso si trova solo contro tre e a volte vince pure la disputa. Si rende pericoloso a sprazzi, ma senza un briciolo di sostegno. L’ultimo ad arrendersi. Giocatore sublime, fa un paio di agganci senza senso.

Vlahovic 5: un paio di cross da colpi di testa, ma a mancare è la mira. Per il resto qualche movimento ma Romagnoli e Casale lo controllano bene. Dal 63′ Milik 5,5: ha pochi palloni giocabili anche lui, spesso sovrastato dai difensori avversari.

All.: Allegri (in panchina Landucci) 5: la Juve gioca un primo tempo sconcertante per atteggiamento, ritrovandosi sul pareggio in maniera in aspettata al netto dell’irregolarità sul gol di Milinkovic. Un disastro, mitigato da un secondo tempo sicuramente migliore e qualche occasione creata. I bianconeri si appoggiano alle fiammate di Di Maria, poi di Chiesa, ma manca precisione e cattiveria. Alla fine la sconfitta è meritata.

Arbitro: Marco Di Bello (sez. di Brindisi) 5: Cuadrado gli dà da lavorare già nei primi minuti: almeno in una delle due occasioni ci stava il giallo. Assurdo l’intervento del Var sul gol di Milinkovic, un episodio dove lui era pochi metri di distanza e con la visuale completamente libera. Il fallo con ogni probabilità c’era, anche se Bremer accentua, ma non può non vederlo lui. Poi lo stesso Cuadrado andava espulso nettamente nel secondo tempo. Forse compensazione, ma così c’è un errore in più. Anche sui fischi o i cartellini netti sempre in ritardo. Sembra giusta la decisione su Chiesa.

Il tabellino di Lazio-Juventus

Marcatori: 38′ Milinkovic-Savic (L), 41′ Rabiot (J), 53′ Zaccagni (L)

Ammoniti: Bonucci (J), Alex Sandro (J), Locatelli (J), Cuadrado (J), Milinkovic-Savic (L)

LAZIO (4-3-3): Provedel; Marusic, Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovic, Cataldi (69′ Vecino), Luis Alberto; Felipe Anderson, Immobile (64′ Pedro), Zaccagni (84′ Basic).
A disp.: Maximiano, Adamonis, Pellegrini, Patric, Marcos Antonio, Cancellieri, Romero, Radu, Lazzari, Gila, Fares.
All.: Maurizio Sarri

JUVENTUS (3-5-1-1): Szczesny; Gatti, Bremer, Alex Sandro; Cuadrado (69′ Danilo), Fagioli (86′ Miretti), Locatelli (63′ Parades), Rabiot, Kostic (63′ Chiesa); Di Maria, Vlahovic (63′ Milik).
A disp.: Perin, Pinsoglio, Bonucci, Rugani, Soulè.
All.: Allegri (in panchina Marco Landucci)

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