Mourinho scatenato, chiede scusa a tutti e poi attacca: “Ci vuole rispetto!”

José Mourinho è tornato a proteggere in maniera forte la propria squadra, non senza polemiche: le parole in conferenza stampa

Jose Mourinho è stato tra i grandi protagonisti della vittoria della Roma col Verona. Il portoghese ha esaltato lo spirito di sacrificio della sua squadra, proteggendola da qualche malumore espresso dall’Olimpico.

Mourinho dopo Roma-Verona
Mourinho – calciomercato.it

Jose Mourinho si è dimostrato assolutamente battagliero, voglioso di andare avanti e fare schermo ribadendo le difficoltà: “I ragazzi crescono, i più giovani ma anche gente più esperta. Di solito le squadre che hanno la pressione mediatica di fare grandi cose, sono square che non hanno bisogno di far crescere i giocatori. Nella mia carriera ho sempre avuto la pressione di fare cose importanti. Però avevo prodotti finiti, giocatori di livello ed esperienza altissimi. Noi lavoriamo da un anno e mezzo insieme. Questo Bove è diverso da un anno e mezzo fa, quando sono arrivato stava andando in prestito in serie C. Solbakken è arrivato e ci ha detto che non si era mai allenato su un campo d’erba. Andiamo avanti, anche senza il credito che i ragazzi meritano. Giovedì giochiamo col Salisburgo, che oggi fatto giocare solo 3 titolari mentre gli altri sono andati alla Spa. Se vinciamo è fantastico, se perdiamo andiamo a casa tranquilli, perché chi lavora come questi ragazzi anche in caso di risultato negativo è gente che può dormire in pace“.

Mourinho: “Cosa sono i fischi? Non abbiamo Totti e Cafu”

Mourinho torna a sottolineare: “Sono molto contento principalmente per i giocatori. Non è una gioia personale, ma è per loro perché meritavano di vincere questa partita difficile contro un avversario difficile”.

Mourinho dopo Roma-Verona
Mourinho – calciomercato.it

Ma la questione principale è sullo sfogo nei confronti dei tifosi: “Quando Cafu perde una palla hai un motivo per non essere contento. Perché Cafu è il migliore al mondo. Lui o Maicon. Quando Bove all’80’ perde un pallone e la gente fischia, cos’è? Il problema è che Bove è romanista come loro. Dico anche Karsdorp o Cristante che corre ogni partita 12 km e non riposa mai. Quando Belotti sbaglia un controllo, ma poi morde per recuperare, merita rispetto. Non è Totti. Noi siamo una squadra di gente seria, che dà tutto. Questa è una squadra da rispettare. Pellegrini fischiato? La gente non sa il sacrificio che fa per giocare. C’è una curva che appoggia, ma ci sono zone che sento passive, un’altra zona che invece penso siano i tifosi avversari che si sono spostati. Io mi scuso perché non è il mio lavoro, ma lo faccio per i miei giocatori che hanno bisogno di sostegno. Quando sbagliano lo fanno non perché vogliono ma perché hanno dei limiti e fanno il possibile”.

“Zalewski non ha fatto benissimo stasera, povero, non sa mai dove deve giocare. Ogni volta mi chiede ‘dove devo giocare?’ Chiedo scusa a Spalletti e Inzaghi – continua Mourinho con un esempio -. Io non posso fare come loro. Al 60′ entrano in quattro e aumenta la benzina. Dzeko-Lukaku-Lautaro. Guardate i nostri limiti. I ragazzi danno tutto, tutto. Per me non è un problema, ho 60 anni e i capelli bianchi. Voglio vincere oggi come 20 anni fa, non è cambiato niente. Ma devo difendere i ragazzi, meritano di più”. Allora qualcuno gli fa notare che è stato lui in primis a creare divisioni pubblicamente tra giocatori forti e meno forti, titolari e non: “Magari hai ragione, magari ho sbagliato. Se ho sbagliato mi scuso anche io. Se ti riferisci a Karsdorp ho esagerato. Ma se è negativo dire che i bambini hanno un percorso da fare allora non sono d’accordo”.

“Chi è stato l’ultimo allenatore della Roma che ha avuto bisogno di far crescere i bambini? Tanti anni fa. Quando la Roma ha vinto lo scudetto con un allenatore gigante come Capello aveva Montella, Batistuta, Totti, Delvecchio, anche negli ultimi anni c’erano Salah e Dzeko. I bambini hanno bisogno di crescere, poi anche per chi viene in prestito è difficile. Per me e per loro. I ragazzi meritano rispetto totale. Se qualche volta nel mio stile di comunicazione, di leadership, apro la porta alle critiche, se più gente sente che è la mia responsabilità allora mi devo scusare con i ragazzi”.

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