Il caso plusvalenze riguarda, oltre la Juventus, anche altri club come il Napoli: slittano i tempi per l’affare Osimhen
Vari i temi che tengono banco in questo momento in campo e fuori, nel pianeta calcio italiano. Nel primo caso, c’ĆØ un Napoli che continua a macinare vittorie e prova a incrementare ulteriormente il vantaggio sulle inseguitrici, viaggiando a vele spiegate nel tentativo di mettere una prima ipoteca sullo scudetto e trascinato da un superlativo Victor Osimhen, capocannoniere a 13 gol. Nel secondo caso, il caso plusvalenze, con la penalizzazione di 15 punti in classifica inflitta alla Juventus e il dibattito sul coinvolgimento di altre squadre.
Da questo punto di vista, si attendono gli esiti delle indagini da parte della Procura FIGC sul cosiddetto faldone ‘plusvalenze-bis’, che potrebbe portare a un altro processo con nuove conseguenze per la stessa Juventus ma anche per le numerose societĆ citate nelle intercettazioni che hanno inchiodato i bianconeri. Il dibattito, in questi giorni, si ĆØ spostato anche sull’affare Osimhen, ai tempi del trasferimento dell’attaccante nigeriano dal Lille al Napoli, nell’ambito di una operazione che ĆØ finita sotto l’occhio della giustizia sportiva e ordinaria. La prima, ha assolto gli azzurri da qualsiasi addebito. La seconda, sta continuando a indagare. Ma, come anticipato da Calciomercato.it, il Napoli ĆØ tranquillo non essendoci intercettazioni che possano configurare scenari come quelli che hanno coinvolto la Juventus.
Napoli, affare Osimhen: indagini prorogate, ancora niente atti alla Procura FIGC
Inoltre, il passaggio degli atti dalla giustizia ordinaria a quella sportiva, atto dovuto, per il momento non ĆØ in programma. La Procura FIGC chiederĆ tali atti a quella di Napoli, ma soltanto quando le indagini saranno concluse.
Infatti, come riportato dall”Ansa’, la Procura partenopea ha chiesto la proroga delle indagini sul caso per altri sei mesi. In un filone, lo ricordiamo, in cui il Napoli ĆØ indagato per falso in bilancio, relativo a una parte (21 milioni di euro) dell’importo corrisposto al Lille, su cui non sarebbero stati versati 4,6 milioni di euro relativi all’imposta sul valore aggiunto.