Giovani e seconde squadre: “Cinque club come la Juve”. Agnelli: “L’esempio è Miretti”

Il calcio italiano affronta la tematica dei giovani e delle seconde squadre nella tavola rotonda organizzata dalla Juventus all’Allianz Stadium 

Giornata importante all’Allianz Stadium sul tema giovani e seconde squadre in Italia. La Juventus ha organizzato una tavola rotonda per discutere della tematica, con il presidente Andrea Agnelli a fare gli onori di casa.

Juventus, tema seconde squadre
Tavola rotonda all’Allianz Stadium

Le seconde squadre in Italia e in Europa, modello per il futuro?‘, questo l’evento andato in scena nella sala Club Agnelli dello ‘Stadium’. Oltre al numero uno della ‘Vecchia Signora’ sono intervenuti anche Gabriele Gravina (presidente della FIGC), Lorenzo Casini (numero uno della Lega Serie A) e Francesco Ghirelli (presidente Lega Pro). Presenti in platea tra gli altri anche Rafa Benitez e il Ds del Milan Massara. Agnelli fa il punto sul percorso bianconero: “E’ il quinto anno della nostra seconda squadra, stiamo dando continuità, abbiamo percorso con grandissima tenacia questa strada e ne abbiamo tratto diversi lati positivi come ritorno. Ma non solo per la Juve: anche le varie Nazionali azzurre ne hanno tratto beneficio come bacino giocatori, ma non parlo solo di Miretti e Fagioli ad esempio per la Nazionale maggiore, ma anche per le selezioni giovanili come l’Under 20. Loro sono Juventus, il valore è Juventus, è un pezzetto del loro percorso di crescita che li avvicina ad essere giocatori e a formarsi”.

Agnelli prosegue: “Sapevamo ci sarebbero voluti dai 3 ai 5 anni per avere dei frutti e adesso si iniziano ad intravedere. Miretti è un esempio del percorso che ogni giovane dovrebbe fare, l’anno passato ha giocato in prima squadra, nell’Under 23 e in Primavera. Il vero vantaggio è che lui gioca qui dall’Under 8: ‘Io metto la maglia della Juve e gioco’ mi ha detto, si identifica con il mondo Juventus. Il problema è per i giocatori che arrivano qui a 16-17 anni, che devono calarsi nella nuova realtà e non è facile inserirsi per loro sia sotto l’aspetto tecnico che umano. Senza la seconda squadra avremmo cinquanta calciatori da piazzare in prestito e ci permette di ridurre i costi della prima squadra. C’è da pensare però ad una riforma, abbiamo bisogno di nuovi confini definiti dove muoverci. Ad esempio la Juventus non ha diritto di voto nell’Assemblea di Serie C e come le altre squadre rischia ovviamente in campo la retrocessione. Una retrocessione sarebbe catastrofica, scioglierebbe nell’acido tutto il progetto e oltre cinquanta giocatori”.

Gravina fissa le tempistiche per le seconde squadre: “Servono risposte entro 60 giorni”

GRAVINA – Il presidente della Federcalcio Gravina affronta le varie problematiche: “Il progetto seconde squadre è stato visionato in maniera troppo frettolosa, non è stato approfondito. Una società come la Juventus, che si era organizzata preventivamente e ci ha creduto, inizia ad avere effetti positivi come ritorno, ma anche a livello di sistema e per tutto il calcio italiano si hanno degli effetti positivi. Dobbiamo aiutare i dirigenti ad avere una maggiore visione: Francia e Portogallo sono avanti anni luce sulla valorizzazione dei giovani e i numeri schiaccianti lo dimostrano. Molti aspetti vanno rivisti in tutti i campi e i settori del calcio italiano. Serve un’apertura in tempi rapidi per l’entrata in scena di altre realtà per le seconde squadre, tante società nel 2018 non hanno creduto nel progetto intravedendo solo rischi e non benefici. Siamo terzultimi in Europa per ragazzi prodotti in casa: servono tutte le riflessioni del caso. Entro 60 giorni speriamo di avere delle risposte importanti sulle seconde squadre”.

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Arrivabene e Agnelli ©LaPresse

CASINI – La palla passa al numero uno della Lega Serie A Casini: “Il piano delle riforme la Serie A lo ha già delineato. In Lega abbiamo parlato delle seconde squadre, il modello è differente rispetto agli alti paesi europei. Mi sono stupito quando sono entrato in Lega del perché solo la Juventus avesse una seconda squadra. Ci sono delle problematiche da risolvere, in primis quello dei costi. Ci impegneremo in un’Assemblea del prossimo 15 dicembre a varare delle riforme da presentare al Consiglio Federale e tra questi c’è anche il tema delle secondo squadre. La Juventus è un’eccezione e ci sta dando una mano per apportare dei correttivi. Ci sarebbero anche 4-5 società che stanno valutando la possibilità di entrare in gioco con le seconde squadre, però con delle modalità diverse rispetto a quelle attuali. Si deve studiare una struttura diversa affinché tutto funzioni. Oltre ai costi, un’altra variabile importante da chiarire è quella dei prestiti dei giocatori: ci sono società che ne hanno tantissimi, troppo avendo una sola squadra tra i professionisti”.

GHIRELLI – Anche il presidente della Lega Pro Ghirelli esprime il suo punto di vista: “La seconda squadra si muove all’interno di un processo che favorisce la crescita, per cui abbiamo bisogno della disponibilità a discutere. Abbiamo fatto questa riflessione in un momento particolare, quando dall’altra parte del mondo si svolge un Mondiale. Era quindi il momento giusto per parlare di seconde squadre e di settore giovanile, nel quale passa un asset fortissimo del nostro calcio. Guardiamo agli altri modelli in Europa, penso soprattutto a quello francese, dove c’è un rapporto molto forte con i club e una cultura multietnica fortissima che ha permesso alla Francia di arrivare alla conquista del Mondiale. Non nascondo che ci sono delle difficoltà: prestiti e valorizzazioni, la FIFA ha indicato fortunatamente delle riduzioni. Questo sposta i problemi sul percorso di valorizzazione e noi dobbiamo ragionare sui problemi che abbiamo davanti”.

MORATA – In video, tra gli altri, arriva anche la testimonianza dell’ex attaccante bianconero Alvaro Morata, adesso tornato in forza all’Atletico Madrid e protagonista al Mondiale con la Nazionale spagnola: “Le seconde squadre ti preparano per il salto nella prima, è stato fondamentale per me in Spagna per farmi trovare pronto. Credo sia il passo giusto da fare, ti abitui per giocare ai livelli della prima squadra. Specialmente in un grande club ci sono tutte le strutture del caso e per me è stato molto importante“.

CHERUBINI – Parola, infine, al Ds della Juve Federico Cherubini: “La seconda squadra è un anello di congiunzione tra mondi diversi e ha l’obiettivo di formare giocatori per la prima squadra e per tutto il sistema. Insieme alle altre società abbiamo come obiettivo quello di costruire un sistema, ben strutturato e delineato. I nostri target sono settimanali, a volte non è facile mantenere una linea precisa. Nel 2017 abbiamo iscritto la seconda squadra dopo averne discusso per dieci anni e oggi raccogliamo i primi frutti di questo lavoro. Oggi la seconda squadra giocherà per la prima volta all’Allianz Stadium e fino a qualche anno fa era un qualcosa di inimmaginabile”.

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