La Generazione Z guida la svolta, 8 gol e 18 punti: non ci credeva nessuno

Sei vittorie consecutive, diciotto punti conquistati e terzo posto in solitaria alla sosta per il Mondiale: il ruolino di marcia della Juve di Allegri

Dal derby col Torino fino alla Lazio ieri sera: il filotto di sei vittorie consecutive, ha consentito alla Juventus di Massimiliano Allegri di recuperare terreno sulle avversarie, issandosi al terzo posto in solitaria con 31 punti.

La Generazione Z guida la svolta, 8 gol e 18 punti: non ci credeva nessuno
La Generazione Z alla conquista della Juventus

Sempre dieci in meno della lanciatissima e irrefrenabile capolista Napoli, guidata egregiamente dal condottiero Luciano Spalletti, ma a soli due punti dal secondo posto, occupato dai campioni d’Italia in carica del Milan di Stefano Pioli. Un ruolino di marcia che nessuno si aspettava, soprattutto dopo la debacle in Champions League, con l’eliminazione alla fase a gironi e la conseguente ‘retrocessione’ in Europa League dopo cinque sconfitte in sei partite nella massima competizione europea. Una cosa mai successa nella centenaria storia del club bianconero.

La squadra di Allegri ha ritrovato entusiasmo, anche se il gioco ancora non è dei migliori, grazie alla vivacità messa in campo dalla ‘Generazione Z‘. Secondo la teoria generazionale, si tratta di quei ragazzi nati tra il 1997 e il 2012 che hanno avuto accesso ad internet dall’infanzia. In due parole, i nativi digitali. E sono proprio quelli che hanno nuovo impulso ad un gruppo, quello bianconero, che stava vivendo un momento di depressione e scoramento. Anche per necessità, è giusto dirlo, Allegri ha dovuto lanciare nella mischia giocatori prima poco utilizzati. Rivelatisi, poi, decisivi per il presente e pronti anche per il futuro prossimo.

Da Vlahovic a Kean: la Generazione Z guida la svolta della Juve
L’esultanza di Moise Kean ©️ LaPresse

Da Vlahovic a Kean: la Generazione Z guida la svolta della Juve

Ad aprire il filotto di sei vittorie consecutive, nel derby contro il Torino, ci ha pensato la zampata di Dusan Vlahovic sotto porta. Il serbo, classe 2000, è il capocannoniere della Juventus in campionato con 6 gol realizzati, nonostante abbia saltato le ultime partite per un problema fisico. Poi, nel 4-0 sull’Empoli, Moise Kean ha aperto la partita, mentre il raddoppio che, di fatto, ha chiuso il match, è stato messo a segno da Weston McKennie, nato il 28 agosto del 1998. Successivamente, ci ha pensato Nicolò Fagioli, classe 2001, con un gol alla Del Piero a consentire alla squadra che lo ha cresciuto di sbancare il ‘Via del Mare’ di Lecce.

E veniamo, così, all’ultima intensa settimana. Il 6 novembre è toccato all’Inter venire sconfitta dalla ritrovata Juventus: 2-0 il risultato finale. Dopo il vantaggio di Adrien Rabiot, fuori per soli due anni dalla ‘Generazione Z’, ancora Fagioli ha messo il sigillo sul sentitissimo ‘Derby d’Italia’. Gli ultimi tre giorni, invece, sono stati quelli di Moise Kean, di un mese esatto più piccolo di Vlahovic essendo nato il 28 febbraio 2000. Il prodotto del vivaio bianconero, ha realizzato tre gol contro Verona e Lazio: al ‘Bentegodi’, ha segnato la rete del definitivo 1-0, mentre contro la squadra del grande ex Maurizio Sarri, ha messo a segno una doppietta pesante tra il quarantatreesimo del primo tempo e il cinquantaquattresimo della ripresa che ha steso i biancocelesti. Poi, ci ha pensato Milik al 90′ a fissare il risultato sul 3-0. Dunque, ben otto gol dei ‘Centennials‘ che hanno portato in dote diciotto punti e il terzo posto in classifica. E chi dice che se lo aspettava, mente.

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